Una via per Strummer in Sardegna.

«Sono così forti e automatici i luoghi comuni relativi alla Sardegna, che siamo
portati ogni volta a considerare autenticamente sardo solo ciò che appartiene
– secondo le nostre malferme e malfondate conoscenze – alla
tradizione. Eppure, ci sono e ci sarebbero mille motivi – nascosti tra le
maglie della nostra storia, del nostro essere stati – che potrebbero
spiegare la naturalità – quasi l’ovvietà – della
mobilitazione di Tonara per intitolare una via al grande Joe Strummer. Questa è
un’isola che da sempre ha cullato i germi dell’eresia e dell’insubordinazione
alle sue stesse regole patriarcali e oppressive». Insomma, un’isola con l’anima
punk. Sono tanto sbalorditive quanto suggestive, e fin troppo chiare, le parole
che il piccolo comune di Tonara affida al suo sito internet (www.comunetonara.org)
per sostenere l’intitolazione di una via a quel John Graham Mellor fondatore e
leader dei Clash e grande padre del punk mondiale, accogliendo una richiesta
dei suoi cittadini nata e cresciuta su Facebook.

Per capire quanto sia coraggioso, questo piccolo comune, capitale del torrone
sardo e dei campanacci, patria del poeta Peppinu Mereu, e (rieccoci) del
rivoluzionario avvocato Vincenzo Cabras, leader dei moti sardi del 1794,
bastano le poche frasi citate per sostenere la scelta di intitolare la via
all’autore di versi come “Black people gotta lot a problems, but they
don’t mind throwing a brick (I neri hanno un sacco di problemi, ma non esitano
a lanciare un mattone)”.

«I tassi, altissimi, di emigrazione dalla Sardegna non raccontano solo la
storia della disperazione e della povertà di chi è partito – si legge
nelle motivazioni riportate sul sito di Tonara –. Raccontano anche la
vicenda di coloro – e sono stati tanti, lo sono anche oggi – che
cercavano all’estero un luogo dove poter vivere liberi dalle costrizioni
che una società dura, reazionaria e patriarcale come quella sarda spesso
imponeva ai suoi figli (e in particolare alle sue figlie). La ribellione al
sistema – una ribellione generazionale, ideale, libertaria – ha
dunque innervato le scelte di generazioni di sardi e di sarde, da secoli ormai.
E lo fa ancora oggi. E’ una storia segreta, questa qui, che prelude e che
spiega perché adesso in centinaia di villaggi sardi, all’ombra di un
nuraghe o dentro una vecchia casa campidanese, centinaia di ragazzi suonino i
pezzi dei Clash o quelli dei Doors, scrivano le loro canzoni e incidano le loro
autoproduzioni, senza per questo sentirsi meno sardi o figli minori di
quest’isola ventosa».

Sono forse le parole alate di un assessore alla cultura con il vezzo della
bella scrittura? No, sono il post di un blogger, in particolare quelle di
Giampaolo, Mr. jeMp, tratte dal blog su:Barralliccu (http://subarralliccu.wordpress.com/),
che il comune non esita a far diventare le sue per sostenere la scelta di
dedicare una strada (forse per la prima volta in Italia) al poeta del
punk-rock. Tanto poté la musica, tanto poté il web.
Fonte L’Unita’

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