WATCH YOUR STEP

L’hardcore vecchia scuola non è più in voga? Stando a sentire la promettente band toscana si direbbe proprio di no!

Bene partiamo col fare un breve resoconto su quanto fatto dai watch your step dall’esordio a oggi.

Leo:  I Watch Your Step si sono formati nell’ottobre del 2005. Personalmente, era da un pò di tempo che volevo formare un gruppo hc, perchè qui a Firenze non ce n’era nemmeno uno.  Ero in contatto con William (uno dei due chitarristi) e da lì sviluppammo l’idea di formare la band, reclutando un’altro chitarrista (Toty), il batterista (Stefano) e il bassista (Massi).  Poi ovviamente abbiamo iniziato a provare in studio costantemente. In aprile 2006 siamo riusciti a mandare fuori un demo di 5 canzoni.  Hanno seguito varie date in tutta italia.  Poi ho spedito il demo a Matteo di Hurry Up ed  evidentemente gli è piaciuto, visto che ci ha proposto di far parte del team HUP e far uscire un full-length appena fosse pronto. Ci è voluto un pò di tempo per finirlo, ma lo scorso agosto siamo riusciti a fare uscire “Taking you down with me” giusto in tempo per il tour brasiliano…

 

La scena toscana da tempo a questa parte risulta essere attivissima, vuoi parlarci di essa visto che si può dire che voi ne fate parte attivamente? 

Diciamo che al momento in toscana ci sono svariate band interessanti, le cui sonorità variano dal punk fino al metal/metalcore. Ti posso menzionare gente come Break Is Over, Pistons, Adam Kills Eve, Stolen Bikes Ride Faster, Disquieted By, By The Grief e molti altri.  La cosa che mi lascia perplesso è il fatto che, non solo a firenze ma in tutta toscana al momento, non ci sia un gruppo propriamente hardcore. Old school o new school, per il momento non ne vedo. E la cosa mi avvilisce molto. Alla fine vengono organizzati molti concerti hc dalle nostre parti, questo dovrebbe stimolare a suonarlo, ma finora è successo molto poco. All’orizzonte c’è comunque qualche speranza: si sono da poco formati i Pull The Trigger ( www.myspace.com/pullthetrigger  )  e i Nothing But Enemies, entrambi i gruppi sono di firenze. Conoscendo bene i ragazzi che ci suonano e sapendo che hanno forti influenze hc, penso proprio che verrà fuori qualcosa di buono.

 

 

Visti i vari discorsi che si sentono nell’ambiente hardcore sulle agenzie di booking, conta ancora oggigiorno avere alle spalle un’etichetta rinomata nell’organizzazione di un tour?  

A mio parere una buona etichetta che ti produca bene, spinga il tuo prodotto e ti stia dietro, aiuta sempre. Il problema è che in Italia per quel che riguarda l’hc, di realtà del genere se ne contano veramente sul palmo di una mano. Siamo molto indietro rispetto ad altri paesi europei (Germania, Belgio, Olanda…), questo è innegabile. Per quel che riguarda il discorso sulle agenzie di booking, nell’hc le agenzie non ci dovrebbero entrare proprio. In Italia ce ne sono veramente troppe. Il problema è comunque molto più ampio (se parliamo di gruppi stranieri dietro alle agenzie italiane troviamo quelle europee che organizzano i tour e che loro volta ci mangiano sopra). Quando poi arrivano i gruppi che nell’immaginario collettivo sono quelli hc per eccellenza, (gente del tipo di Agnostic Front, Gorilla Biscuits, Madball, Sham69)  per quanto possano sbandierare un’appartenenza a questa scena per suonare non chiedono 500 euro ma svariate migliaia di euro in più. Suoneranno pure hc, ma di sicuro lo fanno di lavoro. A questo punto vista sotto questa ottica, è pure ammissibile pensare che una booking agency organizzi le data e ci guadagni sopra a sua volta. E’ triste, ma questa è la situazione.

 

Pensi che la teoria del do it yourself sia ancora valida coi tempi che corrono nell’ambiente hardcore? 

