Speciale fanzine Punk Rock Raduno: i M.O.T.O visti da Flamingo Records

Hate your fucking job? Uno di noi. Gonna get drunk tonight? Sempre uno di noi. Grazie ad Alberto Canale di Flamingo Records per la gentile concessione. On stage: venerdì 12 luglio.

Avrei potuto intervistare Paul Caporino, il Master Of The Obvious e Deus ex Machina dei mitici M.O.T.O. leggende di quello che adesso si chiama budget punk ma che agli esordi della band (nati addirittura nel 1981, con la prima demo su cassetta rilasciata nel 1985), si chiamava semplicemente punk rock. Ma cosa chiedere ad un tizio che suona da oltre 40 anni? Che provava nella sudatissima Louisiana ben prima che io nascessi? No, non ho avuto il coraggio di parlare direttamente con Paul Caporino della sua smisurata discografia ed ho preferito tributargli qualche riga d’amore, anche perché me lo immaginavo mezzo ubriaco al computer a leggere le mie quattro domande del cazzo e l’idea mi ha messo subito a disagio. Vi basti pensare che la mia trasmissione radio si chiama I Hate My Fucking Job proprio in onore di uno dei tanti capolavori del vecchio Paul.
Ora, non è semplice parlare della discografia dei M.O.T.O., di cui Paul è praticamente l’unico membro fisso. Le primissime tape autoprodotte sono praticamente introvabili e, per fortuna, ci ha pensato la nostrana Lady Kinky Karrot Records a ristamparle su LP ormai 15 anni fa.
Ma la bellezza dei M.O.T.O., ciò che li rende immortali è un atteggiamento musicale strafottente senza compromessi che non gli ha mai permesso di spiccare il volo, restando ad oggi la band da losers per antonomasia. Decine di cassette rilasciate senza senso, il successo sfiorato dopo vent’anni di carriera con il capolavoro Kill The M.O.T.O., trascinato dal singolo immortale Dance Dance Dance Dance Dance To The Radio, la parziale riscoperta a inizio anni 2010 mai pienamente sfruttata e…colpo di scena: un EP pazzesco uscito senza praticamente nessun comunicato nel 2024! Lewd, Crude, Rude and Obtuse è secondo me il punto di partenza per chi non ha idea di chi siano i M.O.T.O.
Partire dalla fine? Sì, perché non c’è un artista al mondo che alla veneranda età di Paul sia in grado di sfornare quattro tracce così fresche, immediate,primordiali e scorrette, un mix letale tra  Queers,Turbonegro,Slade e un pizzico Daniel Johnston. Vi sembra folle? Provare per credere, se dopo un solo ascolto di Tight Little Bitch non diventa il vostro singolo preferito potete venire al mio banchetto a darmi due schiaffi.
Ci godiamo Paul, accompagnato dai provvidenziali toscani Proton Packs, ormai Professional Situa Savers del Raduno, questa non è un’eresia, i M.O.T.O. sono Paul accompagnato da altra gente che si è avvicendata nel corso degli anni, me lo ricordo ubriaco marcio a Genova con la compagna che cercava di strappargli una bottiglia di vino rosso durante un set infuocato. Sono sicuro che i proton renderanno giustizia alle fantastiche hit, che tra l’altro sono così ben scritte che potrebbero essere suonate scorreggiando con l’ascella e sarebbero belle lo stesso.
Che dire, lunga vita ai M.O.T.O. Lunga vita alla musica di chi non vince mai!

Alberto, Flamingo Records

 

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