Nati nel 2004 hanno inciso un promo nel 2004, partecipato a diverse compilation e pubblicato un disco per Indelirium records nel 2006…
Hanno fatto 100 live in 3 anni tra tour in Italia e all’Estero all’insegna dell’hardcore violento dai contenuti fortemente razionalisti.
Stanno per uscire con un nuovo disco sempre per Indelirium Records, su una compliation sempre su Indelirium Records, un’altra compilation su Countdown Records ed uno split in Grecia per Disharmonic Records .
Inizierei subito con le domande basi. Com’è vivere la scena punk hardcore a Pescara, in Abruzzo in generale. Che differenze riscontrate nel suonare in paesini di provincia come Raiano (eheh), al nord Italia, ma soprattutto nella vostra Pescara? (e a fine anno arriverete a 100 concerti eseguiti) Che ha di buono la vostra città? E visto che ci siete parlateci del pregetto (collettivo?) Pescara Hardcore Movement.
Ivan: Umh; direi che a Pescara non esiste alcuna scena hardcore; attualmente ci siamo solo noi; vivere di hardcore dalla mattina alla sera in questa citta’ significa essere considerati dei disadattati, utopisti, retro’ ecc., tuttavia dal disprezzo non puo’ che nascere spinta creativa, così noi tentiamo di dare qualcosa di realmente alternativo rispetto alle serate dance hall con le fichette che votano indiscriminatamente Prodi o Berlusconi; il reggae sessita, finto e razzista e la seratina della mondanità dei pub fatta di coca, apparenza, ignoranza, pregiudizio e oggettivazione nel lavoro. Quindi direi che la situazione sociale per un povero hardcore man qui è davvero penosa. La nostra citta’ non ha di buono quasi nulla. In paesini di provincia esiste la curiosità e il rispetto della diversità; al nord non saprei, dipende dalla zona: in certi punti ho visto entusiasmo vero; spesso, molto spesso ho visto apatia; in generale le cose dal 1995 ad oggi sono davvero cambiate per l’hc.
Io sono sicuramente una persona un bel po’ campanilista. Ho sempre pensato che è una figata che gruppo e label sia della stessa città, della stessa zona (certo, questo se ci sono delle basi comuni, attitudine, suoni, sia chiaro). Questo per quell’affinità che in maniera naturale si crea. Ci parli un po’ dell’Indelirium e di come avete iniziato questa collaborazione.
Ivan: L’Indelirium ha mosso i suoi primi passi come etichetta di qualità nell’ hardcore melodico (Xstate ride; Jet Market), poi, anche a causa del mio ingresso in label, la situazione si è estesa a piu’ espressioni dell’hardcore. Emiliano ci crede davvero, è una persona fantastica, davvero appassionata. La prima caratteristica è il rapporto umano ed un certo scetticismo per i fighetti che se la tirano. L’Indelirium non è un’etichetta di manager ma di amici genuini. Tutti i gruppi del rooster fanno spesso telefonate e si fanno sentire al di la’ della musica e degli interessi.
Rimanendo in tempo Indelirium, ho saputo che presto uscirà il vostro secondo album. Che ci dice a riguardo? Dacci qualche anticipazione.
Luca: Per quanto riguarda il prossimo album, posso dirti che c’è un’anteprima sul nostro space. Un pezzo nuovo che sarà tra quelli che comporranno il secondo album. Questo secondo disco è differente rispetto a “Step by Step”, meno monolitico, pezzi più corti ma allo stesso tempo maggiormente densi e decisamente più hardcore nell’approccio e nei suoni.
Il vostro precedente album sembra sia andato molto bene. Voi siete tra l’altro uno dei tanti gruppi che ha fatto inserire l’album da scaricare su www.punk4free.org. Come vi ponete con quei ragazzini, tanti ragazzini che non capiscono il motivo di comprare una cosa che possono avere gratis? Il cd diventerà davvero un supporto da collezionisti, come lo è il vinile al giorno d’oggi……. Si punterà tutto sul Merch?