Molto poco. La teoria del DIY è sicuramente ammirevole e in alcuni casi è ancora molto efficente. Ma tali casi sono sempre più rari e inoltre sono spesso confinati a determinate realta’. Non penso che una realtà come la Dischord potrebbe venire al giorno d’oggi. Sono cambiate troppe cose.

 

Sempre rimanendo in tema live, visti i vostri vari show in Brasile, che differenze hai riscontrato tra il pubblico europeo e il loro? Come si comportano dinanzi a una band italiana ancora poco conosciuta dalle loro parti?

 In Brasile sono scatenati, pazzi. In tutti i concerti che abbiamo fatto da quelle parti quest’estate, la gente si sfondava a furia di circle-pit, mosh e stage dives. Che conoscano il gruppo o no conta relativamente. Loro si “ammazzano” in ogni caso. In molte paesi europei (non dappertutto, a volte dipende anche dalle aree) è differente. A meno che la band non sia famosa o già conosciuta, la gente raramente si muove. L’italia ne è la prova più eclatante.

 

Parliamo del nuovo album “Taking you down with me”. innanzitutto cosa vi ha spinto alla scelta di questo titolo? 

Sono io che scrivo i testi e diciamo che questa cosa ha influito molto anche sulla scelta del titolo. L’ultimo periodo è stato molto negativo per me. Molta gente mi ha deluso e voltato le spalle. E più in generale l’atmosfera del disco è molto negativa e pessimista, poco spazio per i buoni sentimenti. Ho dunque pensato che questa frase fosse la più appropriata. Fra l’altro, è anche il titolo di una canzone dell’album.

 

Musicalmente parlando, in cosa lo trovi differente dal vostro precedente lavoro?

Rispetto al demo è sicuramente differente. Io lo trovo più lineare, più robusto. Ovviamente anche perchè ci abbiamo lavorato di più. Molti di quelli che lo hanno sentito, dicono è che è più fastcore e pungente del demo.

Sempre a riguardo del sound, ho trovato notevolmente potenziate sezione ritmica e chitarre, elementi che hanno elevato non poco l’approccio old school di ogni brano. Quali idee avevate in testa al momento di comporre il nuovo disco?

 Dopo aver fatto il demo e qualche data in giro per l’italia, abbiamo discusso su come volevamo suonassero le nuove canzoni. Più o meno abbiamo tutti concordato/sentito il bisogno (eccetto forse il Toty, che è un metallaro/thrasher inguaribile) di ottenere un sound più robusto e veloce. Forse meno punk,  ma con un approccio più hc e heavy. Del resto, nel periodo eravamo in fissa con gruppi come SSD, Floorpunch, Blacklisted, Down To Nothing, Guns Up. Quindi penso che una diversificazione del sound sia stata quasi naturale.

 

Quali band hanno influenzato a tuo modo di vedere il sound di Taking you down with me? 

Gruppi storici della scena hc degli anni 80-90, come SSD, Token Entry, Negative Approach ma anche band più recenti tipo Sharks Attack, Iron Boots, Down To Nothing e Municipal Waste. Gruppi italiani come Crashbox e Open Season.

 

Dal mio punto di vista ho apprezzato non poco il tuo lavoro sulle parti vocali, molto più cercate e d’impatto, sei d’accordo?

Sicuramente volevamo che la voce suonasse più potente e immediata rispetto al demo, anche perchè le nuove canzoni suonavano più dirette e fastcore. Ne ho parlato molto anche con Daniele dei Vanilla Sky (che ha mixato e prodotto il disco) e il risultato finale è quello che cercavamo, non solo a livello di voce.

 

 

Mi potresti illustrare i temi dominanti delle liriche di questo nuovo album?

I testi parlano principalmente di: rancore, gente che ti tradisce e che ti volta le spalle. Sentimenti negativi come rabbia, frustrazione, disilussione. Ma in alcuni pezzi c’è anche spazio per sentimenti come perseveranza, testardaggine, andare avanti per la propria strada e pensare con la propria testa fregandosene di quello che dicono/fanno gli altri.

 

Parlando del processo di composizione, come nasce una canzone dei WYS e quanto è stato difficile comporre i nuovi brani? 

