URLA NELLA NEBBIA vol. 3 (Eterotopia, 5 gennaio 2019)

Primo concerto del 2019, ho voluto esserci a tutti i costi a questo “urla nella nebbia vol. 3” per mille motivi, sapevo che sarebbe stata una bella serata e che avrei rivisto tanti amici, e ci tenevo particolarmente a vedere dal vivo dopo mezza vita i Tullamore, e per sentire dal vivo “storie tra bottiglie e ciminiere degli Urban Vietcong, ma vediamo com’è andata.
La serata parte molto presto, ora aperitivo, organizzato dai ragazzi di Pavia per autofinanziare la boxe popolare nella cittadina della bassa, arrivo prima possibile ma essendo stato a cena da mia mamma non mi va giù manco una mentina, quindi passo comunque per il sostegno e vado al bancone, le facce conosciute sono già tante, oltre ai gruppi sono presenti già tante persone e c’è un bel clima, e la sensazione di serata che sta per decollare, c’è tempo per scambiare due chiacchiere con Bebe prima che salgano sul palco, puntualissimi, i Bad Revenge.

Ovvio non c’è una calca impressionante, ma vuoi per i ragazzi che sono molto conosciuti e sottolineerei bravi, vuoi per i pantaloni molto poco skinhead di Skappe iniziano dei timidi spintoni e qualcuno si accalca sotto al palco per cantare. Per quanto mi riguarda apprezzo sempre quanto proposto dai Bad Revenge.

Salgono sul palco i Turn Against, gruppo a me sconosciuto per via del genere, il post punk hardcore, non troppo nelle mie corde, ma in fin dei conti sti ragazzi di Comacchio non sono affatto male e ne apprezzo la bravura ed una voce a dir poco spettacolare, compare anche una scala a pioli ed un tizio abbastanza molesto che spinge un po tutti, lo lasciamo fare  ovviamente perché siamo ad un concerto punk, se vogliamo stare fermi siamo nel posto sbagliato.

E’ il turno dei Tullamore, l’ultima volta li ho mancati causa orario improbabile (le 4 passate) per me, al seguito tanti Ultras della sud di Pavia, viene portata una bacinella con acqua a bordo palco, più tardi capirò a cosa servirà ed iniziano fortissimo scatenando un bel pogo ed i primi stage diving anche dalla scala, “avanti Ultras” con tanto di fumogeni, “grido di libertà”, “palude” e tutti i gioielli che li hanno portati a suonare con successo in tutta Italia, per “bassa padana Skinhead” salgono anche Skappe e la Dali e ciao ormai è una guerra sotto al palco, si stanno divertendo tutti tranne il tizio molesto di prima che al terzo fumogeno si incazza ed inizia a menare, tanto che si deve fermare il concerto per placare un po gli animi (ora che ricordo ho anche abbandonato la reflex sul palco vicino alla bacinella dell’acqua per portare via uno dei ragazzi coinvolti), dopo diverso tempo la cosa si placa, ma prosegue fuori e non so come va a finire. Da quello che ho capito si sapeva dei fumogeni, che oltre ad essere mooolto scenografici erano anche stati approvati da più o meno tutti, quindi bastava chiedere di smetterla senza alzare le mani, siamo in uno spazio sociale, circondati da persone come noi, che la pensano bene o male come noi e che si presume siano intelligenti e disposte al dialogo. Fine del pippone.

E’ il turno dei Dirty Artichockes da Torino, altro gruppo che non conosco e che ha l’infame compito di ricreare un po quella bella atmosfera che c’era prima della rissa, a parte che dalla prima nota resto a bocca aperta come un demente e mi chiedo dove cazzo ho vissuto fino ad ora, la band attacca con un folk irish punk tirato a mille con una voce da spavento, ed in parte riescono nell’intento, anche questo merito gli va dato, e tanti sono gli applausi ed i complimenti a fine concerto, se non li conoscete vi consiglio caldamente l’ascolto.

Non ho idea di che ora sia ma è tardino, salgono gli Urban Vietcong e presentarci il loro disco, sotto non c’è più la mega ressa di prima ma si canta comunque a squarciagola, loro comunque non si tirano indietro e spaccano tutto lo spaccabile e colpi di streetpunk nervoso e graffiante, “temprati come l’acciaio”, “storie tra bottiglie e ciminiere”, “cantico del condannato” senza dimenticarsi che siamo “Antifa dal 1591” ed i primi pezzi contenuti in “a colpi di machete”. Sul finale salgono anche i Tullamore per “drunken sailor” ed una intensa “black and tans”, a conclusione di una serata per me molto carica, ma che senza la rissa sarebbe stata più che perfetta.

Credo siano passate le 3 da un pezzo, non ho più il fisico per sti orari quindi saluto tutti gli amici rimasti e faccio i complimenti a chi riesce ad organizzare queste belle serate.

 

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