Sono tornati i Melt… leggi l’intervista!

Sono tornati! I Melt sono tornati! Saranno dal vivo insieme ai Madbeat 7, 8 e 9 Dicembre! E porteranno con se una ristampa rimasterizzata del loro classico album “Bravi Ragazzi” (mai uscito su vinile!) con tanto di tre tracce bonus!
Ecco a voi un’intervista esclusiva per Punkadeka con I Melt! Buona lettura!

Intervista in collaborazione con Gab De La Vega di Epidermic Records

Qual è stata la scintilla che ha riunito i Melt dopo tanto tempo e li ha spinti a decidere di tornare insieme, pubblicando la ristampa di “Bravi Ragazzi”?

 

Vince: ci siamo riuniti per fare una data alla chiusura di un locale di un nostro amico, nel nostro paese natale, dopo abbiamo continuato a trovarci per provare e poi abbiamo conosciuto Samall di Trivel che ci ha proposto, insieme a Eugenio di Motorcity produzioni la ristampa del primo disco

Gian:  -i MeLT non sono mai morti, sono continuati anche quando è rimasto un solo membro originale all’interno e noi non abbiamo mai smesso di fare musica. Le prime reunion le ho fatte con Vince quando riuscivo a rientrare da Los Angeles mentre Teo portava avanti il progetto MeLT con altri musicisti. C’erano attriti tra di noi e vecchi rancori, poi la gioia del suonare ancora assieme e la maturità ha spazzato via tutto il resto. La miccia sono stati poi Eugenio e Samall, gente con tanta testa e tanta passione.

Teo: Ci siamo riavvicinati innanzitutto come amici e abbiamo voluto tornare un po’ alle nostre origini. “Bravi ragazzi” non era mai stato ristampato, ma era un progetto che avevamo da tempo nel cassetto, così abbiamo accettato subito con piacere la proposta di Motorcity Produzioni e Trivel.

Quali sono le principali somiglianze e differenze che notate tra il panorama punk rock di oggi e quello dell’epoca in cui avete debuttato con il vostro album?

Vince: non siamo molto “nel giro” e non lo siamo mai stati quindi per noi non ci sono differenze sostanziali da allora ad adesso, tranne forse meno locali in cui suonare

Gian: il punk moderno ce l’hanno glassato ed è ora innocuo, non rappresenta più una rottura o una ribellione, un disagio, è semplicemente un prodotto brandizzato. A vicenza abbiamo una radio che trasmetteva liscio che ora mette heavy metal e una radio come Virgin radio che mette i coldplay! In tutto questo i Punkreas sono rimasti i Punkreas, chapeau!

 

Teo: L’attitudine di fondo è rimasta la stessa, sono cambiate molte sovrastrutture, mutamenti radicali legati alla società, alla tecnologia: “Bravi ragazzi” uscì nel ’97, al tempo internet e i cellulari erano ancora agli albori. Si compravano i dischi, per informarsi c’erano le riviste e il passaparola, i concerti si promuovevano con i volantini.

Come pensate che sia cambiato il vostro approccio nel fare punk rock, passando dall’essere adolescenti a diventare adulti? Pensate sia possibile scardinare il preconcetto secondo il quale “dopo una certa età, basta punk”? 

Vince: siamo ancora adolescenti in fondo, basta trovarci in sala prove e alla fine non é cambiato niente

Gian: È molto più punk risuonare bravi ragazzi a 46 anni che farlo a 16.

Essere punk è una attitudine non solo musicale, si è punk e basta quando si cerca di trovare la propria strada identitaria rompendo gli schemi. Fontana è stato punk con il suo taglio della tela come lo sono stati gli impressionisti con la loro pittura fatta di luce e colori quando il mondo contemplava pitture accademiche.

Teo: Sicuramente con gli anni si cresce, si matura, ma lo spirito, in fondo, resta sempre quello: prendere una chitarra, suonare tre accordi e urlare le proprie idee al mondo intero, senza porsi limiti o barriere.

 

Potreste condividere con noi qualche retroscena o aneddoto riguardo alla produzione originale di “Bravi Ragazzi” nel 1997 e come è nata la decisione di rimasterizzare l’album per questa ristampa in vinile? Se poteste registrare di nuovo qualche brano di quel disco, quali scegliereste?

Gian: Disco suonato alla velocità della luce, frutto di ore di prove quotidiane. L’anno in cui lo registrammo ero talmente preso dal suonare in sala prove che non venni ammesso agli esami di terza superiore! Terrei tutto com’è, potevamo fare tutto meglio ma la testa era quella ed è giusto tenerlo così. Potevamo rimasterizzare e remixare il tutto ma abbiamo voluto appunto tenerlo come è stato registrato perché Bravi Ragazzi appartiene all’atmosfera di quel periodo.

