A oltre tre anni di distanza rincontriamo sulle pagine di Punkadeka.it i newyorkesi The Casualties, sempre arrabbiati ed impegnati più di prima con il loro nuovo album “Under Attack”.
In attesa della loro unica data Italiana a inizio dicembre, scambiamo due parole direttamente con la band per scoprire le ultime novità e qualcosa in più di loro..
Il vostro precedente lavoro “On the frontline” è uscito per l’etichetta One side dummy records e non più per la Punkcore records, così come il vostro ultimo cd “Under attack”; ci sono motivazioni personali sotto o è solo un semplice passaggio di consegne?
I nostri ultimi tre dischi sono usciti per la SideOneDummy. SideOneDummy è una grande etichetta, bella gente e bei gruppi.. amiamo i Flogging Molly, i 7 Seconds, The Briggs o i Bedouin Soundclash.
Dal ’92 a oggi sono cambiate molte cose, musica e testi si sono evoluti, i membri della band sono cambiati; tu Jorge unico superstite della formazione originale ci puoi dire cosa è rimasto uguale agli inizi?
Io penso che l’amore verso la musica punk non è cambiato … questo credo che sia il punto fermo della nostra carriera.
Avete diviso il palco con mostri sacri della musica come Sham69, Uksubs, Gbh, Menace e tanti altri.. è rimasto qualche gruppo con cui amereste dividere il palco?
Ci sarebbe piaciuto dividere il palco con i Clash e i Ramones.
Cosa significa essere dei punx americani? Come vivete il punk nella terra del potere?
Noi cerchiamo di attaccare il sistema girando la nazione e cantando le nostre idee.
Abbiamo notato che nel vostro precedente lavoro “On the front line” il vostro suono si è fatto più duro e pesante rispetto ai vecchi album. In “Under attack” siete invece tornati a sonorità più vivaci e leggere, c’è qualche motivo che vi ha spinto a tornare indietro? E chi o che cosa ha influenzato il sound di “On the frontline”?
E’ un album arrabbiato. Se non riuscite a vedere come sta andando il mondo, vuol dire che date poca importanza anche alle cose che vi circondano… Infinite guerre, crimini, crisi ecocomica, degrado, senza tetto… Tutto questo, a volte mi porta a pensare:” FUCK IT!!! ce lo dovevamo aspettare! ..e tutte le speranze le butto da una fottuta finestra”.
Quanta importanza date al vostro look? È così indispensabile per voi spendere il vostro tempo per prepararvi? Insomma da noi in Italia si dice spesso “Punk nella testa e non nella cresta”; voi che ne pensate?
Fa tutto parte del Punk!… essere differenti… questo è fondamento del punk… avere un look differente da tutto quello che può essere considerato mainstream!
Com’è nata l’idea di fare una versione spagnola dell’album “On the frontline”?
Jorge è dell’Equador e Rico ha radici a Puerto Rico. Poi abbiamo moltissimi fan latini…
L’ultima volta che siete venuti in Italia nel 2003 a Pavia, avete fatto un gran bel live (dove tra l’altro nel pomeriggio Marco Balestrino era stato aggredito da alcuni nazi); ora che dopo tre anni tornate in Italia in una grossa città come Milano, quali sono le vostre aspettative riguardo il pubblico, l’ambiente e il concerto?
Non vediamo l’ora di suonare in Italia! Ringraziamo tutti quelli che ci hanno supportato in questi anni e hanno continuato a farlo fino adesso permettendoci di suonare in un posto come Milano.
Anni fa avete scritto una canzone contro gli hippies “Kill the hippies” appunto, oggi la riscriveresti? E con tutti i problemi che ci sono al giorno d’oggi, credi ancora che gli hippies siano un problema verso cui combattere?
Questa canzone fu scritta per gioco, uno scherzo… è una presa giro della vecchia rivalità che c’era tra punke hippies..
Rispetto ai primi anni, ora la musica vi basta per vivere? O ancora fate parte dei musicisti lavoratori?
Viviamo per il gruppp ma s siamo a casa per lungo tempo facciamo anche altri lavori.
A 5 anni dal tragico attentato di New York, com’è cambiata la vostra vita da allora? E cosa avete provato in quei momenti di terrore?
Quel giorno mi sentii veramente triste. La nostra vita è cambiata per sempre… Abbiamo perso parte dello skyline di New York City, centinaia di innocenti hanno perso la vita e siamo entrati nek momento più “fucked” della storia americana.
Il vostro ultimo cd si intitola “Under attack”, com’è nato il titolo? A quale attacco siete soggetti e da chi siete attaccati?
In “Under attack” si riassume la tensione del mondo in cui stiamo vivendo.. dalle guerre agli attacchi terroristici.
Nella vostra carriera nessuno major vi ha fatto qualche lusinga?
NO.