STRIKE ANYWHERE: Dead FM

Questo è uno di quei classici album che gli amanti del punk attendono con trepidazione e che appena inserito nello stereo ti ricorda sin dalla prima nota perché a noi piace questa musica. Se mi volete accusare di parzialità fatelo, non mi interessa, ma gli Strike Anywhere a mio modo di vedere sono una delle poche ultime vere punk rock band che ha la scena e che merita il sostegno dei fans (questo a prescindere dal fatto, avendo avuto la fortuna di poterli conoscere, che siano persone stupende).

“Dead Fm” è il quarto lavoro per gli Strike Anywhere che dimostrano ancora una volta, qualora fosse stato necessario, il loro talento e passione per il Punk/Hc Doc. Quattordici tracce cariche di passione, rabbia e potenza unite a testi politici e sociali che dimostrano un atteggiamento critico ma positivo della band.

Come sempre, ad accompagnarli in studio è stato Brian McTernan che anche questa volta riesce a plasmare il sound della band sempre in bilico tra potenza e melodia. Il sound che li ha contraddistinti rimane la base portante su cui gli Strike Anywhere hanno improntato questo nuovo lavoro. In “How to pray” e “Instinct” possiamo ritrovare il sound di “Change is a sound”, mentre in canzoni come “House arrest” o “Hollywood cemetery” si può notare una loro componente più melodica (sia ben chiaro che rimaniamo nel campo delle sfumature). “Speak to our empty pockets” e “Two thousand voices” solo le classiche anthemic punk rock song, catchy al punto giusto ove la componente Hc è bilanciata da ottime linee melodiche e vocali. In complesso un album completo e maturo figlio di una band giunta ormai alla maturità.

Se azzardassimo un paragone potremmo dire che gli Strike Anywhere hanno intrapreso una carriera simile a quella dei mitici Pennywise: un sound che ormai li contraddistingue precisamente ove potersi evolvere disco dopo disco senza venire meno a ciò in cui si crede (musicalmente e politicamente). Se dovessi usare una proporzione matematica direi che “Pennywise (The album)” sta a “Change is a sound” come “Full circle” sta a “Dead Fm” .

E’ una gioia per il mio cuore (ma soprattutto per le mie orecchie) poter vedere che esistono ancora band in circolazione che hanno la stessa passione che animava le band che mi hanno portato ad innamorarmi di questa musica. Chi ha amato “Change is a sound” magari troverà questo album non all’altezza ma spero che con mente scevra da pregiudizi (d’altronde si sa che il primo disco di ogni band è sempre il migliore!) possa valutarlo per quello che è: un ottimo album Punk/Hc.
Voto: 8 + (Un album destinato a tutti gli amanti del vero Punk/Hc)

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