Teo: Fu registrato tutto in una giornata, con il mixaggio la mattina seguente. Dal ’97 ad oggi il settore della produzione musicale, dal punto di vista tecnico, ha fatto passi da gigante e volevamo quindi cercare di arricchire e migliorare il suono del disco, naturalmente senza stravolgerlo. In questo senso, Maurizio Baggio de “La Distilleria Produzioni Musicali” di Bassano del Grappa (VI) ha fatto un ottimo lavoro.

 

Le tre bonus tracks incluse nella ristampa di “Bravi Ragazzi” sono risalenti allo stesso periodo dell’album originale. Ci potreste raccontare qualcosa in più su queste tracce, in particolare sull’inedito mai pubblicato prima?

Gian: e pensavo a te è l’ultimo brano scritto tra Bravi Ragazzi e Sempre più Distanti e venne inserito in una compilation della mitica Blu Bus dei Kina. Per noi che amavamo la band è stato un onore e li abbiamo omaggiati con ciò che più rappresenta i primi MeLT.

Apolitico è stata scritta da Vince ma Vince lasciò la band. Apolitico ben rappresenta la nostra idea politica, non ci siamo mai schierati politicamente. La politica detiene il potere dell’antico Impero Romano così come la Chiesa ne ha gestito le ricchezze, stiamo alla larga da entrambe le forze.

Troppo troppo tardi è invece l’ultimo pezzo che abbiamo registrato assieme, ci tengo in modo particolare, è l’ultimo giro in giostra prima di una lunga pausa.

Teo: “E pensavo a te” uscì in quegli anni per la compilation “We Bastard Motherfuckers vol. 2”, pubblicata dall’etichetta Circus – Blu Bus di Aosta, mentre “Troppo, troppo tardi”, l’ultimo brano registrato con la formazione Vince-Teo-Gian, fu inserito nella compilation “Great Time for Agitato Records” (Agitato Records). “Apolitico” fa parte delle session di registrazione durante le quali registrammo anche “Bonehead”, brano dei Queers uscito sulla compilation-tributo loro dedicata “Blow Out with History!” (Booze Recordings); alla fine era rimasta sempre nel cassetto, così abbiamo pensato di inserirla nella ristampa.

Come è nata l’idea di organizzare questi eventi live insieme ai Madbeat e cosa possiamo aspettarci da queste serate? Avete ascoltato il loro nuovo album “La Ballata dei Bicchieri Vuoti”? Come vi è sembrato?

Gian: È tutto frutto dei 2 delinquenti che pilotano la Trivel e la Motorcity produzioni. Grazie a loro ci stiamo impegnando a suonare bene la scaletta, come facevamo nel ‘97. Al resto ci pensano loro.

I Madbeat stanno scrivendo grande musica con grandi testi, non vedo l’ora di cantare sotto il palco Notti Punk, Luci Rosse.

Guardando al futuro, dopo questa reunion e la pubblicazione di “Bravi Ragazzi” in vinile, quali sono i vostri prossimi progetti o obiettivi come band? Pensate che ci sarà una prosecuzione? Magari un nuovo disco? Potete sbottonarvi oppure è tutto segreto?

Vince: niente segreti, stiamo lavorando ad un nuovo disco ormai da un po’ di tempo e speriamo di riuscire a pubblicare qualcosa prima della prossima estate.

Teo: L’idea è quella di proseguire, stiamo lavorando ad un nuovo album, abbiamo già qualche brano, due canzoni saranno proposte in questi live.

Gian: guardiamo al futuro senza più paura, è tutto un grande regalo ciò che sta accadendo, un presente che mai avremmo potuto immaginare nel 2000 mentre io ero perso in California, Vince a Londra e Teo che registrava ottimi album con gli altri MeLT.

La prima sera ci siamo ritrovati a casa mia con Teo e Vince nel 2019 è stata la notte in cui è nata anche mia figlia Costanza, sarà una coincidenza ma sono cose preziose che rendono la vita speciale.

Siamo fortunati, la vita ci vuole bene, abbiamo in comune la passione per la musica, ci accompagna sempre un po’ di magia ed è quello che piace ai nostri fedelissimi fans.

L’intelligenza artificiale non ha il cuore che ci abbiamo messo noi a 16 anni credendo soprattutto in noi stessi, il futuro è il presente.

 

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