THE FULLERS : Cheers

Si chiamano THE FULLERS, arrivano dal New Jersey (Stati Uniti) e il 24 Aprile hanno rilasciato “Cheers” (il loro secondo album).

Prodotto da Pete Steinkopf dei Bouncing Souls e pubblicato sotto Sbam Records in Europa e ProRawk Records negli Stati Uniti, l’album ha la capacità di abbracciare diverse generi che vanno dallo skate punk al Oi più classico, attingendo anche nel country, e accompagnandosi sempre a dei cori ben fatti. Dieci canzoni dai temi più o meno personali che si intrecciano anche alla letteratura.

L’album si apre deciso con un inno rock intitolato “My Good Friends” che ci giunge come un omaggio, un brindisi come cita il ritornello (Here’s a toast to all my friends), a quei dischi, a quei autori che spesso con i loro testi finiscono per fornirci preziosi consigli, così come succede al protagonista che addirittura cita Joey Ramone e Shane Mcgowan come influenze sulle scelte della sua vita.

Il secondo pezzo “Remember Me” aperto da un buon riff e un bel giro di basso, a orecchio sembra rifarsi a Bro hymn dei Pennywise. Riesce a conquistare fin dal primo ascolto e dimostra il potenziale a cui si presta la band nei live. Ricorda a noi di tutte quelle volte che ci siam ritrovati a fare delle grandi cazzate, chiedendoci il poi di come sia stato possibile.

In “Tell the world” il ritmo dettato dalla batteria di Rob Spahr si fa molto più serrato e veloce mentre la voce di Pete Vincelli inizia a spingere in alto, ottenendo come risultato un bel calcio alle paure e alle avversità.

Con “These Days” dal ritmo marcatamente skatepunk, si passa a un tema più romantico: il protagonista si rivede con la sua lei, nelle avventure di Bonnie e Clyde, ed è pronto ad affrontare quelle difficoltà che un giorno saranno un piacevole ricordo in cui si è avuta la forza di trovarsi.

Richard Parker“, è un pezzo davvero piacevole da ascoltare, che scivola via in poco più di due minuti, e a orecchio ricorda qualcosa dei Cock Sparrer. Rivive gli ultimi momenti del mozzo “Richard Parker” che sopravvissuto a un naufragio, subisce la stessa sorte del personaggio delle “Avventure di Arthur Gordon Pym (romanzo di Edgar Allan Poe) di cui porta lo stesso nome. L’assurda realtà che riprende la fantasia.

My Carolina Home” con il suo country alla Johnny Cash e quel pizzico di punk, ci parla di tutte quelle volte che ripensiamo a quanto le cose sembrassero più semplici un tempo.

Cold And Drunk” la canzone più breve dell’album, in cui il microfono passa al bassista Ian Egloff, è un vero e proprio concentrato di punk rock, accompagnato in sottofondo da un bellissimo gioco di cori, dipinge quello scenario di quanto vedi tutti gli amici sposarsi e aver figli, mentre in te sorge il timore di restar solo.

Beatrice” forte di influenze e cori Oi, va a pescare nella Divina Commedia, con l’uomo disposto a scendere all’inferno per poter raggiungere il cuore di Beatrice, e ritrovare così il suo amore da tempo perduto.

Il punk melodico e il basso prepotente rifanno capolino in “This girl is creazy”, penultimo pezzo che parla di quelle volte che inconsapevolmente si finisce per innamorarsi della persona fino ad allora non sopportata.

Chiude l’album in modo perfetto “New Year’s Eve” : un pezzo acustico che si arricchisce della voce di Yotam Ben Horin degli Useless Id, e ci regala una speranza per un domani migliore, invitano a non piangere sul passato, ma a guardare avanti e sorridere.

https://thefullersnj.bandcamp.com/

https://www.facebook.com/FULLERSNJ/

 

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