Signore e signori…da Tacoma, Washington…
THE SONICS!!!
I loro due album del ’65 e del ’66, Here Are The Sonics e Boom, sono l’ABC del punk. Lo sostengono da sempre personaggi come Iggy Pop, Jack White degli White Stripes, lo ribadivano in ogni intervista Kurt Cobain e quella buonanima di Lux Interior dei Cramps, lo testimoniano generazioni di teenagers brufolosi che hanno fondato bands ispirandosi a Gerry Roslie e soci, decennio dopo decennio, a dimostrazione del fatto che la lezione dei Sonics non è stata scalfita dal tempo. Una formula tanto semplice quanto efficace: andare al nocciolodel rock’n’roll per estrarne l’essenza. Come? Agendo su volumi e distorsori, raschiando le ugole fino al dolore fisico.
Vedere i Sonics dal vivo è necessario. Non solo per toccare con mano un pezzo di storia ma anche (e soprattutto) perché il rock’n’roll, quello vero, è un’esperienza fisica, viscerale, e i Sonics ne sono una delle massime espressioni. Le tonsille al vetriolo di Gerry Roslie e il sixties-punk deragliante dei suoi compari, sempre al limite, raccontano più di cento libri il senso del rock’n’roll. Perché un concerto dei Sonics oggi? Per aprire gli occhi a chi pensa che il rock sia ormai un genere musicale come tanti, rassicurante e “istituzionale”. Non lo è, per fortuna. E i Sonics, nel 2010, sono qui a ricordarcelo. Al massimo del volume.
LUCA FRAZZI, Rumore – marzo 2010
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