Ivan: Hai detto bene, si punterà tutto sul merch; molti ragazzini si attaccano a certe cose solo perchè non riescono ad inserirsi in altri contesti sociali e dopo un po’, passati quei due anni, vanno per altre strade. Sono ragazzini ” economici “, vedono tutto come materiale di consumo immediato, perciò è chiaro che comprare un cd non ha nessun senso per loro. Comunque sia, penso che certe etichette che lanciano e distruggono mode tipo la Roadrunner continuino a vendere senza problemi; il vero problema è per i piccoli che al genere danno gli anni migliori della loro vita… ahahhah.
Ho visto che avete trovato spazio (la canzone nel cd) sia su Punkster, sia su Rock Sound. Cosa ne pensate delle riviste da edicola che parlano di punk. Io ho smesso di comprarle un po’ di anni fa, le ho sempre trovate poco interessanti, ma sarò io che non amo le solite domande. Tra l’altro Punkster è morta, dalle sue ceneri era nata Sonic che in sti giorni sta morendo…….., non c’è interesse evidentemente. Sarebbe ordinario chiedervi invece quali Punkzine leggete. (e secondo me la mia non l’avete mai letta)
Luca: Penso semplicemente che facendo musica che include dei contenuti oltre che suoni ci sia bisogno di cogliere tutte le occasioni che sono possibili per ampliare il raggio d’azione di tali contenuti. Parlando di zines ai concerti capita di vederne di diverse ma la tua purtroppo non ho avuto ancora l’occasione di averla tra le mani .
Ivan: Sinceramente non ho quasi mai comprato magazines dell’edicola; una volta la mia preferita era Blast (dio cane se era tosta!); per quanto riguarda le zines, beh insomma, Porro è insuperabile.
Voi siete un gruppo dichiaratamente antifascista. Cosa ne pensate del movimento antifascista cittadino. Ormai sembra che l’unica cosa che può ancora unirci in strada, nei cortei è appunto questo essere antifascista, ma che in pratica di propositivo non mi pare abbia poi tanto, ci si ritrova nei cortei divisi davvero da tutto, tranne che in questo anti-fascismo. Come vi rapportate ad esso?
Luca: Purtroppo di questi tempi ogni cosa diventa subito oggetto di consumo e tutti coloro che credono in questo qualcosa finiscono nell’immenso fiume della massa di capre che muovono la testa al ritmo generale senza capire di cosa si parla, o nel caso di quei pochi, per cosa ci si batte. Stavamo pensando di togliere l’etichetta antifascista, non perchè temiamo qualche ritorsione o altro ma perchè adesso il significato di antifascista stà perdendo vigore. Adesso i fricchettoni con l’infradito dicono di essere antifascisti poi gli chiedi chi è Pinochet o cos’è l’associazione Lo Hobbit e ti guardano come se fossi un deficiente.
Personalmente sono dichiaratamente antifascista, ma il mio essere antifascista non si pone solo contro il fascismo storico ma contro tutti quegli atteggiamenti che evadono dall’utilizzo della razionalità. Per me chi rifiuta il dialogo è fascista, chi non rispetta una persona solo perchè differente esteriormente è fascista, chi pensa di aver ragione senza confrontarsi è fascista. Forse cambieremo il nostro slogan in rationalist hardcore: è + appropriato e comprende maggiormente il senso delle nostre tematiche, anche perchè dicendoci solo antifascisti potremmo passare per il classico gruppo da festa di rifondazione quando quella per me è una festicciola d’elite borghese.
