SHAM 69: The Albums

TELL US THE TRUTH
THAT’S LIFE
THE ADVENTURES OF HERSHAM BOY
THE GAME

A essere onesto quando gironzolavo con Specials, Clash e Selecter nel mio stereo consideravo gli Sham 69 solo un’altra Punk band perchè avevo visto alcune badge sul chiodo di amici. Solo più tardi una ragazza Punk mi parlò di Jimmy Pursey come il responsabile del ritorno degli Skinhead e dell’esplosione dell’Oi!, aggiungendo che era un delirante ipocrita finito a fare Pop di terz’ordine. Un anno dopo avevo recuperato nell’usato tutta la discografia dei 4 Hersham Boy.

Fu eccitante e fantastico scoprire passo per passo tutto quello che gli SHAM avevano regalato ai kids. Mettetevi nei panni di un fottuto Skinhead con la voglia di usare i suoi boots, lucidi come uno specchio, contro tutte le ingiustizie di questo mondo… TELL US THE TRUTH, con la sua gloriosa e caotica facciata A registrata dal vivo, mi catapultò tra i ragazzi stretti intorno alla band… le parole erano realtà “We Got A Fight”, “Rip Off” (contro i modaioli Punk di Kings Road), “They Don’t Understand” e l’inno “Brostal Breakout” (fuga da Brostal, il più famoso carcere minorile inglese).

Come per magia iniziai ad urlare «SHAM, SHAM, SHAM» insieme a tutto lo SHAM ARMY che dalle casse del mio stereo mi era entrato in camera. La facciata B registrata in studio si apriva con “Family Life” e con la madre che rimprovera il figlio, quante volte mi sono trovato nella stessa situazione.
“Hey Little Rich Boy”, “I’m A Man I’m A Boy”, “What About The Lonely”… erano tutte storie mie, nostre. Jimmy, tu o io, chiunque poteva scrivere queste canzoni.
Ma il meglio doveva ancora arrivare THAT’S LIFE la storia di un ragazzo come TU & ME con i suoi problemi a casa, sul lavoro e nella vita, il tema di “Family Life” qui era sviluppato per tutto il disco creandone un vero concept album. La BBC, lavorando intorno alla storia, ne fa un documentario nel programma Arena dove l’attore principale è il giovane Grant Fleming (a 18 anni road manager degli Sham 69, membro dell’Inter City Firm, nei Kidz Next Door insieme al fratello di Pursey e con i Terrible Twins su “Oi! The Album”).

THAT’S LIFE è l’American Graffiti brittanico dove i kids dei Concil Estates e dei Tower Blocks sono gli attori principali. Ma la magia sembra rompersi, la propaganda razzista arriva nelle strade di periferia, ai concerti Punk, tra gli Skinheads e negli stadi. I kids senza futuro che si nutrono di birra, speed, Punk, calcio e che vedono in Jimmy il loro messia interessano troppo ai fascisti del National Front. Dopo minacce, attacchi ai concerti, violenza e confusione Jimmy annuncia che la bands registrerà il disco d’addio e che non si esibirà più dal vivo.
THE ADVENTURES OF HERSHAM BOY esce sotto queste pressioni e sul retro il disco contiene l’epitaffio “THE END”.

La copertina è fantastica, tutti noi amavamo i film di Sergio Leone con Clint Eastwood e le musiche di Morricone e Jimmy arriva a cavallo, con poncio, pistole e urlando « They call us Cockney Cowboy», inventando gli SPAGHETTI PUNK WESTERN. Sull’album oltre la fantastica tittle track si fanno largo “Money”, “Questions And Answers”, “Voices” e la cover di “You’re A Better Man Than I”. Gli SHAM 69 vogliono ancora suonare… Rock Against Racism gli da una mano, con i Mistic Roots Jimmy canta “Israelites” di Desmond Dekker e sale sul palco con i Clash per “White Riot” al più grande raduno della storia di Anti Nazi League (l’evento è documentato nel film Rude Boy). Si prova anche a riportare in vita i Sex Pistols insieme a Steve Jones e Paul Cook perchè Jimmy vuole fare diventare “If The Kids Are United” un hit internazionale usando la fama dei Pistols, ma tutto finisce in un paio di concerti con Jimmy nelle parti di Pinocchio tra il Gatto Cook & la Volpe Jones. Ancora qualche show, ancora violenza e i promotors non vogliono più saperne di Skinheads, di ragazzi di strada, di vandalismi, di real Punk e di Angel With Dirty Faces.
Il National Front non da tregua; la sinistra non aiuta, non gli basta conoscere i buoni propositi anti razzisti di Jimmy per cambiare le sue considerazioni su Sham 69, Specials o Angelic Upstarts, per lei queste bands non sono allineate politicamente e sono fuori controllo come è il loro seguito di Skins e Punx.

Il progetto JIMMY PRODUCTIONS muore dopo che Mensi degli Upstarts prende a pugni un dipendente della Polydor e Jimmy per protesta distrugge sotto ai piedi il disco di platino alla premiazione di THAT’S LIFE. Il quarto disco THE GAME esce in questo momento e questo sarà l’ultimo vero album dei nostri eroi. Questa volta, dopo la prodezza di Jimmy, la stampa, gli adetti ai lavori e i discografici mettono loro la parola FINE alla più onesta, reale e fantastica band di tutti i tempi.
THE GAME ingiustamente viene stroncato e dimenticato ma “Human Zoo”, “Give A Dog A Bone”, “Tell The Cildrem”, “Run Wild Run Free”… rimarranno per sempre nostre canzoni, poesie di periferia per una Generazione Distruttiva. «Cut my strings and let me go-I am not Pinocchio… Reality is slow but a dream is speed-Everybody’s on their own…».

Oggi la CAPTAIN OI! ha ristampato tutti e 4 gli album in digipak con un booklet delux da 16 pagine contenente tutti i testi (era ora!) e aggiungendo in ogni CD decine di bonus tracks. Insieme ha anche realizzato “The Punk Singles Collection 1977-80” che raccoglie tutto il materiale uscito sui singoli. Questa è la storia degli Sham 69, la storia dei sogni infranti, di un cantante portavoce dei ragazzi che ebbe la sola colpa di credere in loro.

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