I Legacy sono uno dei volti nuovi più promettenti della scena hardcore britannica.
A confermarcelo ecco “Beyond hurt beyond hell”, disco d’esordio che ben sta facendo parlare e che finalmente è arrivato anche in Italia. A parlarci della band, del disco e dei progetti futuri è il bassista Joey.
Come avete dato il via al progetto Legacy?
Tutto è iniziato dal nostro batterista Andy e dal cantante Adam, che andavano a scuola assieme. Inizialmente la loro idea era quella di fare della musica un passatempo, per divertirsi tra amici e suonare qualche show in giro. Tutto questo fino alla registrazione del primo demo e a quando iniziarono a dividere il palco con ottime band come Count Me Out e American Nightmare. Da lì in poi iniziarono a darsi da fare credendoci veramente! Io e il chitarrista Joey arrivammo in quel periodo di trasformazione visto che il bassista e il chitarrista della line-up oroginale lasciarono la band a breve distanza l’uno dall’altro. Abbiamo sudato parecchio per entrare nella band e devo dire di essere tuttora molto soddisfatto di come sono andate le cose sinora.
Come pensi debba essere recepito un disco come “Beyond hurt beyond hell”?
E’ una classica produzione hardcore, tutto qua. Penso non sia il classico prodotto capace di entrare nelle classifiche o di vendere milioni di copie, è un disco molto passionale con al suo interno delle liriche davvero forti e di questo ne siamo orgogliosi. Personalmente ho sempre preso come esempio di band meritevole i Modern Life Is War e se i Legacy riescono ad avvicinarsi anche un minimo al loro temperamento beh, ne sono felice.
Quali band hanno influenzato questo disco d’esordio?
Posso citarti nomi quali Danzig, Turning Point, Unbroken e Nirvana. Ma tengo a sottolineare che queste sono band che hanno dato una linea stilistica alla band, il grosso del lavoro è stato fatto da noi prendendo spunto dai moltissimi gruppi coi quali abbiamo diviso il palco e dalle ore perse in studio a provare ogni tipo di soluzione.
Ora che l’album è nei negozi, cambieresti qualcosa al suo interno?
Domanda interessante… Visto tutte le fatiche fatte ti dico di no, siamo tutti estremamente orgogliosi di come sia uscito il disco. Non puoi capire quante fatiche economiche e di tempo abbiamo fatto per far sì che “Beyond hurt beyond hell” fosse un buon disco e ascoltandolo ora non posso che dirmi soddisfatto dal risultato finale. Magari prova a rifarmi questa domanda tra cinque mesi, forse sarò più obiettivo! (risate)
Come dividete il lavoro in fase di composizione? O meglio quali sono le gerarchie?
Adam si occupa di tutti i testi. Ciò non significa affatto che lui monopolizzi i temi del disco, semplicemente troviamo intelligente che sia il cantante a occuparsi delle liriche. Lui è quello chiamato a salire sul palco e cantare i pezzi e proprio per questo troviamo sia gratificante per un cantante poter esporre le proprie idee cantandole. Il sound invece è un elemento sul quale lavoriamo tutti assieme. Magari quando sei solo studi una parte e una volta riuniti tutti si cerca di migliorarla!
Quali progetti live avete in cantiere?
Molti. Innanzitutto presto prenderà il via un tour promozionale che toccherà molte città della Gran Bretagna, mentre per l’autunno contiamo di arrivare nel nord Europa. In seguito ci concentreremo su un tour europeo vero e proprio e quello americano che stiamo cercando di mettere in piedi proprio in questo periodo!
Hai un messaggio per i nostri lettori?
Grazie mille dello spazio concessoci! Se avete modo di ascoltare “Beyond hurt beyond hell” lasciateci un messaggio sulla nostra pagina MySpace! (www.myspace.com/thelegacy)