TSUNAMI: L’ingrato

Eccomi qua! In questo inizio di 2006 mi trovo davanti al mio computer a recensire il primo vero cd degli Tsunami, intitolato l’Ingrato, atteso da molto e da molti.
Gli Tsunami sono un gruppo Hardcore alla vecchia maniiiiiera provenienti da Torino, dove sono già super conosciuti e seguitissimi con liriche interessantissime.

Il cd è super curato, è stato mixato da Tino Paratore, ed è stato coprodotto da ben 17 etichette mostrando la parte più salutare dell’Hardcore, ossia la collaborazione, tra le principali cito ovviamente la Dadadischi (che è gestita da loro), El Paso, Mastello recortz e poi tutte le altre, passando da quelle conosciute e datate a quelle più giovani e sconosciute.

Il booklet è molto curato, con i testi in italiano e le traduzioni in inglese il tutto farcito da delle belle foto e da una cura del dettaglio sempre più raro.
Il lavoro ha ben 14 canzoni che riempiono per ben 23 minuti questo fantasmagorico cd. Il loro sound verrà quasi sicuramente apprezzato dalle vostre orecchie, un buon Hardcore vecchia scuola che non eccede in brutalità e supervelocità , ma bensì in melodia e grazia del suono, con la giusta potenza che serve e imbellito da ottimi liriche.

L’album contiene 14 canzoni, tra cui l’ ”Intro” gradevolissima, “Enoma” l’unica canzone già presente nel precedente demo, naturalmente la grossa differenza col passato è il cambio di voce (e di cantante), ora le urla sono molto più potenti rendendo tutto il suono più aggressivo e potente.
Il cd scorre bene, canzone dopo canzone, non si sente mai nulla che stona.

Potrà sembrare una frase falsa e banale, ma trovo impossibile scegliere le canzoni più belle, tutte le song sprigionano una bellissima energia ed ogni lirica sputa in faccio rabbia e verità, composti con molta intelligenza e credo che saranno condivisi da molti di voi (almeno lo spero) e ce ne per tutti i gusti.
Per me è un cd grandioso che potrà essere ricordato per anni e anni e ancora anni, provate ad ascoltarlo, il prezzo come al solito è davvero misero

“Autoproduzione come scelta, non come ripiego. Perché faccio ciò che mi piace e mi piace ciò che faccio. Stiamo dimostrando, insieme a persone che ci sono affini ed amiche che esiste un modo per raggiungere sogni e bisogni che non ha niente a che vedere con cifre, classifiche, conformismo, apparenza. Non è un tatuaggio o una maglietta: è un pensiero sottile”

Voto: 10

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