Tornano i giovani Stiglitz da Genova con il loro Turbo Oi! da capogiro, che dopo quel piccolo gioiello uscito già 3 anni fa sfornano questo “deja vù”, concepito durante i duri giorni del lockdown e che racchiude in se tutto ciò che un ragazzo di 25 anni sogna e maledice ogni giorno, tra cemento e disagio di periferia, lavoro e 4 amici ci raccontano le loro vite con una naturalezza ed una spontaneità disarmanti, ed è proprio questo che colpisce maggiormente ascoltandoli, la semplicità nell’esporre concetti maturi ed interessanti. I cori del ritornello di “c’è solo quello”, la romantica bellezza di “parchetti”, 4 pezzi ben pensati, ben scritti e molto ben suonati, come forse ho già scritto in precedenza sono molto bravi anche agli strumenti ed a creare atmosfere che ben si sposano con il testo in questione, bene anche la registrazione che fa passare per bene tutta la rabbia.
Gli Stiglitz che lo vogliate o no sono destinati a diventare un gruppo grosso, di quelli che trovi headliners sulle locandine, sono la voce della nuova generazione dalla crapa lustra, ma anche di noi vecchi scurengioni affezionati al vecchiume perché pensiamo che il nuovo non sarà mai buono uguale…ecco, cambiate idea adesso.
Prodotto in collaborazione con Flamingo Records, registrato, mixato e masterizzato presso il K studio, voci registrate presso il Braghe di Tela studio, foto del sommo Fabrizio “Fritz” Barile, layouts di Marco Divertimenti.
tracklist:
01. Braghe di tela
02. Parla (feat. Gippy – CGB/LEISFA/ Thee Linquents)
03. C’è solo quello
04. Parchetti
Stiglitz scusate il ritardo, disco pazzescamente pazzesco