Giudicare un album come questo degli scozzesi The Murderburgers può risultare più difficile di quanto lo sia la loro musica.
Il logo della Monster Zero Records, etichetta del leggendario Kevin Aper, toglie qualsiasi dubbio su quello che andremo ad ascoltare. Per intenderci sperimentazioni elettroniche, o quant’altro di innovativo possa esistere, si trovano in un altro universo, non che questo mi dispiaccia sinceramente, e le influenze sono chiaramente evidenziate dalle t-shirts di Copyrights e Teenage Bottlerocket, che la band orgogliosamente indossa nella foto della copertina.
Conclusa l’introduzione andiamo diretti alla sostanza, che si concretizza in 22 minuti di punk-rock dal risultato altalenante.
Se musicalmente non c’è molto da dire visto l’accademico 4/4 che copre l’intera durata dell’album, tocca allora alla voce del singer Fraser essere croce e delizia di questo “ Semi-erect, semi-retarded, semi-detached”.
Alcune melodie superano davvero il limite dello stonato-da-punk-rock invogliandomi fin da subito ad alzare bandiera bianca.
Superato con un briciolo di pazienza l’impatto iniziale, tutt’altro che positivo, mi sono abbattuto per fortuna in brani come “Bottomfeeder”, “Stevie’s got a problem” e “Escape Route”, le cui metriche frenetiche danno sinceramente un qualcosa di personale a un prodotto ad ogni modo inflazionato.
Un disco destinato solo ai fanatici del genere, di quelli a cui bastano un paio di spillette “giuste” per ricordare che è pur sempre punk-rock.
Voto: 6+/10