Magenta ieri ha fatto il botto, delirio doveva essere e delirio è stato, dalla regia mi dicono primo sold-out della nuova stagione, e per quanto mi riguarda serata pazzesca! Gente fuori che aspetta di entrare già alle 20.00, gruppi pazzeschi in apertura, vetri appannati e clima da piscina coperta, ma cosa più importante al di la del grande nome in cima la flyer che ho ri-visto più che volentieri, ho conosciuto dei gruppi incredibili e persone davvero speciali.
Arrivo al decibel in calzoni corti, la ventina di persone che stanno aspettando l’apertura del locale mi guardano strano, ma viste le temperature che si raggiungeranno da li a poco sarò io a ridere, comunque dopo qualche minuto si aprono le porte, vedo il palco stranamente spoglio e Giulio (5MDR che stasera sta ai suoni) mi dice che il fonico dei Sick Of It All ha voluto solo due spie ai lati del palco, altrimenti la gente non avrebbe potuto fare stage diving in tranquillità (lesson nr. 1), sono già gasato e la gente continua ad arrivare, saluto il sempre presente Bolzo con la Manu ed un sacco di gente che non vedevo da tempo, come il sempre giovane punk Tiziano, Lukino, Lenny, e tantissimi altri, tempo della prima birra e sul palco puntualissimi salgono i The Vega Brothers da Castelfidardo, ho ascoltato qualcosa la settimana precedente e fateVI un favore: se non li conoscete rimediate subito perché sti ragazzi hanno un cuore ed una grinta che spiazzano, HC puro e genuino come mi piace che fa tremare i muri, una sezione ritmica da bocca spalancata, e nonostante gli tocchi l’ingrato compito di aprire la serata con pochissime persone davanti danno davvero il massimo. Finito il loro concerto mi fiondo a complimentarmi con loro e faccio la conoscenza del Presidente della Castelfidardo Hardcore Crew, che mi offre un bicchiere di Varnelli e mi racconta del festival che hanno in programma da li a poco, visto che conosco poco di tutte le meraviglie che mi ha descritto gli propongo un’intervista (fare click per leggere), visto che non si smette mai di imparare.
Piccolo cambio di palco e tocca ai This Fall, gruppo metalcore di Brescia ex DCP che ho già visto in qualche occasione, sempre ipertecnici, voce potente e violenta, non steccano un colpo manco a piangere, e un bel seguito da Brescia e non, notevole per essere un mercoledì, assolutamente pollice verso, di nuovo, per i This Fall, nonostante non sia propriamente il mio genere li vedo sempre volentieri.
Inizia a fare caldo, il locale è affollato e gira voce sia SOLD-OUT, tocca brindare perché sono davvero felice per Reb e la Out Of Control, dopo i mille sbattimenti e qualche cantonata presa se la meritano una serata così. Salgono sul palco gli Overcharge a me sconosciutissimi, io sono fuori a fare due parole e sento un rumore d’inferno, entro a vedere e ci sono sti 3 indiavolati che violentano gli strumenti producendo un suono pazzesco, una manata nei denti, mi ricordano molto gli Zeke (infatti di li a poco faranno pure una loro cover), sporchi, velocissimi, casca pure l’asta del mic al cantante/bassista che continua senza problemi col mic della chitarra. I kids, meglio tardi che mai, iniziano a popolare il pit e parte qualche timida spinta, trascinati da sti ragazzi che mi hanno colpito tantissimo, approfondirò di sicuro.
Tocca alla leggenda.
Vado a pisciare perché non mi voglio perdere nemmeno un secondo di sto live, li ho sempre visti nei mega festival o nei locali grandi, con quella merda di transenna in mezzo, ma qui è diverso, come già detto via le spie, le transenne non sono mai entrate al Decibel, palco alto 1 metro e secondo me a fine serata si conteranno i feriti.
Appena entrano è subito bolgia, Lou vuole tutti vicino a lui e Pete inizia a zompare dal tourbus, tempo due pezzi e Max perde uno o forse due denti contro Craig Setari, ma si butta comunque in mezzo (lesson nr. 2), è hardcore cazzo! Con “take the night off” abbandono la reflex al suo destino (col cazzo! La metto dietro le quinte, anche se perdo un sacco di punti scena) e mi butto pure io per non so quanto tempo, la gente inizia ad invidiarmi le braghe corte ed a giudicare dalla condensa sui vetri siamo a temperature sahariane…fanno una ventina di pezzi nuovi e vecchi, si divertono un mondo, o almeno sembra, classico finale con la “wall of death” che fa da intro a “scratch the surface” e poi tutti sul palco per “step down”…ma non è finita, perché a grande richiesta i “vecchietti”, sudati ma per nulla stremati (lesson nr. 3) ritornano sul palco per due pezzi che accontentano tutti come “built to last” e “us vs. them”. E’ finito davvero adesso, vado a comprare una maglia e mi vedo i Koller, Craig e Armand girare tranquilli per il locale a farsi fare foto (lesson nr. 4), parlo un po con uno della crew e mi dice che si sono divertiti ed è una bella situazione quella di Magenta, mentre giorni dopo Pelle, batterista dei Booze&Glory, parlando con loro nel backstage di un festival ha riferito che erano contenti perché finalmente a Milano hanno suonato in un locale senza transenne.
Ho voluto scriverlo per dare risalto al lavoro di Out Of Control e Decibel Magenta, ma anche ovviamente di tutte quelle piccole realtà che riescono a tirare fuori serate professionalmente perfette con gruppi di fama mondiale, senza buttafuori violenti e gente rompicoglioni, e senza far spendere cifre folli ai kidz. Non è la prima volta che vedo negli occhi di chi suona una luce diversa quando stanno a stretto contatto col loro pubblico, non è mai solo musica, ma credo o almeno spero che lo sappiate già tutti.