Lo skatepunk non è di certo tra i generi che più conosco, quindi per mancanza mia non vi so spiegare se tecnicamente per il genere questo disco sia perfetto o meno, fatto sta che a me piace moltissimo, mi prende da matti e l’ho ascoltato molto volentieri, un minimo d’orecchio in 20 anni di concerti me lo sono fatto anche io e vi posso dire che ciò che ho ascoltato è ben fatto, sia per quanto riguarda la musica, che quando vai così veloce è facilissimo fare cappelle, sia per quanto riguarda il contenuto che tocca diversi argomenti, alcuni leggeri e divertenti, altri molto più riflessivi come l’ultima traccia, l’unica in italiano e che chiude alla grande, sarà che quando sento la band che mi parla del disco come se fosse un figlio mi si incendia il cuore e vedo il lavoro sotto un altro aspetto, cioè quello della passione e dell’attitudine che una band mette sul piatto, poi dopo viene il resto, ma se non hai queste due cose fondamentali conviene che cambi genere.
Ottimo esordio per questi ragazzi non di certo di primo pelo, e forse anche per questo si può apprezzare di più il disco dato il coraggio di mettersi in gioco a 40 anni, qui la passione scorre a fiumi, passione comune per il punk, la montagna innevata e gli sport estremi, 7 pezzi stracolmi di adrenalina e salti vertiginosi, grafiche da paura ed una produzione degna dei lavori che arrivano dall’altra parte dell’oceano, dove si dice che ci sia la crème del genere, ma che anche in questo caso la crème ce l’abbiamo in casa, e ve lo dice anche il mitico Dan Peterson (ascoltare per credere, semicit.).
Registrato e mixato da quel bell’uomo del Carlo Altobelli (#1 o #2, non saprei) presso il mitico Toxic Basement studio, grafiche di Marco Divertimenti.
tracklist:
01. pride
02. dying wish
03. fine with that
04. next level
05. getting trashed
06. imaginary pet
07. bene così