È passato qualche anno dall’ultima fatica degli Skassapunka, quello che mi trovo nelle orecchie in questo momento è il loro sesto album e non faccio fatica a dirvi che per come lo sento io “al di là del vostro cielo” è forse il loro più grande capolavoro.
Facile dirla così, ascoltare due volte un disco e buttare li un commento di merda trito e ritrito, il fatto è che sono due settimane che me lo sto ascoltando in heavy rotation e non riesco proprio a farne a meno, un po’ perché mi piace capire a fondo quello che sto ascoltando e, in questo caso recensendo, ma soprattutto perché dentro quelle strofe c’è l’essenza pura della band, il suo ideale genuino che splende come la stella polare, il risultato di anni di lavoro che da fuori sembra essere stato duro ed estenuante, riversato sul pentagramma con foga, ma senza perdere la calma.
Chiaro che prima ancora della musica i ragazzi vogliono scolpire un messaggio forte e chiaro nella testa di chi ascolta, la coscienza di far parte della classe più bella del mondo e decantarne le lodi e gli scazzi che ogni giorno deve affrontare, quanto sia importante lottare anche quando sembra impossibile vincere, anche se noi siamo quelli che non vincono mai, la necessità di liberarsi dalle catene del capitalismo che soffoca le nostre vite. Mi soffermerei sul pezzo che più mi ha colpito, vuoi per il suo ritornello, vuoi per l’impostazione della voce, o semplicemente perché è una cazzo di hit “fiore nella neve”, e la musica che abbraccia questi concetti è a dir poco perfetta, decanto da sempre le doti musicali del quintetto milanese, e anche qui non si sono seduti sugli allori, anzi hanno rilanciato arricchendo il loro repertorio, sfruttando la bella e dannata voce di Dave e costruendo un disco molto vario, con il perno saldo ed inamovibile che portano nel loro nome, ovviamente.
Mi piace tutto, la grafica sovietica che ricorda il primo cosmonauta nello spazio, ed al quale è chiaramente dedicata la title track, l’odio e l’amore che si prendono a sberle e poi si abbracciano, i suoni perfetti, tutte le sfumature di ska e l’energico e grezzo punk, e gli arrangiamenti fatti apposta per ballare e cantare col pugno alzato, “perché se fai ska e la gente non balla forse devi cambiare genere” mi disse un amico qualche anno fa, qui so che con gli Skassapunka si va sul sicuro e sto disco ne è la prova, non mi stupisce vederli riempire i locali di mezza Europa.
Composto, arrangiato e suonato dagli Skassapunka, produzione artistica, registrazione e mix di Mattia Bertani, trombone registrato da Giovanni Sgorbati e masterizzato da Davide Longhi al D.G.G.M. studio, grafiche di Lucy Soledad Art.
tracklist:
01. la vita che verrà
02. dopolavoro
03. la solita storia
04. born to learn
05. la città che muore
06. fiore nella neve
07. our day
08. lettera
09. sto ancora aspettando (feat. Paolo de Ceglie alla tromba e Poto Esposti alle tastiere)
10. always with us (feat. Paolo de Ceglie alla tromba e Poto Esposti alle tastiere)
11. al di là del vostro cielo
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