Cominciamo con lo specificare una cosa: ALIENO si, ma fino ad un certo punto. Io il metal l’ho sempre ascoltato, gli Iron Maiden li ho seguiti dal 1990 al ’96, e 6 anni nella vita di un adolescente sono TANTISSIMI…poi i miei gusti si sono orientati altrove, ma ho sempre tenuto un orecchio rivolto a ciò che arrivava dal mondo del Metal. Occasionalmente vado a vedermi qualche band live, non abbastanza da poter essere accusato di “essere un metallaro”, ma abbastanza per non perdermi passaggi importanti della scena.
Detto questo, essendomi perso per motivi famigliari il giorno Ska-Punk, rimedio andando a vedere un po’ come se la cava il Rock in Idro nelle sue giornate Rock e Metal.
Intanto vi risparmio il pippone su “quanto era bello venire all’Arena Parco Nord di Bologna a vedermi l’Indipendent Days nei giorni belli della mia gioventù” e su quanto sia emozionante tornarci…mi limito a dire che la location è la migliore in assoluto per un festival, tra quelle (tante) che ho visto. C’è poca ombra, si, ma ringraziamo che il sole picchi, e ringraziamo anche la collinetta e l’estensione in larghezza dell’Arena, che permettono anche a chi è più svantaggiato verticalmente di vedere il palco praticamente da qualsiasi punto.
Ma passiamo all’analisi band per band del giorno Metal:
– BLACK STONE CHERRY: Purtroppo mi perdo gli Extrema, non sono un gran fan della band, ma volevo vedere come si comportano su un grosso palco. I BSC sono tanto banali su disco quanto esplosivi dal vivo. Tengono la scena in maniera esagerata, interagiscono alla grande col pubblico, spaccano dal punto di vista dell’esecuzione tecnica…e i pezzi guadagnano alla grande in potenza, “Blame it on the Boom Boom” su tutte.
– OPETH: Non conoscevo. E stavo meglio. Death metal, progressive, cantato growl, lunghi pezzi lisergici e d’atmosfera…ma che atmosfera vuoi creare alle 17 del pomeriggio sotto un sole che uccide? Vabbè, è solo un parere mio, alla gente piacciono molto, nonostante l’umorismo incolore tra un pezzo e l’altro l’Arena Parco Nord apprezza la band svedese.
– ALTER BRIDGE: Aprire per gli Iron Maiden non è mai facile, si sa che più si avvicina l’ora x più il fan medio degli Iron perde lucidità e l’equilibrio chimico del cervello cede. Eppure gli AB non ricevono bottigliate, sassi e insulti; fanno un concerto molto buono, tirato, coinvolgente, onesto, più o menosimile a quello proposto recentemente in Italia (2013) e portano a casa un altro buon successo…nei giorni successivi al concerto, sugli articoli di settore fa più notizia il fatto che non sono stati interrotti, che non l’esibizione in se.
– IRON MAIDEN: Come dicevo torno agli Iron dopo 19 anni di dieta, per me come per molti suoi fans dopo “Fear of the dark” la band semplicemente non è esistita a livello discografico (posso ancora ancora considerare buono “The X Factor” ma non oltre), ma si è limitata a portare avanti un mito rinnovato di concerto in concerto. Stasera non fa eccezione…pezzi d’antologia con mega sorprese come “Seventh son of a seventh son” e “Phantom of the opera” e classici intramontabili come “Run to the hills” e “Aces high”. “Wasted years” un po’ troppo rallentata rispetto alla versione di studio non la rende meno esaltante, ma stasera 25.000 persone hanno lasciato a casa la capacità di giudizio, e va bene così. Per me concertone, ma per i prossimi 19 anni sono a posto grazie.