Ivan: O forse dovremmo aggiungerci Marcusian hardcore! E’ vero, il termine antifascist hardcore è troppo generico e alcuni potrebbero fraintenderlo: in fondo anche molti lacche’ forzisti dicono di essere antifascisti. Per antifascist hardcore noi intendiamo la presa di coscienza da parte del soggetto di un grande ingannevole concetto chiamato societa’ civile democratica fortemente unita alle multinazionali e al sistema informativo in cui il campo d’azione dell’essere viene fatto ridurre a poche fondamentali norme: produrre, spendere nei propri prodotti, accoppiarsi e non pensare se non ai problemi posti dalle soap opera e dalla societa’ dell’apparire. Antifascismo non è solo desiderare la morte di un milione di nazi bensì è prendere coscienza che il sistema colorato, gentile, stimolante, inquadrato però rigido nella sua direttivita’, altro non è che una nuova forma di fascismo che tiene legato a sè gli individui tramite zuccherini a prezzo di un principio di prestazione totale che invade tutti i campi dell’umano sentire, agire, pensare e VOLERE. Il fascismo è qui e ci resta dicevano gli Affluente, e cantando Bandiera Nera certo non coverizzavano i canti dei partigiani o si scagliavano contro il fascista col celticone, c’è molto di piu’; fascista oggi è il sistema del cio’ che non si puo’ dire e del cio’ che si deve volere .
Mesi fa era uscito un comunicato dove dicevate che dei nazi vi avevano minacciato di pestarvi ad un concerto e voi chiedevate ai kids di venire in massa. Il magico mondo di internet ha subito creato una visione parallela. Ossia che era una vostra mossa astuta per far venire tantissima gente al vostro concerto. Ora che son passati un po’ di mesi, svelaci tutta la verità. (domanda assurda eheh)
Luca: Beh, la domanda prima o poi me l’aspettavo! In ogni caso, la minaccia giuro che è arrivata, che poi fosse vera o falsa non lo sapremo perchè il polverone mediatico che abbiam messo su, o li ha fatti spaventare oppure è stata la conferma che era uno scherzo di cattivo gusto da parte di qualcuno a cui stiamo sul cazzo. In ogni caso la mossa, poi tanto astuta non fu’ perchè subito ci furono persone (che evidentemente non hanno nulla di meglio da fare nella loro vita) su alcuni forum che dissero che noi l’avevamo fatto solo per ottenere più “popolarità” (discorso che nell’hc mi sembra alquanto relativo). Se avessimo voluto ottenere popolarità allora avrei messo le foto delle donnine nude sul myspace affinchè tutti gli arrapati pensassero che quello nostro era l’ennesimo sito tette e culi ma intanto sulla pagina c’erano venuti e siccome ormai la grandezza di un gruppo si calcola in base alle visite sullo space saremmo uno dei gruppi + POPOLARI d’Italia …
Ivan: Si si abbiamo inventato tutto sperando che la gente arrivasse in massa alla dogana e venisse a Bellinzona in modo da distrarre così tanto gli sbirri da farci passare inosservati con i nostri immigrati clandestini nascosti nelle valige (di Valona, ma anche di Foggia) che in cambio di una nuova cittadinanza ci finanziavano tutto il resto del tour. E’ stata una mossa geniale, tanto astuta che mi ci sono comprato un renault trafic del 1986 a 1000 euro.
Io so di cosa parlano i vostri testi, ma i nostri lettori no! Quali sono le tematiche che trattate ed urlate?
Ivan: I nostri testi parlano della necessità da parte del soggetto occidentale di riappropriarsi della Ragione critica in controtendenza con le esigenze della societa’ del controllo totale e delle sue manifestazioni finto liberali. Odiamo tutto cio’ che riguarda superficialità negli usi d’esistenza; mercificazione del pensiero e della corporeità; perdita della propria personalità per racchiudersi in un piu’ rassicurante, caldo, gentile e fantastico non luogo dell’essere. I nostri bersagli sociali sono il pensiero imposto di destra e della sinistra parlamentare; i mass media; il cattolicesimo e il cristianesimo in generale; il pessimismo del soggetto che si adagerebbe comodamente su dettami di sfiducia in modo da potersi deresponsabilizzare e darsi anima e corpo alle esigenze di un apparato produttivo che organizza la vita da quando ti svegli fino a quando vai a dormire e il pregiudizio in tutte le sue forme. Molti ragazzi che suonano hardcore hanno dimenticato che i problemi dell’oppressione partono dall’uomo sull’uomo, noi ci concentriamo su questi, in particolare sul concetto di perdita (e ri-acquisizione) della ragione critica.
