E’ passato più di un mese dall’unica data italiana dei Copyrights e con imperdonabile ritardo mi accingo a raccontarvi quella che è stata una bellissima serata in quel di Genova. Il programma prevede appunto la presenza dei quattro punk-rockers dell’Illinois, tra le band più interessanti degli ultimi 10 anni, accompagnati per tutto il tour europeo dai francesi Not Scientists, vera e propria rivelazione. La line up è poi completata dai livornesi Biffers e dai padroni di casa Cocks.
Arriviamo in anticipo al Terra di Nessuno, bellissimo CSA nel bel mezzo del niente del capoluogo ligure, e i Cocks non hanno ancora aperto le danze. Giusto il tempo di qualche chiacchiera coi molti amici lombardi accorsi per l’occasione che il quartetto genovese attacca con il suo punk-rock semplice, diretto e sincero che scalda a dovere il già numeroso pubblico presente. Viene presentato quasi per intero l’album d’esordio “Emergency Exit”, più un paio di pezzi nuovi: lo stile Face To Face/Dear Landlord dei Cocks, aggiunto alla carica e alla passione che i ragazzi mettono in ogni singolo pezzo, viene apprezzato eccome dal resto della sala. Se da disco mi sono piaciuti, il live ha confermato quanto di buono questi quattro ragazzi possono offrire. Promossi a pieni voti.
Dopo altre chiacchiere e le solite offese a qualsiasi tipo di divinità contemplata (perché focalizzarsi e fossilizzarsi su un solo dio? Almeno siamo un po originali….) è già giunto il momento dei Biffers. Ho perso il conto delle volte che ho visto live il terzetto di Livorno City, sono come fratelli ormai ed è forse proprio per questi motivi che posso dire di averli sentiti suonare meglio in altre occasioni. I pezzi ci sono (ribadisco che Falling Down e My Records sono tra le canzoni più azzeccate che abbia mai ascoltato), quello che forse è mancato a Darione, Pasqui e Tommi è un po di carica e di omogeneità nel loro live. Per il resto i Biffers alternano pezzi dell’album d’esordio “Whoa!” a canzoni nuove, ugualmente molto molto efficaci, e anche se non mi hanno fatto Happiness For Madness li perdono lo stesso.
La sera stessa i tre partiranno per un tour spagnolo e nonostante le raccomandazioni di Tommi sul fatto di non partire estremamente tardi, partiranno estremamente tardi: pochi di buono.
Altra birretta al bancone prima dell’esibizione dei Not Scientists. Montata la loro backline sul pavimento del TDN (Hardcore!) noto con estremo piacere la presenza nella band di Lione di Motor Ed (UncommonMenFromMars, Sons Of Buddha) e Jim (UncommonMenFromMars, si proprio quel Jim che le ha giustamente date a Brian Molko dei Placebo come racconta il pezzo degli UMFM “Jim Got In A Fight With Brian Molko“) che confermano, se mai ce ne fosse stato bisogno, di essere musicisti con la M maiuscola. I quattro francesi sfoderano una prestazione da incorniciare: il loro è un punk-rock articolato, fatto di cambi di ritmo, chitarre talvolta più pulite e pezzi tiratissimi, una sorta di incrocio tra Menzingers e Hot Water Music tanto per intenderci. Sono rimasto fulminato dal live dei Not Scientists tanto da acquistare il 7” d’esordio “Leave Stickers On Our Graves”, anche se secondo me da disco perdono qualcosina. L’unico rammarico è non essermeli approfonditi prima di questa serata: spero di ritrovarmeli davanti molto presto.
E’ arrivato dunque il momento che tutti aspettavano: quello del ritorno in Italia dei Copyrights e l’aria comincia ulteriormente a surriscaldarsi in questa già caldissima sera di fine estate. La band di Carbondale manca da troppo tempo dal nostro paese, questo fa si che l’attesa sia spasmodica e la risposta del pubblico assiepato davanti ai microfoni lo dimostra. L’atmosfera è delle migliori quando il quartetto (per l’occasione accompagnato dal filantropo Mikey Erg dietro le pelli) attacca subito forte con Trustees Of Modern Chemistry, Shits Fucked e Hard-Wired. Si susseguono continui faccia a faccia tra Adam e il pubblico, tra sing along e addirittura crowd surfing scatenati. I Copyrights attingono da tutta la loro discografia (eccezion fatta, se non sbaglio, l’album d’esordio “We Didn’t Come Here To Die”): ricordo Two Left Feet, Sleepwalker e Charlie Birger Time di “Learn The Hard Way”, Worn Out Passport e Crutches di “North Sentinel Island”, Button Smasher e Cashiers di “Mutiny Pop” e Planet Earth 1994 e Kids Of The Black Hole di “Make Sounnd”. Dell’ultimo bellissimo album “Report” vengono eseguite solo No Knocks e Keep The Change.
Un’ora di live show infuocato nel quale i quattro punkers americani hanno dato veramente il meglio di loro stessi mandando in delirio locals e non locals.
Dopo la fine del concerto ci intratteniamo ancora un po a chiacchiera con i vari amici e con le band stesse e, parlando del più e del meno, dobbiamo fare i conti con una piccola doccia fredda: Adam ci conferma come i Dear Landlord non torneranno a suonare, almeno in tempi brevi. Detto questo una menzione particolare va ad Alberto, ai ragazzi dell’organizzazione e a quelli del TDN: non solo sono riusciti a riportare in Italia i Copyrights, ma hanno contribuito a creare un’atmosfera unica, di quelle che solo il punk-rock sa regalare.