A cinque anni di distanza dall’ultimo lavoro, Screaming Bloody Murder, i canadesi Sum 41 tornano con un nuovo spettacolare LP, 13 Voices, uscito il 7 ottobre scorso sotto l’etichetta Hopeless Records.
Se ascoltandolo vi sembra di sentire delle tracce particolarmente forti, con un’intensità quasi intima, la ragione è una sola. 13 Voices è stato prodotto interamente da Deryck Whibley, frontman della band, durante il suo percorso di riabilitazione. Lo ricordate? Nel 2014, dopo un malore che l’aveva colto in casa davanti alla tv, era stato portato in ospedale: salvato per un pelo dopo un collasso di fegato e reni (in effetti l’alcol era diventato il suo irrinunciabile compagno di vita – e ora gliene basterebbe un goccio per rischiare di andare all’altro mondo). A letto, debilitato, ha trovato nella musica la ragione per rialzarsi, più forte di prima. E il prodotto della sua battaglia è stato un album che gira inevitabilmente intorno ai temi della vita e della morte – non solo in senso metaforico, della rinascita, della rivincita personale contro un nemico sempre in agguato. A livello di sonorità forse ci si sarebbe aspettato di sentire qualcosa di più arrabbiato, un po’ nello stile di Screaming Bloody Murder (con quell’effetto che ci piace un sacco, da “manata in faccia e pugno nello stomaco”), ma l’impronta dei Sum 41 è comunque fuori discussione.
Il nuovo album segna inoltre il ritorno dell’ex componente Dave Baksh, che affiancherà Tom Thacker alla chitarra, riportando la band alla sua originaria formazione a cinque. Un’ottima scusa per andare a vederli dal vivo.
Quindi, se vi state ancora strappando i capelli per non essere riusciti a vederli live lo scorso agosto, compratevi già i biglietti per uno dei tre concerti previsti in Italia per gennaio 2017. Nell’attesa avete tutto il tempo per studiarvi l’album a memoria.
Se ascoltandolo vi sembra di sentire delle tracce particolarmente forti, con un’intensità quasi intima, la ragione è una sola. 13 Voices è stato prodotto interamente da Deryck Whibley, frontman della band, durante il suo percorso di riabilitazione. Lo ricordate? Nel 2014, dopo un malore che l’aveva colto in casa davanti alla tv, era stato portato in ospedale: salvato per un pelo dopo un collasso di fegato e reni (in effetti l’alcol era diventato il suo irrinunciabile compagno di vita – e ora gliene basterebbe un goccio per rischiare di andare all’altro mondo). A letto, debilitato, ha trovato nella musica la ragione per rialzarsi, più forte di prima. E il prodotto della sua battaglia è stato un album che gira inevitabilmente intorno ai temi della vita e della morte – non solo in senso metaforico, della rinascita, della rivincita personale contro un nemico sempre in agguato. A livello di sonorità forse ci si sarebbe aspettato di sentire qualcosa di più arrabbiato, un po’ nello stile di Screaming Bloody Murder (con quell’effetto che ci piace un sacco, da “manata in faccia e pugno nello stomaco”), ma l’impronta dei Sum 41 è comunque fuori discussione.
Il nuovo album segna inoltre il ritorno dell’ex componente Dave Baksh, che affiancherà Tom Thacker alla chitarra, riportando la band alla sua originaria formazione a cinque. Un’ottima scusa per andare a vederli dal vivo.
Quindi, se vi state ancora strappando i capelli per non essere riusciti a vederli live lo scorso agosto, compratevi già i biglietti per uno dei tre concerti previsti in Italia per gennaio 2017. Nell’attesa avete tutto il tempo per studiarvi l’album a memoria.
Album Track Listing
1. A Murder of Crows (You’re All Dead To Me)
2. Goddamn I’m Dead Again
3. Fake My Own Death
4. Breaking The Chain
5. There Will Be Blood
6. 13 Voices
7. War
8. God Save Us All (Death to POP)
9. The Fall And The Rise
10. Twisted By Design
1. A Murder of Crows (You’re All Dead To Me)
2. Goddamn I’m Dead Again
3. Fake My Own Death
4. Breaking The Chain
5. There Will Be Blood
6. 13 Voices
7. War
8. God Save Us All (Death to POP)
9. The Fall And The Rise
10. Twisted By Design