Approposito di testi, negli anni 80 andava molto fotocopiare i testi e darli ai concerti (sicuramente i suoni allora erano discutibili). Però era evidente che il testo era importantissimo. Ora mi pare che il testo sia equiparato ad una chitarra, un basso, ossia ne rimane solo una melodia. E solo una mia impressione?
Luca: Dipende dalla musica in questione, sicuramente riguardo al nostro primo album la voce, così urlata e violenta resta di difficile comprensione quindi si amalgama alla musica senza emergere. Il fatto di dare i testi ai concerti sarebbe fantastico (c’ho pensato a dire il vero) ma purtroppo sappiamo che anche se negli anni ‘80 questi testi sarebbero stati letti, adesso … non so fino a che punto avrebbe senso dato che il pubblico è cambiato e l’attitudine in molti ambienti è diventata una questione di pura apparenza.
Ivan: Giusto, concordo con Luca; per questo motivo noi sproloquiamo parecchio tra un pezzo e un altro; comunque sul prossimo disco la voce sara’ piu’ comprensibile e diversa rispetto a Step by step.
Hai mai l’impressione che nel punk-hardcore sia già stato tutto detto? (sia come musica, che come idee). Spesso nelle interviste, nonché nelle discussioni ai concerti, sembra che le domande e le risposte siano sempre le stesse, anzi, quando queste sono critiche spesso si ha poco coraggio e parte un auto censura che ancora oggi non capisco.
Luca: Si lo penso. Nel senso, soprattutto a livello musicale, un genere estremamente semplice che si basa appunto sull’impatto, effettivamente risulta difficile non essere derivativi. Per i testi forse c’è più spazio, più raggio d’azione. Per quanto riguarda interviste e discussioni ai concerti.. beh si cade per forza in un circolo vizioso. Del resto cosa vuoi che ti possa chiedere un ragazzo che intervista un gruppo, le domande sono quelle, così come una canzone nella maggior parte dei casi ha strofa/ritornello/variazione/fine. Per quanto riguarda l’autocensura di cui parli beh, non so che dire, dal mio punto di vista tento sempre di esprimermi liberamente senza per questo essere offensivo o maligno nei confronti di qualcosa che non mi piace .
Ma se molto è già stato detto bisogna anche ricordarsi che è stato detto a suo tempo e sembra quasi che la macchina del tempo esista veramente. Siamo sommersi da reunion per scopi economici o per i famosi 5 minuti di gloria, philopat parla di punk su All Music, la Tvor viene intervista un po’ ovunque (solo piccoli esempi). Non avete la sensazione che ora come ora persino la “sperenza” di esser una minaccia fa ridere e per questo ci viene dato molto più spazio di prima su canali diciamo non undergroud. E solo una mia paranoia? O il punk ha perso quella carica che aveva?
Luca: Beh, questa tua critica, secondo me vera, è la stessa che si puo’ leggere su American punk hardcore.. La carica iconoclasta propria del punk che era solo pars destruens è finita, dal momento in cui nel punk si è iniziati ad essere propositivi il punk è morto ed è iniziato l’hardcore. Adesso, anche se in tempo di reunion a valanga si ha la sensazione di vivere un fenomeno di riflesso rispetto ad un passato glorioso che forse non tornerà. Ma io non ci posso fare niente, sono nato nel 1980, quando ho messo una cassetta nello stereo per la prima volta già si parlava di post hardcore! Personalmente faccio del mio meglio per essere me stesso e per trasmettere cio’ in cui credo. Chi fa con passione hc lo fa nel 1986 come nel 2007 e questo aggiunge verità al fenomeno perchè fondamentalmente cio’ che conta è lo spirito e se c’è quello allora le lotte, le canzoni incazzate, i concerti benefit davanti a 20 ragazzi che sono lì solo per ubriacarsi, le dormite in autostrada in 5 dentro un furgone con tutti gli strumenti, allora hanno ancora un senso.
