THOUGHT RIOT: Sketches of undying will

Non fatevi ingannare dal nome gente, perché nonostante siano quasi del tutto sconosciuti dalle nostre parti questo quintetto californiano ha tutte le carte in regola per fare breccia nel vostro indice di gradimento.

Prodotti dall’A-F Records, meglio nota come l’etichetta personale dei più celebri Anti-Flag, i Thought Riot giungono a breve distanza dall’esordio discografico datato 2002 al secondo lavoro in studio.

Il disco in questione, questo “Sketches of undying will”, credetemi è una vera e propria bomba a orologeria, dove forti richiami politici contro un sempre più incriminato governo Bush e un sound che varia dall’hardcore melodico a trame ben più complesse, sono al centro di una maturazione stilistica ormai raggiunta nonostante la giovane età dei componenti. Impegno politico dicevamo; è innegabile che le influenze subite dai loro datori di lavoro è plateale, ad iniziare proprio dai testi, autentiche rasoiate che spazzano ogni dubbio sul loro modo di pensare.
“Vogliamo essere per un popolo facilmente influenzabile come quello statunitense una fonte inesauribile d’informazione”, queste semplici parole penso rappresentino al meglio l’importanza dei testi all’interno del disco, dove coinvolgenti cori sparati a volumi elevati per essere facilmente compresi accompagnano Marc alla voce. Musicalmente rispetto al disco d’esordio i ragazzi sono migliorati parecchio, i nuovi brani godono di una freschezza compositiva segnata soprattutto dalla loro voglia di cercare nuove soluzioni per non essere scontati dinanzi a una scena ormai satura come quella melodica californiana.
br>Nulla di particolarmente difficile intendiamoci, ma song tremendamente spontanee e di facile presa, quelle che per intenderci ti si stampano per settimane in testa. Basta sentire le quattro bordate iniziali per farsene un idea più precisa, dove disapprovazione, disagio giovanile, chitarre che sfoderano passaggi ben riusciti e una sezione ritmica martellante presentano al meglio questa interessante realtà d’oltreoceano. Non mancano poi episodi più meditati, come in “The hermit of sils Maria” dove una continua alternanza tra urla e melodia al microfono donano una varietà d’interpretazione dei brani fino allo scorso disco impensabile.
“Sketches of undying will” è un disco fatto con cuore e testa, dove registrazione e produzione (al momento delle registrazioni sono intervenuti Andy Ernst che già lavorò con loro nel disco d’esordio e Paul Miner bassista dei Death By Stereo) donano un risultato finale notevole. Consigliatissimo ai seguaci di Anti-Flag e simili, ai restanti consiglio vivamente l’ascolto di qualche loro mp3.
Per maggiori informazioni andate sul loro sito ufficiale.

Voto:8

Tracklist:
01 With love, the underground; 02 You’re gonna die; 03 Glenview; 04 On new tablets; 05 Homeland insecurities; 06 The hermit of sils Maria; 07 Cycle of the streets;08 Hard words; 09 I voted for Nader; 10 A song in response to…; 11 Ink soaked pages;12 Walking stick for the weak;

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