Pubblichiamo con grande dolore la notizia della scomparsa di un amico, oltre che grande personaggio e grande persona.. Roberto Freak Antoni..
La musica piange “Freak” Antoni. Lo storico leader degli Skiantos è morto questa mattina. L’artista bolognese avrebbe compiuto sessant’anni il prossimo 16 aprile. Era malato da tempo.
Nel 2012 , dopo 35 anni di collaborazione, lasciò il gruppo che lo ha reso famoso per intraprendere la carriera da solista. assieme alla pianista Alessandra Mostacci.
Nati nel 1977 gli Skiantos hanno rappresentato il primo vero punk italiano. Iniziano a suonare per passione nella cantina di Freak Antoni nel 1975; il progetto ha poi preso forma due anni dopo con la canzone “Inascoltabile”. Le loro performance , soprattutto all’inizio, sono rimaste nella storia perchè provocatorie con riferimenti all’avanguardia futurista e dadaista. Erano quelli che lanciavano ortaggi sulla platea, confessavano la loro passione per le “sbarbine” , anticonformisti, già 20 anni fa, dicevano fosse inutile pretendere qualcosa “da un paese che ha la forma di una scarpa”. Freak Antoni, leader, paroliere, animatore del gruppo, era considerato uno degli autori più stimolanti del movimento artistico-culturale post ’77.
È stato anche attore in diversi film underground con lo pseudonimo “Tony Garbato”. Come Roberto “Freak Antoni” ha interpretato dei ruoli in “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, nel 1996, diretto da Enza Negroni, “Cavadagne “di bernardo Bolognesi e Francesco Merini e “Paz”, nel 2002, diretto da Roberto De Maria. Sulla sua vita hanno scritto anche un fumetto: “Freak”. Nove i libri, invece, scritti da lui, come il suo manifesto “Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti”.
[laStampa]
«Non c’è gusto in Italia ad essere intelligenti.»
È l’aprile 1979, e c’è un festival in programma al PalaDozza, il Bologna Rock. Al turno degli Skiantos, che sono già attivi da qualche anno, sul palco viene allestita una cucina. E loro, invece di suonare, si mettono a cucinare spaghetti e se li mangiano. Al pubblico, la performance non piace molto, e il lancio di oggetti è inevitabile. Dice la leggenda che a quel punto Roberto «Freak» Antoni, che del gruppo punk demenziale era la voce e il leader, risponde per le rime: «Non capite un cazzo! Questa è avanguardia, pubblico di merda!».
Freak Antoni sotto le Due Torri è nato, sotto le Due Torri è morto. Il 16 aprile avrebbe compiuto sessant’anni, da tempo lottava contro un tumore che aveva già sconfitto tre volte. Bolognese nell’anima, di quella Bologna artistica e in fermento figlia del ’77, si era (quasi un cliché) laureato al Dams. La tesi era sulle canzoni dei Beatles, con Gianni Celati, lui finirà invece a cantare frasi come: «Ehi sbarbo smolla la biga/ che slumiamo la tele». Avanguardia punk. La stessa a cui si è sempre dedicato, per 35 anni con la band, e poi, dal 2012, anche da solista.
A partire da quel primo, sincero, disco, Inascoltable: un titolo, un programma, per una carriera tutta all’insegna del nonsense, del surreale, del demenziale. Gli Skiantos diventano un po’ gli eredi dei Futuristi. Lanciano ortaggi al pubblico, portano scolapasta in testa, cantano rime e scioglilingua solo all’apparenza superficiali: «Quando poi arrivo a Pisa/Io mi godo la Luisa/Vado fuori a far la spesa/Poi mi tolgo la divisa che mi pesa» (Karabigniere blues). Nel 1978 esce il disco MONOtono: per la critica è la loro consacrazione. E, se vi ricorda qualcosa, ad esempio la canzone sanremese di Elio e le Storie Tese del 2013, è perché si può dire che in fondo gli Elii sono un po’ i nipotini degli Skiantos di allora.
Nel 2012 Freak Antoni, che si è destreggiato anche con libri e cinema (ha recitato in Paz!, il film su Andrea Pazienza, altro storico personaggio del sottobosco bolognese), esce dal gruppo. Per lui sono stati «35 anni di insuccessi artistici ripetuti nel tempo», come recita il comunicato stampa dell’epoca, e ha voglia di cambiare rotta, dedicarsi a nuovi progetti. Vuole fare il solista, collabora con J Ax. La malattia lo frena. L’ultimo album degli Skiantos, l’ultimo con lui, è del 2009: Dio ci deve delle spiegazioni. E Freak Antoni, che scriveva «Dio c’è ma ci odia!», gliele starà sicuramente chiedendo.
[Vanity Fair]
Un pensiero ed un GRAZIE sincero da tutti noi di Punkadeka per la passione e la sua personale stima che ci ha sempre dimostrato Roberto ‘Freak’ Antoni.
Per anni ha voluto presentare con noi il Premio “Punkadeka Festival”GRAZIE! Freak, non ti dimenticheremo Mai.
I Ragazzi di Punkadeka.
ciao Freak!!!! rip