Fino a qualche anno fa le compilation, quelle prodotte o fatte in casa, erono un dei migliori mezzi per far conoscere la nostra musica, un mezzo utile alle band stesse per farsi notare. Ora escono ancora, seppur più rare. Ma con tutti sti mp3, coi vari myspace non credete che sto mezzo non sia molto utile ora? (non parlo ovviamente di compilation benefit o cose simili);
Ivan: Si effettivamente le compilation non servono piu’ a molto anche perchè stanno subendo la stessa sorte dei full lenght: non se li accatta piu’nessuno. Ma allora dimmi tu: che senso ha comprarsi le magliette da 50 euro con su scritto Vegan Revenge, SxE pride ecc. ecc. se poi non supporti davvero la causa tramite benefit compilation che in genere non supera i 7 euro?
Girando per gli immensi myspace quasi su tutti i profili c’è scritto “sito in costruzione”. Dopo un anno la situazione è sempre la stessa, tutto in costruzione. E proprio vero che siamo schiavi della tecnologia, che siamo sempre più pigri. Come vi rapportate con lei, vi spaventa? E voi il sito?
Luca: Il sito lo avevamo, poi è scaduto il contratto e stiamo rifacendo le grafiche in maniera più seria ed affidabile. Si.. riguardo a questa storia del sito devo ammettere che siamo stati un po’ pigri visto che c’è scritto –under construction- da almeno 4 mesi !
Solo ora che siamo alla fine ti chiedo. Ma secondo te c’è qualcuno che ha ancora voglia di leggere queste interviste? Credi che c’è ancora quella voglia di relazionarsi e crescere quindi insieme nella scena punk-italiana? Io vedo sempre tante belle parole, tanti bei propositi e fatti che spesso sono l’opposto di tutto.
Luca: Ti dirò, sinceramente non so se ci sia ancora tutta questa voglia. Nel caso in cui questa voglia ci fosse l’intervista sarebbe utile a tutta quella gente che la riterrebbe interessante, se questa voglia non ci fosse mi fa comunque piacere rispondere proprio a te e proprio a queste domande perchè sei stato sincero nel dirmi che il nostro disco non t’è piaciuto e magari così puoi capire qualcosa in più su di noi.
Vi ringrazio per la disponibilità, scusate per le nere domande, ma io sono positivo e negativo a giorni alterni. Credo avrete capito oggi che giorno fosse. Manda un messaggio ai lettori, o se preferite solo un saluto.
Ivan e Luca: Grazie a te per l’intervista, grazie a tutti quelli che credono in noi e anche a quelli che ci buttano la merda dietro; inizio gennaio 2008 sarà fuori il nostro secondo disco, sicuramente molto diverso dal precedente. Un abbraccio e su, dai, non essere triste, suonare hardcore, essere in un collettivo, fare una fanzine in Italia significa essere a tutti gli effetti un borderline, soprattutto se lo fai over 25 anni, ma, cosa vuoi farci? Saremo borderline ma almeno ci ricordiamo il nostro nome ogni mattina; meglio questo che essere un rincoglionito che si muove se tutti si muovono e che dice sì se tutti lo dicono.. perciò, tutto sommato, sarebbe stato peggio se tutto fosse stato piu’ facile; un abbraccio, date un ascolto al prossimo nuovo disco. (http://www.myspace.com/straightopposition)