VENEZIA HARDCORE FESTIVAL 2019

Ringraziamo il mitologico Moya per questo report!

 

Arriva maggio e con lui, come ormai dal 2012, il più grande festival DIY punk/hardcore d’Italia: il Venezia Hardcore Fest. Non credo ci sia bisogno di presentare questa kermesse, tuttavia questa edizione, la settima per la precisione, presenta alcune interessanti novità, la più
evidente è la suddivisione in due giorni, venerdì con inizio alle 20 e sabato alle 16.

Ci concentreremo sulla seconda giornata, con aperture porte alle 15 e come headliner il ritorno in Italia degli israeliani Not On Tour e i Satanic Surfers, nel palco nitepark, e la reunion dei romani To Kill e Payback, nel palco open space. Anche il resto della scaletta è parecchio interessante, ma ci arriveremo.
Arriviamo al CS Rivolta verso le 17, e facciamo in tempo a sentire un pezzo dell’esibizione dei Deathtrap. Onestamente non rientrano tra i miei ascolti, quindi decidiamo di dare il via ai saluti agli amici, venuti un po’ da tutto lo stivale, fare un giretto nella ampia zona merch e berci un paio di sciocchezze.
La prima esibizione che seguo con curiosità, è quella degli americani The Primals, che non avevo mai sentito prima. Il loro mix di grunge/punk/garage/stoner mi ha colpito positivamente, complice un’esibizione energica ed intensa, che anche i kids sotto al palco hanno saputo apprezzare.
A seguire tocca ai Brutality Will Prevail, che ho ascoltato distrattamente, mentre ordinavo uno spritz campari, troppo metallari per i miei gusti.
Si ritorna al open space, per l’esibizione dei mestrini L’amico di Martucci, che non si esibivano insiemedal 2014, se non erro. Sinceramente non li avevo mai ascoltati, più di tanto, e vorrei prendermi a testate, perché portano a casa un’esibizione più che positiva. Il loro punk rock grezzo e veloce, con cantato in italiano, mi ha fatto battere forte il piedino. Più che promossi. Conclusasi quest’esibizione, si prende una pausa per respirare e reintegrare le energie spese.

Ecco che arriva la prima sorpresa della giornata, e arriva dal Giappone, ovvero i Mustang. Non so come descrivervi i trenta minuti di streetpunk/oi! Cantato in giapponese, che questi ragazzi portano a Venezia. Non capisco una fava di quello che dicano le canzoni, ma sono catchy e pestate al punto giusto. La gente nel pit, infatti, è impazzita e sono partite le prime danze pazze della giornata. Per me i migliori del festival, 10/10, tutti a casa!
Altra pausa per reintegrare le energie, ed è quindi il momento dei Nabat. La band bolognese non ha bisogno di presentazioni, da solo il loro nome è una garanzia, e confeziona una prestazione maiuscola, suonando anche molto bene e con molta energia. Per loro, l’open space è pieno come poche volte ho visto, e risponde con un enorme pogo e svariati singalong. Sicuramente una prestazione difficile da dimenticare.

Altro giro in zona distro, ed è l’ora del set più atteso di quest’edizione, ovvero quello dei To Kill. La band romana ritorna a calcare un palco, dopo svariati anni di stop. Il loro show è uno dei più infuocati che abbia mai visto, sotto al palco sono tutti impazziti, dai kids appena maggiorenni, fino ai più grandi. Saranno innumerevoli gli stage diving, così come i lividi lasciati dai balli scatenati. Forse il mio momento preferito del festival.
Dopo un veloce cambio di stage, giunge il momento degli israeliani Not On Tour. Ero molto curioso di rivederli e di ascoltare la resa live dei pezzi del nuovo album. Li avevo visti in precedenza, quindi le aspettative erano alte, non sono rimasto deluso neanche un po’. Il quartetto suona ad una velocità impressionante e Sima si dimostra una grandiosa frontwoman, saltando e correndo ovunque, senza mai steccare una nota.
Balzo il live dei Payback, che mi dicono essere stato stupendo, e torniamo al nightstage per i Satanic Surfers, che ammetto di aver seguito distrattamente, complice la stanchezza ed i suoni, non proprio al top.

 

E così fnisce anche quest’edizione del Venezia Hardcore, forse la mia edizione preferita, il livello medio delle band è rimasto qualitativamente sempre alto. Non credo di aver trasmesso tutta l’atmosfera che questa kermesse porta con se.

Complimenti ai fioi dell’organizzazione, ci vediamo nel 2020, daghe.

Scritto da Moyano
Foto di Amanda Milan
A seguire una testimonianza video molto trVe a cura di Martino Perez. Grazie!

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