Rosko’s, la prima storica band di Andrea Rock (Virgin Radio) torna a vent’anni dalla sua formazione per ribadire l’amore nei confronti del mondo manga/anime come metafora di inclusività e rivalsa sociale.
Escono oggi, venerdì 27 ottobre, i due singoli che segnano il ritorno discografico dei Rosko’s, band che dal 2003 al 2009 ha calcato i palchi di tutta Italia capitanati dal frontman Andrea Toselli, all’epoca vj dell’emittente Rock TV e oggi voce di una delle più importanti radio italiane.
I due singoli sono ispirati a due celebri titoli del mondo del fumetto giapponese: “Please Save My Earth” è infatti un omaggio a “Proteggi la mia terra”, mentre “Another Day To Slay” è dedicato a “Demon Slayer”. Il primo è uno shojo fantascientifico realizzato da Saki Hiwatari tra gli anni ’80 e ’90, diventato un grande cult e pietra miliare del manga. Il secondo è invece uno shonen ed è uno dei più grandi fenomeni recenti per il fumetto giapponese, con milioni e milioni di fan in tutto il mondo.
ASCOLTA “PLEASE SAVE MY EARTH”:
ASCOLTA “ANOTHER DAY TO SLAY”:
I Rosko’s nascono discograficamente nel 2003, con l’ep “Most Like The Struggle Of Death”, attraverso il quale presentavano il loro suono a metà strada tra il metal più classico e l’horror punk di stampo Misfits. La copertina di quel primo mini album fu disegnata da un allora giovanissimo Sergio Gerasi, oggi celebre autore di fumetti e graphic novel (Dylan Dog, Un romantico a Milano…), all’epoca attivo sulle pagine di Lazarus Ledd, tracciando già una linea di collegamento tra la musica dei Rosko’s e il mondo del fumetto.
Nel 2007 pubblicano il full lenght “Angel with single wing”, un concept album basato sul manga di Kaori Yuki “Angel Sanctuary”, sempre con Gerasi ad occuparsi dell’artwork d’ispirazione horror/anime.
C’è una sorta di filo rosso che lega le vicende dei protagonisti dei manga e i fan dei Rosko’s e dell’allora nascente scena emo/rock (My Chemical Romance, Bullet For My Valentine, Avenged Sevenfold): il senso di alienazione e rifiuto delle norme sociali.
“Punk, metallari, cosplayer e nerd erano quelli malvisti a scuola, sui mezzi pubblici e nei contesti sociali in generale” racconta Andrea “Rock” Toselli: “Oggi il tema dell’inclusività è di primaria importanza e siamo felici che gli episodi di bullismo siano finalmente considerati con la giusta rilevanza. Noi cantavamo ‘bleed, but never lose your strength’ proprio per dare forza a coloro che venivano presi in giro a causa delle loro diversità”.
A vent’anni di distanza i quattro musicisti milanesi si ritrovano per celebrare la forza della connessione tra il mondo della musica alternativa e quello del fumetto giapponese, proprio come strumenti di affermazione e rivalsa sociale.
“Vent’anni fa, quando abbiamo iniziato a fare musica insieme, i fan del punk, del metal e dei fumetti erano considerati degli emarginati nei contesti scolastici e sociali” continua Andrea: “Noi in primis eravamo troppo punk per i metallari e troppo metal per i fan del punk rock; non riuscivamo a trovare il giusto contesto nel quale proporci e quindi abbiamo dovuto inventare un modo per presentarci al pubblico, facendo leva sulla commistione di generi”
“I nostri primi fan erano ragazze e ragazzi con una spiccata emotività e mostravano difficoltà nel trovare il loro posto nel mondo” continua Andrea “Kappa”Costantini, bassista: “Con loro ci confrontavamo a fine concerto, ci confidavano le loro insicurezze e ci raccontavano le loro passioni, tra le quali spiccava ovviamente quella per gli shojo/shonen giapponesi”.
“Alcuni dei nostri brani erano stati caricati su YouTube in tempi non sospetti, come colonna sonora degli anime di riferimento” ricorda Riccardo Costarelli, chitarrista. “Oggi, per questioni di diritti d’immagine, non sono più rintracciabili, ma ci piace essere stati involontariamente precursori di quel fenomeno nel nostro Paese”
Sotto il profilo del suono la band ha sempre desiderato scavalcare le etichette di genere, al fine di creare un crossover funzionale al racconto proposto.
“Proveniamo tutti da ascolti differenti” dice Alessandro Tognoli, batterista: “Io provengo dagli Iron Maiden e dal metal classico, Ricky dai guitar heroes alla Van Halen/Steve Vai, Andrea era fan dalla scena hardcore e Kappa delle sonorità dark, post punk. L’unica band che piaceva all’unisono erano gli AFI che nel 2003 pubblicavano l’album ‘Sing The Sorrow’ prodotto da Rick Rubin… E da quel momento anche noi avevamo finalmente un punto di riferimento”
I brani sono stati prodotti da Andrea Rock, registrati, mixati e masterizzati in Attitude Studio a Milano da Gianluca Veronal e Alessandro Strada.
La distribuzione è a cura di Attitude Records con licenza Believe Italia.
Le grafiche sono state realizzate da Alberto Bocca.
Due gli appuntamenti live per il 2023 dei Rosko’s:
domenica 5 novembre a Lucca Comics & Games c/o Music Tent
venerdì 10 novembre al Rock’N’Roll di Milano per il format “Emo Sucks”
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