“…To Kill, Memories of Apocalypse e The Phoenix. Tre gruppi, tre modi di interpretare l’Hardcore e tante vite, storie alle spalle di ognuno di noi ma una cosa in comune: su quel palco tutto sparisce, tutte le differenze si sgretolano, niente Hc niente musica solo emozioni e apparente follia momentanea, l’amore viscerale per ciò che in quel momento stai facendo…Suonare…Vivere!.”
The Phoenix ci raccontano lo Still Life Attack Tour..
Roma 27 Gennaio 2005
Sembra strano, ma ciò che si preannuncia un tanto breve ma allo stesso tempo intenso tour Italiano di quattro giorni, che coinvolgerà ben 24 persone tra gruppi, staff, fotografi e roadie, parte da casa nostra, il ”Sonica” a Roma.
Sono le 21.00 quando ci troviamo tutti e sedici per la prima volta nella stessa stanza pronti per il check, consapevoli che le prossime 84 ore che avremmo vissuto a contatto sarebbero state cariche di emozioni. To Kill, Memories of Apocalypse e The Phoenix. Tre gruppi, tre modi di interpretare l’Hardcore e tante vite, storie alle spalle di ognuno di noi ma una cosa in comune: su quel palco tutto sparisce, tutte le differenze si sgretolano, niente Hc niente musica solo emozioni e apparente follia momentanea, l’amore viscerale per ciò che in quel momento stai facendo…Suonare…Vivere!.
Il concerto si svolge davanti ad un pubblico numeroso che durante tutta la serata sembra apprezzare lo spettacolo.
Apriamo noi, il concerto di questa sera si può sintetizzare in un solo momento, quello in cui Paolo Dhmnz prende il microfono e rende il finale della nostra Birneaux qualcosa di incredibile, qualcosa che nessuno di noi ha visto con i propri occhi ma che ci ha toccato il lato più profondo dell’anima.
Il resto del concerto scorre perfettamente, i MOA con un live che lascia tutti a bocca aperta per intesità e tecnica ed i To Kill con la capacità di rendere il loro show qualcosa di trascinante che non ti darà mai un pretesto per sentirti annoiato.
Alla fine del concerto ci dividiamo nelle varie case, un primo passo, quello di questa serata, verso un’amicizia che in soli quattro giorni si dimostrerà più solida di quanto ci si poteva immaginare.
Fireze 28 Gennaio 2005
Arriviamo verso le 19 al CPA di Firenze sud.
La temperatura che ci aspetta è attorno allo zero ed il locale rigorosamente non riscaldato. Dopo un’ottima cena offertaci dai gestori del CPA, ci rifugiamo nella cameretta dove poi la notte avremmo dormito tutti insieme.
Il clima di cazzeggio era alto e ormai si era fatta ora di concerto.
Oggi tocca ai To Kill aprire, seguiti da noi e a chiudere i MOA.
Credo che coloro che hanno visto stasera il concerto si sono resi conto al 100% di cosa significa vivere e suonare Hardcore! La cosa che sicuramente mi ha più colpito è stata la chiusura del live dei MOA finito con una vera e propria esplosione di emozioni, negli ultimi due minuti chi lasciava il proprio strumento a terra, chi invece prendendo per la gola uno dei compagni gli urlava contro le ultime frasi di una canzone che nessuno stava più suonando ma che tutti, persino il pubblico percepiva alla perfezione.
Il dopo concerto è l’apoteosi della stupidità, venti persone che fino a qualche istante prima si agitavano suonando un pesante mix di Hardcore e Metal ora nel bel mezzo della pista si scatenano sulle note New Wave della Rettore! Il resto della serata lo passiamo facendo conoscenza con Personaggi incredibili tra cui “Mammolo”, “il Bandana” e “Dancer in the dark”, non descriverò nessuno di questi poichè la loro complessa personalità non mi permette di farlo in poche parole!
La mattina ci svegliamo in un clima quasi “Shiningesco”: il Cpa vuoto e tutte le porte d’uscita sbarrate, solo l’aiuto insperato del funambolico Said ci permette di uscire dal Cpa per dirigerci verso Padova.
Padova 29 Gennaio 2005
Non c’è molto da dire su questo giorno, l’unica cosa veramente degna di nota era il freddo.
Il termometro a fine serata segnava i meno tre, con questo clima ed un locale di almeno 400 metri quadri con all’interno un centinaio di persone cominciano i Moa, tutti immobili ed incapucciati che soffrono sia il freddo del posto, quello ricevuto dal pubblico ed un palco forse troppo alto, importante, probabilmente qualcosa che non si sposa con la mentalità dei sei membri del gruppo.
Anche per quanto riguarda il concerto nostro e quello dei To Kill la musica non cambia: freddo insopportabile e persone perfettamente immobili, forse anche loro traumatizzate dalla temperatura. A dormire ci portano a qualche Km da Padova in una sorta di associazione culturale tutti divisi in due stanze rigorosamente sul pavimento ma nel caldo dei nostri sacchi a pelo. Molti di noi si addormentano in pochi minuti, altri continuano il cazzeggio ad oltranza, altri, come Josh, alle tre di notte favoriscono uno spuntino a base di lenticchie!
Milano 30 Gennaio 2005
Arriviamo alla Cattedrale nel primo pomeriggio, dopo qualche minuto, giusto il tempo di scaricare gli strumenti, iniziano con il check i nostri amici Abel Is Dying che apriranno il concerto seguiti da The Miracle e Funbles in Life.
Prima dell’inzio delle ostilità siamo protagonisti di un breve siparietto assieme agli Abel, d’apprima ci attribuiscono l’appellativo di Zii, poi ci consegnano un sacchetto con cinque magliette con cui suonare la sera stessa. Unico particolare? Avevano stampato sul fronte un primo piano di Renato Zero!
Alle 21.30 cominciamo…il panico! Stage, Pit e cantate a squarciagola, la risposta del pubblico di Milano è semplicemente incredibile!
Tutto scorre allo stesso modo, con la stessa intensità quando tutto d’un tratto To Kill e Moa salgono sul palco, ognuno con uno strumento in mano, e cominciano ad agitarsi insieme a noi fingendo di suonare il pezzo, immaginatevi la scena: sul palco 20 persone che si agitano come matti, dall’altra parte un susseguirsi di stage e pit…..per qualche minuto la Cattedrale si è trasformata in un vero e proprio inferno!
Ancora peggio con i To Kill, l’euforia e il divertimento si susseguono tra gag di tutti i tipi maschere di carnevale, coriandoli e gente in mutande sul palco!
Con i Moa arriviamo alla fine della nostra breve avventura, ciò che rimane è uno splendido ricordo circondato da una forte nostalgia. Tutti noi abbiamo esperienze di tour esteri, europei o oltreoceanici, ma questo è stato davvero unico, non è facile condividere tanto divertimento con persone con cui trovi un’affinità immediata e tanto intensa.
Si conclude questa esperienza ed il ringraziamento principale va alla Still Life che mai come nessuno, in questi primi mesi di collaborazione, ci hanno fatto sentire parte di una vera e grande Famiglia.