Scambiamo quattro chiacchiere con la band prima delle loro imminenti date Italiane.
Riprendendo il titolo dell’ultimo album, “The motive for movement”, qual è il vero motivo, l’impulso del movimento? E’ la musica, il punk a stimolare dinamismo e vigore?
“The motive for movement” per me è l’idea che la gente debba essere più motivata a creare musica interessante e ad evitare un modo di pensare ignorante. Noi come band stiamo cercando di farlo con il nostro nuovo disco. Mi piacerebbe che un maggior numero di band mettesse più impegno nello scrivere canzoni. Alcuni lo fanno, e questo mi spinge a fare lo stesso. Sono stanco di sentire sempre gli stessi accordi e lo stesso sound! Noi stiamo cercando di creare qualcosa di nuovo e spero che la gente la pensi come me e cerchi di fare lo stesso.
L’ultimo album è decisamente più maturo rispetto alle uscite precedenti, oltre alle sfuriate punk, echeggiano sonorità meno tese, suoni più soft; le chitarre di “Faces” sono quasi indie rock. Dipende da quello che avete ascoltato ultimamente o si tratta di una normale crescita artistica?
Credo che sia il risultato di entrambe. Sto ascoltando parecchi generi diversi di musica attualmente. Molti di più di quando abbiamo registrato l’ album precedente. Anche le mie idee riguardo a cosa fare con la mia band sono cambiate, ho deciso che avremmo dovuto creare il nostro sound e attualmente le band cloni di altre sono quelle che infangano la scena . Quando mi è venuto in mente ho iniziato a scrivere musica che suonava diversamente. Inoltre è molto più divertente suonare le nostre nuove canzoni, amo ancora molte delle vecchie e continuiamo a suonarle, ma credo che quello che facciamo ora sia il prodotto migliore fino ad oggi.
Com’è lavorare con l’enturage di Tim Armstrong e come siete statti arruolati nella Hellcat?
Siamo stati presentati a Tim nel 2006 da suo fratello Jeff. Era veramente interessato a ciò che facevamo e che pensavamo. Ci ha visto suonare e il resto è storia.
Dopo lo split con i Society’s Parasites, se ci fosse la possibilità di realizzarne un secondo, quale band scegliereste?
Non so con chi faremo uno split in futuro. Lo vogliamo fare e speriamo di farlo presto. Probabilmente faremo alcuni split con i nostri amici come abbiamo fatto con i Society’s Parasites, solo per il gusto di farlo.
A chiusura dell’album c’è la voce di Joe Strummer: sancisce una sorta di illustre discendenza?
Joe Strummer è la mia più grande ispirazione. L’ ho tatuato sul braccio. Penso che lui e i Clash siano la band più importante per il punk. Sono stati gli unici a portare avanti l’idea di essere alla pari coi fans. Prima di loro non c’era stato nulla del genere. I testi di Joe sono incredibili. Ho i brividi ogni volta che ascolto Guns on the Roof. Quelli sono testi eccezionali. Se c’è una cosa che mi ha insegnato, è che la cosa più importante è essere umili e non essere prigioneri di se stessi. Se succede, sei finito. Mi sarebbe piaciuto avere l’opportunità di incontrarlo.
La “vocazione” punk come e quando vi è venuta, siete stati ispirati da una canzone, un disco, una band in particolare? E qual è, se c’è, il modello che non avete mai perso di vista?
Abbiamo iniziato nel 2000 quando eravamo alle scuole medie. Io avevo 11 anni, il nostro batterista Travis 12 e il nostro vecchio bassista Charlie 13. Lo facevamo giusto per avere qualcosa da fare nei weekend. All’epoca ero ispirato da qualsiasi cosa.
Ero ispirato quando la gente faceva la cosa giusta. Ero ispirato quando vedevo nuove band punk. Ero ispirato quando vedevo vecchie band che si riunivano. Ero ispirato quando incontravo qualcuno che abitava a 3000 miglia di distanza dadove vivo e mi diceva che la mia band lo aveva fatto pensare. Penso che essere vivi e sperimentare la vita e il mondo in tutta la sua gloria è ciò che mi ispira di più. Voglio solo provare a fare del mio meglio durante il mio tempo qui e magari rendere il mondo un posto leggermente migliore.
A livello di contenuti, “A motive for movement” che obiettivi si prefigge? A chi sono rivolti i messaggi e qual è il leit-motive dell’album?
Con il nostro nuovo album la gente ci sta prendendo più seriamente e non come la solita band hellcat. Non siamo la solita band, siamo una band seria e determinata che vuole vedere il mondo. Siamo veramente appassionati riguardo ciò che facciamo e suoneremo punk per sempre. In finale, vogliamo essere capci di stare in tour 8 mesi all’anno e suonare per quanta più gente possibile.
Consapevoli del fatto che ormai il download di musica da internet sia un fenomeno diffusissimo, cosa pensate a riguardo? Come band vi pesa il fatto che molti scaricano i vostri album invece di comprarne le versioni originali?
Penso che scaricare musica aiuti e faccia male allo stesso tempo. Aiuta perchè da grande possibilità di accesso alla tua musica e le band hanno maggiori opportunità che la gente le ascolti. Dall’altro lato, fa male alle piccole band perchè la gente che potrebbe aiutarti non lo farà perchè i tuoi dischi non venderanno bene come dovrebbero. Fa schifo perchè ci sono così tante buone band la fuori, ma la maggior parte di loro non andrà da nessuna parte perchè non possono permettersi di andare in tour senza il supporto di un’etichetta.
Cosa pensate della scena punk europea? Conoscete gruppi italiani?
Non conosco bene come vorrei la scena in Europa. So che l’Europa è un posto fantastico per il punk e che i ragazzi che vanno agli show l’apprezzano molto di più di quanto accada qui negli States. Da un certo punto di vista è motivante, perchè forse un giorno i ragazzi qui negli States impareranno.
Abbiamo suonato con alcune buone band in Italia quando ci siamo stati ad Aprile. Non ricordo i loro nomi ma erano tutti molto bravi.
Siete di nuovo in tour in Europa, che ricordi avete della scorsa trasferta nel vecchio continente, come vi è sembrata la risposta del pubblico europeo?
Quando siamo venuti ad Aprile, siamo piaciuti al pubblico. Non avremmo potuto chiedere di meglio e non vediamo l’ora di tornare. Saremo in Italia il 5 e il 6 febbraio. Visitate www.myspace.com/staticthought per tutte le informazioni.