THE STRANGLERS intervista a JJ Burnel

Intervista a JJ Burnel (The Stranglers) da parte di Mickey E.Vil (The Mugshots, Radio Onda D’Urto FM). In fondo alla pagina è possibile ascoltare la stessa in versione audio con sottotitoli.

Buona fruizione.

Stavo spulciando il web e mi sono imbattuto nella mia prima intervista all’amico JJ Burnel degli Stranglers: fu pubblicata da Punkadeka e risale al dicembre del 2003. Un bel po’ di acqua è passata sotto i ponti per JJ, per gli Stranglers, per l’Europa intera e per i fan degli strangolatori inglesi. Una cosa, però, non è passata: la voglia di JJ di stupire il pubblico con musica sempre fresca e senza tempo. Ormai gli Stranglers sono storicizzati ai massimi livelli: sono sulle enciclopedie della musica, hanno fatto un docu-film su di loro, hanno vinto riconoscimenti ma la voglia di stare sul palco e in studio pare essere la stessa che avevano nel 1976. La parola a monsieur Burnel!

Dunque, caro JJ, com’è andato il Back On The Tracks tour in Irlanda e nel Regno Unito?

Davvero bene: intenso, tutto esaurito tutte le sere…non potevamo chiedere di meglio e siamo felici perchè abbiamo sperimentato suonando qualche nuova canzone che ancora non avevamo registrato, il che ci ha permesso di suonarle immediatamente dopo il tour e registrarle molto velocemente!

Cosa si possono aspettare i fan dalle vostre date europee ed italiane?

I concerti italiani sono appena stati confermati, credo la settimana scorsa! Credo che proveremo a suonare tutto quello che abbiamo suonato nel Regno Unito…penso che abbiamo trovato un set molto bello con musica nuova, vecchia e del periodo centrale che mantiene vivo l’interesse.

Qual è lo stato effettivo della produzione del nuovo album?

Abbiamo cinque brani strumentali registrati e nel giro di poche settimane, quando torneremo dagli Stati Uniti…no, nelle settimane PRIMA di andare negli Stati Uniti, scusate…inizieremo a registrare parti di voce e di tastiere per cercare di completare i brani, dunque avremo cinque brani completi entro la fine dell’estate.

Lo farete uscire l’anno prossimo?

Spero di sì, non riesco a pensare di farlo uscire quest’anno perchè abbiamo così tante cose da fare…ma credo che per marzo del prossimo anno sarebbe ottimo! Non c’è fretta, non ci sono pressioni commerciali nei nostri confronti ed è una bellissima posizione in cui stare!

Sì, voi decidete quando vi interessa farlo uscire…

Esatto, sì…

Quali sono le tue impressioni sul film dedicato agli Stranglers di David Boni?

Beh, non abbiamo visto il film completo perchè ci sono ancora alcune piccole cose che lui deve sistemare…però sì, è un film molto onesto malgrado l’assenza di…beh, malgrado John, Paul Roberts e Hugh abbiano deciso di non prendervi parte c’è comunque abbastanza materiale di quelle persone da poter includere, ma non hanno voluto essere coinvolti: avrebbe potuto essere più interessante, credo! Comunque sia è davvero eccitante…

Come sta il buon vecchio Jet Black?

Beh, Jet è venuto alla premiére a Londra…non sta molto bene, dice di se stesso che “tutti i sistemi stanno crollando”, sai? Ma è sopravvissuto a chiunque altro nonostante sia stato un ragazzo molto cattivo! E’ molto deperito ma è cosciente della sua condizione…

Certo, certo…recentemente avete ristampato Feline, un disco che significa molto per me. Quali sono le tue sensazioni e i tuoi ricordi di questo album?

Per l’epoca era un disco molto sperimentale e simbolico perchè per me simboleggiava l’Europa: il Nord e il Sud, il Nord coi sintetizzatori e il Sud con le chitarre acustiche, il Nord industriale e il Sud più culturale. Certo, sono luoghi comuni ma si tratta del feeling generale che provavo! Abbiamo fatto sposare i sintetizzatori con i suoni acustici e pure con la batteria sintetica, che era effettivamente suonata ma aveva un sound sintetico, da batteria elettronica. Credo che abbiamo messo insieme un po’ di cose, non credo che altri abbiamo accoppiato l’elettronica alle chitarre acustiche!

E poi, più tardi, su Aural Sculpture avete introdotto i sax e il resto nel sound…

Sì, avevamo una sezione di ottoni che abbiamo provato a tenere per qualche anno…non sono convinto che fosse una grande idea! Ma per qualche anno ha funzionato per noi e abbiamo portato avanti la sezione di ottoni per 4-5 anni: sassofono, tromba e trombone. Infatti il sassofonista ha poi creato la sua band, i Propellerheads qualche anno dopo!

Oggi qual è il processo compositivo per la musica degli Stranglers? Voglio dire, provate insieme o gli individui portano singole idee?

Ci sono sempre state solo due persone che portano idee alla band: al momento si tratta di Baz Warne e me, in passato si trattava di Hugh e me. E’ necessario dare vita ad un’idea, forse come un piccolo seme e più si lavora insieme, più questo piccolo seme talvolta può divenire un grande albero! Ma inizialmente siamo io e Baz, poi ci mettiamo insieme a lavorare sugli arrangiamenti delle canzoni e quando crediamo di avere qualcosa di solido lo presentiamo a Dave e Jim!

