Torna Mick Collins con la sua sgangherata e rumorosa combriccola a nome Dirtbombs e come ogni volat quando sento il suo nome, le mie antennuzze vibrano.
Per i meno informati, Mick Collins altri non è che il membero fondatore dei (furono) Gories dai quali più o meno rinacque Detroit: se vi piacciono tanto i White Stripes dovete ringraziare sto tipo, senza il quale forse non ci sarebbero mai stati (Beh forse piscio un po’ fuori dal vaso, ma devo metterla giù “golosa” se no non vi viene voglia di andare a scavare…)
Rispetto al passato, pare che la ricerca di Mick si orienti maggiormente sul Rhythm & Blues dei sixties (“Sun is shining” “Earthquake Heart” o la divertentissima “I’m though with White Girls”) più che sul garage punk e il rock’n’roll, nonostante i primitivi “jungle rhytms” e gli echi cavernosi che erano un po’ il “marchio di fabbrica” dei Gories tornino di volta in volta a farsi sentire (vedi ad esempio “Thunder In the Sky”) intervallati da canzoni dal respiro un più ampio e dall’aria “glam” muscolosa (più Gary Glitter e T-Rex che i “raffinatoni” effimminati dell’epoca) come ad esempio in “21st century Fox” o “Motor City Baby” .
In chiusura due cover, una di Brian Eno, l’altra di Robyn Hitchcock, che paiono una specie di “nota a piè di pagina” a corollario dell’album.
Tirando le somme: se non un disco da dieci e lode, almeno un bell’otto emezzo se lo strappa, e a parere di chi scrive,ancora una volta “er mejio” viene dal basso ( e lì resta purtroppo).