Quando si dice che il primo amore non si dimentica mai…
Che sia così per la Hellcat ce lo dimostra l’album degli Static Thought, un vero e proprio ritorno alle origini, a quel punk tipicamente rancidiano, dopo i vari esperimenti reggae/funky dell’etichetta americana.
Il gruppo californiano ha tutte le carte in regola per sfoggiare il gatto nero incazzato sul retro dell’album (logicamente in digipack): basso squillante, voce sporca e rauca, cori al posto giusto e rabbia da vendere.
L’unica pecca è proprio il fatto che l’originalità scarseggia davvero…più che ai Rancid gli Static Thought assomigliano tanto agli U.S. Roughnecks, agli Unseen ai Casualities e via dicendo.
I pezzi sono tutti ben strutturati, veloci, ben suonati, ma appunto fanno difetto di tratti particolari e caratteristici della band.
Tecnicamente c’è poco da dire, il bassista si fa notare gia dai primi pezzi e il chitarrista arricchisce il tutto con assoletti rock’n roll che vivacizzano l’intero album.
Tra i pezzi migliori sicuramente “Drug of my mind” che apre l’album annunciando immediatamente che qui non c’è posto per pseudo punk, emo e cazzate del genere…; “Choice through struggle” è il pezzo più lento dell’album e quello che forse più risente dell’influenza del sig. Armstrong.
Chiude l’album una cover dei Police “Next to you” che in versione rock’n roll convince e lascia sperare, per l’arrangiamento riuscitissimo, in una prossima release più originale.Staremo a vedere
Il gruppo sarà ad aprile in Italia a Torino, Roma e Gorizia.