…e loro arrangiano la struttura e aggiungono le loro idee e i loro strumenti…

Naturalmente, certo! Quello è il momento in cui sono coinvolti emotivamente e fisicamente negli Stranglers, ecco perchè tutte le composizioni degli Stranglers non sono individuali!

E per i testi?

Per i testi è la stessa cosa, sono miei o di Baz: la persona che ha scritto il testo è quella che lo canta!

L’anno scorso il cantante e autore italiano Enrico Ruggeri ha registrato uno special radiofonico su di te, su Jean-Jacques Burnel.

Davvero? Wow, non lo sapevo!

Te lo invierò! Hai sentito la musica dei Decibel, i pionieri della musica New Wave italiana dei tardi anni Settanta?

Sì, mi hai mandato i dischi, ti ricordi?

Sì, sì, decisamente!

Penso sia fantastica, quello che ho ascoltato di più – non ricordo ma menzionava i Sex Pistols, i Clash, gli Stranglers – era un disco davvero adorabile e ben fatto! Un’ottima padronanza musicale e audace! Dunque mi piacerebbe incontrarlo un giorno!

Quali sono gli aggiornamenti di JJ a proposito del Karate Shidokan e delle motociclette Triumph?

Beh, per il Karate Shidokan…non ho più così tanto tempo da dedicarvi, domani insegno a Londra, per molti anni è stato uno spettacolo per una persona sola e ora sono molto contento di poter affermare che ci sono altre persone che si stanno prendendo la responsabilità per esso. Sono solo la figura di riferimento ora, ci sono altri ragazzi e ragazze che hanno la responsabilità di portare avanti il corso. Ma talvolta sono ancora là, invecchiando diventa sempre più difficile mantenere quella forma fisica ma mi tiene comunque coi piedi per terra! Riguardo le Triumph, sono stato a bordo della mia oggi, è fantastica! Ne ho due al momento, una vecchia Triumph Sprint 955 del 2004 e una Thruxton R, che è una Café Racer, è fantastica…

LONDON – NOVEMBER 04: J.J. Burnel of The Stranglers in concert at Roundhouse, Camden November 4, 2007 in London, England. The Stranglers returned to Camden Town to wrap up a tour that started November 1, performing the same setlist as the Original Heroes Tour of 1977. (Photo by Chiaki Nozu/FilmMagic)

Quarant’anni sono passati dal tuo album solista di debutto, Euroman Cometh. Cosa pensi della situazione europea odierna?

(Ride, n.d.M.) Beh, credo che sia ancora una delle più grandi idee nella storia umana e penso che il problema sia stata l’accelerazione nel cercare di creare degli Stati Uniti D’Europa. Credo che l’abbiano fatto troppo velocemente senza considerare le differenze tra le diverse nazioni e all’interno di diverse nazioni! E anche le diverse culture, così abbiamo avuto improvvisamente un sacco di paesi che non hanno le stesse tradizioni degli stati fondatori il che ha creato vari generi di problemi,  per esempio l’immigrazione e il fatto che nessuno voglia assumersene la responsabilità! Fondamentalmente una grande idea che è stata leggermente sabotata! Ma cosa sarebbe potuto succedere se ci fossero state riforme dall’interno? Le strutture sono troppo inflessibili al momento, vedremo cosa succede nel futuro…quando ho fatto Euroman Cometh non si trattava di Unione Europea, bensì di Comunità Economica Europea, non si trattava di provare a creare una nazione tipo l’America o cose simili! Le cose sono cambiate…

Che ricordi hai del tuo secondo disco Un Jour Parfait e dell’album Fire And Water con Dave Greenfield?

Un Jour Parfait fu il mio tentativo di…beh, i francesi non sono molto bravi col Rock, sono meglio col Rap, sono molto bravi col Rap! Ma non hanno molta confidenza col Rock dunque volli fare un disco per lo più in francese per spianare la strada. Non sono sicuro che abbia avuto un gran successo ma è stato divertentissimo realizzarlo, allora! Il disco con Dave lo registrammo per aiutare un amico che stava facendo un film e fu un altro esperimento: credo che oggi lo modificherei parecchio ma all’epoca non ero così consapevole di tali bisogni…

 

Un messaggio e saluto finali per i fan italiani di JJ e degli Stranglers?

Certo, non vedo fottutamente l’ora di suonare ancora in Italia! Non abbiamo l’opportunità di suonare spesso in Italia perchè francamente non riceviamo offerte, sfortunatamente! E’ un posto dove amiamo venire, amiamo incontrare i fan italiani e penso che siano passati anni dall’ultima volta, dunque non vediamo l’ora di lasciare una buona impressione! Mi sorprende che non suoneremo a Milano!

Sì, decisamente…Bologna, Torino e Roma!

Non suoniamo a Roma da anni ed anni, decenni! Dunque con un po’ di amore avremo un pubblico da quelle parti, chi lo sa? Con un po’ di aiuto da parte degli amici potremo avere un pubblico!

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