Avete voglia di dormire? Con questo cd proprio non è il caso. I THE SLEEPING partono ritmati e pregni di sonorità cullanti, con dei riff che non si fatica a tenere a mente ; proseguono con una medesima programmaticità , scandendo il loro emo-pop dalle speranze rockeggianti che ricompensa di un piacevole ascolto. “Don’t hold back “ è il pezzo sensual pop-rock che rende subito l’album avvincente.
E’ debutto nella Victory per i giovani di Long Island che si erano fatti notare con il precedente “Believe what we tell you” ,presuntuoso nel titolo e caotico rispetto alle nuove idee messe in atto in “Questions and answers”: dal falsetto alle grida hc , dai ritmi sincopati alle ballate rock ,mix di momenti acustici in un tessuto sperimentale.Registrato e mixato da Michael Birnbaum e Chris Bitter (Coheed and Cambria , Staylight run) alla ricerca di suoni studiati e puliti simil Taking Back Sunday o Brand New .
“Heart beatz” ,. in memoria di John “Beatz” Holohan batterista dei Bayside scomparso in seguito a un incidente durante il tour del gruppo nel 2005, ha un finale chiaramente struggente e i The Sleeping testano musicalmente lo scontro tra la melodia sognante e la voce impostata e sicura di Douglas Robinson per lasciare poi più spazio alla prima che inizia a dirigere il gioco in un crescendo che rimane sospeso e irrealizzato. L’assolo di batteria di “The climb” lancia l’ascoltatore in una delle tracce migliori dell’album dalle sonorità screamo con urla appannate.
Eppure le atmosfere generali fanno riferimento a band progressive quali Incubus , At the Drive In e probabilmente Mars Volta.
Interessante notare le note jazz alla quinta traccia e la semplice ma attraente “Listen close” dai riff di chitarra sostenuti e applausi al culmine . ”King of hearts” è invece la ballata semi-acustica che si conclude tra sfumature elettroniche ed eruzione di cori di voci maschili incentrate sul ritornello.
I testi sono palesemente tristi : dalla morte di un amico a un amore perduto , che per chi non sa l’inglese sarà poca cosa ma almeno saprà che musica e lyrics si amalgamano bene. Dunque innegabile album malinconico , il cui titolo (sulla scia della “Domanda” degli Emery) vorrebbe ricordare agli ascoltatori di porsi continue domande in ogni momento : con questo album non troverete risposte ma buona musica per tenere occupato il cervello.