Scrivo, con ancora sotto le note di un disco atteso quasi 6 anni,note che un po mi stregano e un po mi distraggono, quel tanto che basta per rendere il tutto più confuso più magico,più malinconico e romantico,proprio come Mike Ness insegna e consiglia o forse semplicemente esterna dai pori della sua pelle ..quel passato che ancora oggi a distanza di anni,di concerti,rivincite e qualche meritata soddisfazione,non sa ancora perdonarsi,farsene una ragione, perchè ogni lasciata è persa e la voce di Ness, rotta per metà e deliziosa per l’altro 50% è lo status simbol di chi non riesce a darsi pace,e anche quando il pezzo gira e i Social Distortion fanno centro e il sound è a tutta manetta e senti lo stomaco che ti esplode di energia, hai sempre quel nodo in gola,quel qualcosa che non puoi riprodurre senza l’empatia che viene trasmessa nel preciso istante in cui il brano tocca l’apice,c ome per dire che non puoi meritarti gioia senza un pizzico,grande o piccolo,di sofferenza.
Detto questo il mix di suoni di “white light whit heat and white trash” e “sex love and rock’n roll” è innegabile, e sinceramente mescolati insieme si fatica a capire quale delle due soluzioni sia la più azzeccata ,,, in mezzo si sente anche se con molta “cautela” il lavoro della produzione e del 5° membro alle tastiere,meno hammond e più pianoforte meno punk e più blues, Mike Ness è stanco e allunga la mano a chi può aiutarlo ,,, cori alla “kid rock nuova generazione” più marshall che fender e josh freese alle pelli in fase di registrazione,direi che sono tutte ottime scelte. Unica pecca o passo indietro rispetto a sex love…. sono i brani,presi singolarmente, personalmente nel precedente lavoro ho faticato a fare “skip” sullo stereo, qui qualche pezzo lascia un pochino a desiderare,ma per fortuna “gimme the sweet and lowdown”,”bakersfield” e su tutte credo “diamond in the rough” mi rassicurano che dal vivo ,,, quando ci si ritroverà sotto al palco ,,, anche se con la barba brizzolata e il naso rifatto,il buon vecchio Mike ci fara sudare urlare e farci sperare ancora una volta che il rock’n roll è cosa buona e giusta!