Fin’ora il processo è stato il seguente: ci troviamo in studio, improvvisiamo tutti assieme (oppure lavoriamo su un riff che qualcuno ha portato da casa) e se viene fuori qualcosa che ci piace lo sviluppiamo. A canzone fatta vedo di tirare fuori un testo, o se ne ho già alcuni pronti, vedo se riesco ad adattarli sulla canzone. Comporre i nuovi pezzi è stato inizialmente facile, ma poi molto difficile. Dovevamo avere tutto pronto per fine giugno e siamo arrivati a fine aprile con ancora 4 canzoni da sistemare. E la cosa ci ha messo in difficoltà. Del resto non potevamo permetterci di andare in tour in Brasile senza aver pubblicato il disco.

 

Quanto tempo avete impiegato per composizione e fase di produzione del disco?

Penso che la risposta sopra copra parzialmente la tua domanda: per fare le nuove canzoni (11 visto che dal demo ne sono tratte solo 2) ci abbiamo impiegato più di 10 mesi…

 

Per la produzione a chi vi siete affidati? 

A Brian dei Vanilla Sky. Ci era piaciuto molto il lavoro che aveva fatto con i To Kill per il loro ultimo disco. Volevamo dei suoni potenti, anche se facevamo old school, sia a livello di chitarre che di voce. Siamo rimasti soddisfatti della linea su cui ha impostato il tutto.

 

Avere a che fare ogni mese con band di ogni genere (mi riferisco al fatto che ti occupi di booking) pensi abbia influenzato in parte il mood della vs band?

Ti devo dire la verità, un pò si. Nel senso che questo fatto che organizzo concerti ha un pò influito sul gruppo per certi aspetti, anche se mai l’avrei voluto.

 

Il nuovo disco verrà pubblicato anche all’estero? 

Si, il disco è già fuori per l’estero. Europa e Sudamerica. Verrà pubblicato anche direttamente per Germania, su questa etichetta che ci ha recentemente chiesto l’autorizzazione, la Demons Run Amok Records www.demonsrunamok.de

America ed Europa hanno modi diversi di intendere hardcore e metal. Negli Stati Uniti tirano maggiormente le proposte più aperte alla melodia mentre in Europa si va più per aggressività ed estremizzazione. Come pensi possa essere giudicato un lavoro come il vostro oltreoceano? Un po’ troppo lanciato per i loro palati fini?!

Penso che nel nostro caso non si possa parlare di hc/metal ma solo di hc.  Casomai hc/punk. E’ vero che in america nell’ambito mainstream si opta molto per questo genere spazzatura (perdonami la definizione) hc/metal con parti melodiche che ha soppiantato il new metal, anche nelle vendite. Però ti dico, non è sempre così. Negli States ci sono un sacco di gruppi hc/metal feroci e estremi, tipo Colin Of Arabia, Trap Them, Shattered Realm, giusto per citare qualche nome nuovo.

 

Scena italiana: pro e contro. 

Sarò impopolare ma mi devo limitare a dirti:  molti contro, pochi pro. Purtroppo siamo decisamente indietro rispetto a maggior parte dei paesi europei. Manca principalmente la mentalità di fare le cose per bene a mio avviso.

 

Parliamo del vostro tour estivo oltreoceano… Cosa ti ha colpito di tutto ciò e come è andata?

Il calore della gente, il casino dei concerti, l’affluenza, l’attitudine positiva dei kids. Il volersi divertire sempre e cmq.

 

Quali dischi ascoltate in questo periodo e cosa consigliereste ai nostri lettori?

Personalmente al momento consiglio i seguenti gruppi/album anche perchè sono quelli che ascolto molto ultimamente:

Risky Business “Some days”

Blacklisted “Peace on warth, war on stage”

Awaken Demons (uno dei migliori gruppi hc usciti dall’italia negli ultimi anni!)

Rise & Fall “Into oblivion”

Reign Supreme

Noyz Narcos “Verano zombie”

Kaos “Karma”

 

Chiudi pure a tuo piacimento!

Grazie 1000 a tutti voi per l’intervista.

Fatevi un giro suwww.myspace.com/watchyourstepyo  per sentirvi qualche nostro pezzo

Walk Your Line, sempre!

 

 

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