VINCI STIFF LITTLE FINGERS: unica data italiana a fine novembre

Hub Music Factory presenta

STIFF LITTLE FINGERS, unica data italiana + guest
Sabato 28 novembre, Rock Planet, Pinarella di Cervia (Ravenna)
https://www.facebook.com/events/1720943524800804/

Ingresso in prevendita € 16,00 + d.d.p.
Prevendite disponibili a partire dalle ore 12.00 di venerdì 2 ottobre su Ticketone oppure direttamente alla cassa del locale la sera stessa
Info 335.7578010

AFTER SHOW “ROCK IS NOT DEAD!” 
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Sito ufficiale: www.slf.com
Info al pubblico: www.hubmusicfactory.com

Dopo la doppietta live italiana dello scorso anno, gli Stiff Little Fingers hanno deciso di tornare a farci visita, questa volta per un solo concerto al Rock Planet di Pinarella di Cervia (RA) in programma per sabato 28 novembre!

Gli Stiff Little Fingers si sono formati nel 1977 a Belfast, Irlanda. Dopo aver visto un concerto dei Clash a Belfast, Jake Burns (voce e chitarra) – Henry Cluney (chitarra) – Ali McMordie (basso) – Gordon Blair (batteria, poi sostituito da Brian Faloon), decidono di formare una band. Probabilmente il nome del gruppo, Stiff Little Fingers, e’ stato mutuato da una b-sides di un 45 giri dei Vibrators. Insieme ad artisti del calibro di Clash, Sex Pistols, The Jam, Buzzcocks, Undertones, Sham 69, Stanglers e altri ancora, gli Stiff Little Fingers sono tra i capisaldi della prima linea del movimento punk. Inizialmente scrivevano delle proprie vite vissute durante il periodo dei “Troubles” in Irlanda del Nord, in canzoni come ‘Suspect Device’ e ‘Life Wasted’, diventate veri e propri anthem. Nel novembre del ‘77 hanno inciso queste due canzoni con la loro personale etichetta Rigid Digits e ne hanno inviato una copia al DJ della BBC Radio One John Peel, che ha cominciato a trasmetterle ogni sera. La voce rabbiosa e stravolta di Burns, unita alle liriche da barricata e al punk-rock furioso di quei tempi, sono pugni in pieno volto che non lasciano scampo. Il successo dei brani nei concerti porta alla firma con la storica etichetta Rough Trade.
Questi furono i primi accenni di ciò che diventerà il marchio di fabbrica dei SLF: testi che mettono insieme vicende personali e politica, musiche che combinano l’energia del punk con ganci contagiosi, che consegnano quell’aurea di onestà e impegno sociale. Nel 1979 sono diventati la prima band che sia mai entrata nella top 20 dei migliori album UK con un’etichetta indipendente, grazie al loro album di debutto ‘Infiammable Material’. L’album racconta l’odio e la frustrazione del gruppo durante i “Troubles” in Irlanda del Nord, e invita i giovani a darsi da fare per crearsi la propria realtà.
I loro live sono un esempio di energia e potenza. L’LP ‘The Go For It’ dell’ 81 rivelò una capacità di scrivere testi e di fare musica molto più sofisticata, e fu un altro passo dal punk al power pop. L’album ‘Now Then’ dell’ 82 ha sconvolto parecchi fan con il suo suono pop, e nonostante alcune critiche entusiastiche, non ha mai avuto il riconoscimento che meritava. La band si scioglie nei primi mesi dell’ 83. Durante i cinque anni trascorsi divisi, ogni membro è andato avanti con il proprio progetto musicale, ma nessuno di questi è stato così soddisfacente, o di successo, come gli Stiff Little Fingers. Ali ha detto: “Fino a quando non siamo tornati tutti insieme non ci siamo resi conto di quanto questa fosse l’unica cosa che ci rendesse davvero felici.”
Nel 1987, Jack e Ali avevano deciso di fare un paio di show di reunion. La risposta del pubblico fu travolgente; con date sold out come mai prima di quel momento per la band. L’eco che hanno avuto questi show in tutto il mondo ha sorpreso e reso felice la band tanto quanto la continua crescita della band tra nuovi giovani fan.
Nel 1994 è uscito l’ LP ‘Get a Life’. L’album ha contribuito a rinnovare l’interesse per gli SLF mentre nuove band che erano state influenzate da loro, come Bad Religion, Sugar, Rancid e Therapy, stavano arrivando sulla ribalta. Nell’agosto del 2003, gli Stiff Little Fingers hanno pubblicato il loro nono album in studio, che include il loro commovente tributo a Joe Strummer, dal titolo ‘Strummerville’.
Dopo molti album e innumerevoli tour, gli SLF si ritrovano ad essere oggi più richiesti che mai. Attualmente stanno lavorando ad un nuovo album, e molte delle nuove canzoni sono state già suonate nel corso dei loro live, con una risposta straordinaria da parte dei fans. Con canzoni come ‘Trail of Tears’, ‘My Dark Places’ e ‘Liar’s Club’ si occupano di tematiche relative alla recente crisi economica, la lotta di Jake contro la depressione e il razzismo in occidente.
Nel 2006 il bassista originario Ali McMordie è tornato nel gruppo e la line-up è tornata ai suoi massimi livelli; Jake Burns alla voce e alla chitarra, Ali McMordie al basso, Ian McMallun alla seconda chitarra e Steve Grantley alla batteria. Nonostante siano concentrati sul nuovo materiale musicale che hanno prodotto, suonano sempre i loro vecchi cavalli di battaglia ai concerti. Jake infatti sostiene che “devi trovare un equilibrio. La difficoltà, per una band come la nostra, è quella di non farci diventare una band da cabaret. Ovviamente sarebbe più facile dire “hey, qua ce n’è un’altra vi ricorderete”. Il pubblico saluta le vecchie canzoni come se incontrasse dei vecchi amici. Suppongo sia la stessa cosa per tutte le band che siano in giro da tanto. E sì, ci sono sere che non abbiamo molta voglia di suonare “Alternative Ulster” o “Suspect Device” perché le abbiamo sentite così tante volte da uscirci dalle orecchie. Ma c’è pur sempre la possibilità che qualcuno lì fuori non abbia ancora mai visto la band prima, e che quindi non abbia mai sentito quelle canzoni”.

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