SHS BEARS: The Other Side EP

Shs Bears: The Other Side EP

Viaggi, sole, mare e vissuti quotidiani tra frustrazioni, voglia di emergere, di sentirsi vivi e di costruire qualcosa. Questo vogliono raccontarvi con le loro canzoni gli SHS Bears come i californiani usano fare…ma che California e California d’Egitto qui ci troviamo a L’Aquila in Abruzzo regione dove il Punk Rock trova molti dei suoi esponenti passati e presenti (Kusameze, I Migliori, Radio Shakedown, Giovanni Lindo è Morto, Coffeeshower per citarne alcuni) che in qualche modo sono riusciti a mantenere alto il nome della scena locale portandola spesso al di fuori dei confini nazionali.


Ma ora smesse le presentazioni passiamo all‘EP degli SHS Bears (il nome è un omaggio non tanto celato ad una serie televisiva 90s, sapete quale?), apre il disco Can’t Wait song che fa pensare che si tratti di una band di matrice Queers style e adepti a seguito. Proseguendo però, By Your Self ne è un esempio, si percepisce la voglia di Stefano (compositore e fondatore della band) di andare un po’ dove cazzo gli pare, senza porsi troppi limiti, creando così un pop punk in cui confluiscono tutte le sue ispirazioni senza che una prevalga sull’altra.

Dal punto di vista tecnico i suoni sono di buon livello e i ragazzi si sente che se la suonano (il batterista spacca assai) quindi tutto a posto, chiudiamo qui, andiamo a casa. Purtroppo no perché due cose da sistemare a mio parere ci sono: Ste dovrebbe curare di più l’impostazione vocale, imprimere più personalità, osare di più. Ciò non vuol dire che debba trasformarsi in Danzig o Jasta sia chiaro, ma magari pensare che l’unico al mondo che se ne sta tranquillo dietro al microfono deve restare Hoppus, persona che credo non alzi il tono nemmeno se becca i ladri mentre gli rubano il motorino. Del resto il punk rock è fatto di 99% attitudine.
La seconda questione è l’uso dell’inglese che pronuncia a parte (sono fortemente convinto che vada promosso l’angloitalico) debba essere sistemato per evitare costruzioni Pezzaliane che in inglese sono praticamente inesistenti.


Detto questo secondo me nel complesso si tratta di un buon disco d’esordio con song che restano in testa. Aspetto Gli SHS Bears al traguardo del secondo disco con tanta fiducia (se a loro gliene fotte qualcosa ovviamente)

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