I Transplants sono tornati. La superband formata da Tim Armstrong, Travis Barker e Skinhead Rob pubblica sotto Epitaph Records “In a Warzone”, terza fatica discografica dopo “Transplants” (2002) e “Haunted Cities” (2005).
Dei tre album questo può essere considerato assolutamente il più punk-rock e lo si capisce subito dai primi tre pezzi: In a Warzone, See it to Believe it (la mia preferita in assoluto) e Back to You sembrano indirizzare il disco verso quel punk-rock caratterizzato da cattiveria e melodia che ci piace parecchio. Il primo stacco è dato non tanto dalla successiva Come Around , quanto da Something’s Different, ovvero il mix tra rock e rap già riproposto in passato dai Transplants che tornerà nel proseguio del disco con la pessima It’s a Problem (scavato il punto più basso dell’album). Per il resto si parla di punk-rock con Any of Them (impreziosita dai soliti duetti Tim Armstrong-Skinhead Rob), Silence e All Over Again. Altra nota di merito per gli ultimi tre pezzi: Completely Detach, Gravestones and Burial Plots e Exit The Wasteland rappresentano una degna chiusura per un album che, rare eccezioni escluse, fila via liscio per una mezzora davvero di ottima qualità.
Per quanto mi riguarda “In a Warzone” ha qualcosa in più rispetto ai due dischi precedenti (che comunque non erano affatto male). Forse è proprio il fatto che questo è un album punk-rock, molto meno contaminato da altri generi musicali tanto cari ai Transplants, che dal mio punto di vista lo rende assolutamente il migliore di tutta la produzione del trio californiano.
Traclist:
In a Warzone
See it to Believe it
Back To You
Come Around
Something’s Different
Any of Them
Silence
All Over Again
It’s a Problem
Completely Detach
Gravestones and Burial Plots
Exit The Wasteland