Li avevamo dati per dispersi gli Stereo Age, un EP d’esordio datato 2012 (“Strong Enough”) e poi il silenzio.
Un mini che vedeva la band torinese incline a ciò che andava per la maggiore nella scena pop-punk dal 2000 in poi, con Blink 182 e Ataris a contendersi lo scettro di leader della scena. Una scelta stilistica sicuramente poco felice visto il numero smodato di band pronte a darsi battaglia per un posto al sole, cosa che deve aver spinto i nostri a cercare nuovi stimoli e trovandoli oggigiorno in ciò che la scena pop-punk new school ha dato.
Per scena new school si intende ciò che Man Overboard, The Story So Far, Neck Deep e Real Friends hanno apportato al genere musicale, vale a dire un forte contrasto d’emozioni e un mood che definirei minimal, senza il bisogno di finire in temi triti e ritriti come party, spiagge e ragazze in bikini. Oggi il pop-punk è diventato forse il lato più alternativo del rock, con band e dischi che hanno realmente qualcosa da offrire a livello artistico.
E “Half of us” è sicuramente un ottimo esempio di quanto appena detto, un album che ci presenta una band in gran forma e con una manciata di ottime canzoni da regalare agli ascoltatori.
Musicalmente inclini alla scena punk-hardcore californiana gli Stereo Age sono riusciti nell’impresa di dare vitalità alla propria proposta grazie soprattutto ai continui cambi di tempo che hanno reso questo lavoro qualcosa di vario e godibile in ogni sua parte. A dar manforte ci pensa poi l’ottima interpretazione vocale del cantante, quanto mai adatto alla parte da interpretare. Un ritorno decisamente riuscito, che cancella quasi interamente un passato ben al di sotto dei livelli odierni.
Tracklist:
01 Half Of Us
02 Learn To Be Late
03 Stickers
04 Thanks For The Truth
05 Round 12
06 Memorandum
07 Cigarettes, Skinned Knees and Everything In Between
08 City Rain
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