Se vi pare di respirare aria di trovata commerciale meglio che vi carichiate di ossigeno : noti personaggi del mondo della musica hanno semplicemente voluto rischiare la faccia per un prodotto della Bay Area di San Francisco in cui confidano e che risulta realmente valido.
Solitamente Tim Armstrong (Rancid, the Transplants) tiene d’occhio gagliarde scoperte e stavolta è stato anche coautore di alcuni pezzi e produttore dell’album in questione insieme a John Feldmann (Goldfinger) , Mark Hoppus ( ex Blink 182 , +44 ) e Brett Gurenitz ( Bad Religion, nonché proprietario Epitaph).
I The Matches suonano un mix di power pop anni 80 e punk rock dai sottofondi elettronici , esaltando con testi semplici e immediati sull’amore e sul sesso , un adorabile lavoro che sfiora la linea della pazzia senza varcarla.
DECOMPOSER è il loro secondo album dopo “E.von dahl killed the locals”del 2004. Il cd si apre con dolci melodie di archi , corde e corni che si dileguano in tracce tutte differenti tra loro ma all’insegna dello psichedelico. Più si va oltre nell’ascolto e più il ritmo conquista. Per chi vuole farsi un’idea della band consiglio il brano “Drive” , anche se “Papercut skin” sfida l’ultimo singolo dei My Chemical Romance .
La velocità di “Little Magoons” la rende adatta a un dimenarsi sfrenato mentre “What katie said” è guarnita di un crescendo contagioso.
Li definirei una versione più vintage e indie-rock dei Panic at the disco!
Lavoro dunque riuscito e ben pensato.
Trcklist:
1. Album Preview 2. Salty Eyes 3. Drive 4. Papercut Skin 5. Clumsy Heart 6. Little Maggots 7. What Katie Said 8. Sunburn vs. the Rhinovirus 9. Lazier Than Furniture 10. Didi (My Doe, Part 2) 11. You (Don’t) Know Me 12. My Soft and Deep 13. Shoot Me in the Smile 14. The Barber’s Unhappiness