I punx cominciano a frequentare l’area di Via Correggio ai tempi del Vidicon, mischiandosi con i vecchi occupanti dello stabile e gettando le basi per quella che sarà una non sempre facile convivenza.
Lo stabile di Via Correggio si trovava in un’area di un migliaio di metri quadri di proprietà degli eredi Mantovani che, proprio in quel periodo, avevano spostato la fabbrica della Mellin fuori Milano.
Capitolo VI Parte I
LA CASA OCCUPATA DI VIA CORREGGIO 18
Questo trasferimento seguiva il progetto di una ristrutturazione della città, che prevedeva una Milano quasi priva della funzionalità produttiva e residenziale e uno sviluppo massiccio del settore terziario.
L’occupazione viene promossa dal locale Comitato di Quartiere, nato dall’incontro dei gruppi studenteschi e poststudenteschi e una generica gente di quartiere.
Alcuni nuclei familiari, soggetto principale delle occupazioni di quel periodo, occupano l’edificio e provano a adibire ad abitazione un edificio costruito per altri scopi.
La conformazione degli alloggi, la disposizione dei servizi e la struttura della fabbrica in genere, rendono necessario un uso comunitario e una condivisione dello spazio della ex- fabbrica che caratterizzerà sempre lo stile di gestione dell’area di Correggio.
L’occupazione regge perché è inserita nelle contraddizioni giuste: gli Eredi Mantovani si trovano impossibilitati a usare l’area perché questa viene destinata dal Comune a “usi socialmente utili” e grazie all’insediamento della giunta di sinistra a Milano, che concepisce la politica edilizia e urbanistica nella logica di uno stretto controllo della iniziativa privata.
Vincolare a tappeto, tramite la legge 167 contro il degrado degli stabili, aree e edifici è una prassi urbanistica tipica di quel periodo.
Ciò favorisce la crescita delle occupazioni intorno agli anni ‘76-‘78 e allontana da Correggio il pericolo di uno sgombero a breve termine.
In questi anni Correggio si apre al quartiere con numerose iniziative, come laboratori di artigianato, corsi e il progetto di una scuola sociale, ma è già venuta meno la presenza dei gruppi promotori dell’occupazione; i primi nuclei occupanti, composti per lo più da nuclei familiari di immigrati meridionali, scompaiono dalla gestione dell’occupazione e si rinsediano al quarto piano, dando vita ad un mondo separato.
Al loro posto crescono invece dei nuclei occupanti atipici e vengono man mano adibite ad abitazione aree sempre più vaste dello stabile, anche se in Correggio gli alloggi non saranno mai più di una ventina.
Cessa così di operare la struttura costituita dalla prima generazione di occupanti e subentra la seconda, composta per lo più da giovani con lavori saltuari o precari, interessati alla comunicazione interpersonale non mediata dalla sfera politica e desiderosi di autodeterminare la propria esistenza valorizzando la dimensione personale e culturale tramite attività comuni.
Questo tipo di pratica porta a creare un modello di gestione di democrazia diretta effettiva, dove verranno rispettate le esigenze, gli interessi e i linguaggi tra loro non omogenei.
L’organo decisionale è l’assemblea degli occupanti che gestisce la casa in modo comunitario e collettivo.
Proprio queste caratteristiche renderanno possibile l’insediamento nell’area dei punx e la nascita, al suo interno, del Virus.
Tra il ’78 e l’80 si ha una netta modifica della politica urbana di Milano: da una politica statalista, di controllo della proprietà privata, si passa a una logica di accordo tra il comune e la proprietà privata.
Per Correggio si apre un periodo difficile di restrizioni e repressioni in cui il Comune diventa per gli occupanti un nemico ancora più temibile degli Eredi Mantovani.
Contemporaneamente avviene una netta separazione dell’occupazione con il vicinato; la zona fiera, dove è situata la ex- fabbrica si trasforma dal punto di vista sociale e rimangono solo delle sacche residuali di proletari all’interno di una massiccia crescita di benessere e di ricchezza.
Al momento della nascita del centro sociale nel 1975, l’occupazione di Via Correggio, come tutti gli altri luoghi autogestiti, era inserita in una zona di Milano segnata da una forte storia operaia e popolare; occupa proprio la sede dismessa della fabbrica Mellin e quindi vi era una certa composizione popolare.
La nascita dei centri sociali, quindi, rappresenta un diverso modo di usare il territorio e di fare politica che è di norma ben inserito all’interno della zona in cui sorge.
Con gli anni però, all’interno del quartiere Fiera, dove sorge lo stabile di Via Correggio, viene a mancare proprio quella componente popolare che appoggiava l’occupazione e il quartiere assume tutte le caratteristiche di un quartiere arricchito e imborghesito.
I suoi abitanti non si riconoscono più in quell’attivismo e in quel modo di fare politica del Centro sociale e quindi questo diventa scomodo e fastidioso per la gente del quartiere, e lo diventerà ancora di più con la nascita del Virus.
Si estingue così ogni possibilità di collegamento con il quartiere e i suoi abitanti.
Questo è il periodo meno collettivo e più intimista di Correggio, quello meno propulsivo, mentre ancora non si è verificato l’avvento nella zona di una terza generazione di occupanti che comprenderà anche i punx del Virus.
La vastità dell’area offre l’occasione per la realizzazione di varie esperienze, come quella del Vidicon, attraverso la quale i punx conosceranno Correggio.
Ma è con l’insediamento del collettivo culturale della rivista anarchica “Nero “ nello stabile, che i punx milanesi entreranno definitivamente nel mondo e nella gestione dell’occupazione.