La mia inguaribile abitudine di scrivere di dischi solo dopo averli ricevuti fisicamente mi porta a parlarvi, in clamoroso ritardo, di “Skeleton Coast” dei Lawrence Arms. Uscito per Epitaph Records lo scorso luglio, il nuovo lavoro del power trio di Chicago è il successore di “Metropole” del 2014 (nel mezzo la raccolta “We Are The Champions Of The World (A Retrospectus) del 2018). L’album si forma di 14 tracce che seguono la strada intrapresa dai Lawrence Arms già da parecchi anni, ovvero quella di un punk rock melodico, semplice, senza strafare e dai risultati più che soddisfacenti.
“Skeleton Coast” si apre con Quiet Storm, pezzo che preferisco di tutto l’album, in cui la voce si Chris McCaughan ci accompagna attraverso una visione della vita non del tutto ottimistica, e continua passando per tutta una serie di pezzi che non fanno altro che confermare la capacità dei Larry Arms di comporre canzoni semplici ma allo stesso tempo di grandissimo impatto: su tutte Belly of The Whale, miglior pezzo di Brendan Kelly presente su questo album nel quale spicca una meravigliosa doppia voce sul ritornello, già molto musicale in sé, Last, Last Words, con la voce riverberata di Chris che aggiunge quel non so che di malinconia a una parte musicale iper melodica, Ghostwriter, anch’essa cantata e composta dal chitarrista della band e anch’essa fatta di melodia, nostalgia e pessimismo e Goblin Foxhunt interpretata dall’inconfondibile timbro vocale di Brendan. Meritevoli di menzioni anche Lose Control, manifesto di punk rock melodico, e Don’t Look at Me in cui aumentano i bpm e il sing along del ritornello si stampa subito in testa.
Niente di impegnativo ma semplicità che paga e “Skeleton Coast” ne è un esempio lampante, questo mi è sempre piaciuto dei Lawrence Arms.
Tracklist:
Quiet Storm
PTA
Belly of the Whale
Dead Man’s Coat
Pigeons and Spies
Last, Last Words
(The) Demon
Ghostwriter
How To Rot
Under Paris
Goblin Foxhunt
Lose Control
Don’t Look At Me
Coyote Crown