Gli Ammonoids (in italiano “ammoniti”) sono molluschi cefalopodi, ovvero molluschi esclusivamente marini, tra i più evoluti, comparsi nel Devoniano Inferiore. Ma come sono fatti? Se siete mossi dalla curiosità come me, potete trovare una raffigurazione di queste simpatiche creature marine nella coloratissima copertina (che adoro, ad opera di Marcoabout dei Twister, altro gioiellino punk capitolino) del primo EP di un trio romano, portavoce del punk rock melodico per eccellenza, con leggere sfumature hardcore e ska. Gli abissi musicali esplorati dai The Ammonoids ci fanno viaggiare attraverso sonorità punk rock anni ‘90 stile primi Green Day; penso in particolare ai bellissimi 1,039/Smoothed Out Slappy Hours e Kerplunk, usciti per la Lookout Records, storica etichetta dell’East Bay sotto la quale hanno inciso gruppi del calibro di Operation Ivy (la loro splendida Knowledge è ormai entrata nel repertorio dei Green Day), The Queers, Rancid, Screeching Weasel e molti altri.
I The Ammonoids sono nati nel 2013, tuttavia il loro primo EP, Devonian, registrato e mixato da Valerio Cascone al The Lab (Roma), è uscito tra agosto e settembre dello scorso anno. Il trio ha fatto della calma una virtù; infatti, Devonian è un mare di freschezza: 6 tracce che si susseguono armoniosamente e che esplorano i fondali del punk rock melodico, con qualche striatura appunto più hardcore come nel caso di Hybrid Fear (rimanendo in tema Green Day, la considero la “Take Back” dell’EP!) e ska e qualche ritmo più arabeggiante, che marchia ulteriormente l’originalità della band.
Il primo brano, On the Run (For fun), apre l’EP e ci mostra come la band sia la degna erede dei loro gruppi di ispirazione, come NOFX, No Use For a Name; in particolare, questo brano mi fa pensare ai Mr T Experience, con il loro Love is Dead. Un punk semplice, diretto ed efficace.
Si passa al secondo brano, Hybrid Fear, la mina hardcore dell’EP. Voce arrabbiata, riff di chitarra fulminei che si susseguono a ritmi più arabeggianti. La canzone esprime la rabbia che si evince dal testo, contro four motherfuckers. Realtà o finzione? Who knows!
Con Agnes, il terzo brano, si torna a ritmi sempre veloci ma più melodici. La canzone si apre con un solo di chitarra che ritroveremo anche in seguito, la voce a tratti è più dolce per poi diventare più intensa e rabbiosa.
Laurentina Tower è la quarta canzone dell’EP; 56 secondi, uno sprizzo di velocissimi riff; un’immersione nei quartieri di Roma Sud.
Do you remember, il quinto brano, presenta un’apertura dai toni energici, che sfociano in ritmi più arabeggianti e qualche linea ska. This is not a love song dicono i PIL… in questo caso si tratta di una storia d’amore finita male, di quelle che lasciano l’amaro in bocca: “Think back when we were one – Back in days, far away – Now being apart is just such a shame”.
L’ultimo brano, Let her go, chiude magicamente l’EP. È un brano apparentemente più dolce se lo ascoltiamo senza prestare attenzione alle parole; in realtà è come uno sciroppo inizialmente dolce ma dal retrogusto amaro! Si tratta forse del continuo di Do you remember? L’inizio del testo mi fa pensare così: “This time your departure Is decided by me – Don’t follow me, that’s my last will”; tuttavia, nella musica è importante anche lasciare spazio alla propria interpretazione, essendo una forma d’arte! La canzone parte con voce e chitarra, come un mare calmo, per poi trasformarsi in una piacevole burrasca: la velocità e la precisione del pezzo ti travolgono e, ascoltandola, ti lasci travolgere.
Sono rimasta piacevolmente colpita dall’EP di questo trio romano e la curiosità di ascoltare i loro nuovi brani è irrefrenabile! La band ha recentemente annunciato che ad agosto tornerà in studio per registrare ben 14 tracce! Stay tuned!
Curiosità: La band, nonostante nei testi non faccia riferimenti particolari, ha recentemente dichiarato, visto il momento particolare che stiamo attraversando, di essere Antirazzista, Antifascista, Antisessista, Antiomofoba, contro ogni tipo di xenofobia e di oppressione. Inoltre, I The Ammonoids sostengono il movimento Black Lives Matter e le rivolte negli USA. Hanno infatti deciso di partecipare ad un’iniziativa a sostegno di Unicorn Riot, un collettivo non-profit di artist* e giornalist* american*, al quale daranno l’intero ricavato delle copie digitali di Devonian scaricate sul loro Bandcamp.
LINE-UP:
Matteo – voce, chitarra
Giacomo – basso, cori
Lorenzo – batteria, cori
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