Ieri sera è stato sgomberato lo ZAM di via Olgiati a Milano (http://zam-milano.org), qui potete vedere quanto è successo http://milanoinmovimento.com/primo-piano/stay-zam-la-diretta-dello-sgombero-foto-e-video.
2 palestre, 3 palcoscenici, 2 sale concerto, 2 bar, 2 uffici, 1 redazione, decine di attività sportive per centinaia di persone, 160 m2 di pareti da arrampicata, oltre 200 concerti, oltre 100 appuntamenti culturali, 1 festival di cinema e documentari, 1 laboratorio teatrale, 1 laboratorio musicale, migliaia di persone dentro e attraverso, oltre 2 anni di occupazione e autogestione.
Questo è stato Zam dal 29 Gennaio 2011
In solidarietà con il centro sociale divulghiamo il comunicato per il corteo pubblico cittadino organizzato il 25 Maggio.
https://www.facebook.com/events/157753677729178/?ref=22
Milano 2013: città in divenire, metropoli in trasformazione, territorio abusato, parole gettate al vento, vite precarie. Il confine fra evoluzione e sfruttamento è sottile, ma netto.
Negli ultimi anni è lentamente calata una patina arancione (tendente sempre più al grigio) che vorrebbe silenziare, sopire e rimuovere ogni contraddizione trasformando esperienze creative, vitali e conflittuali in silenzi accomodanti.
Ci avevano promesso una inversione di rotta, invece niente è cambiato: i parchi sono ancora recintati e video-sorvegliati, le case ancora sfitte e chi ne ha bisogno sfrattato o in eterna attesa di un alloggio, gli sgomberi degli spazi sociali si susseguono costantemente, i precari godono di ancor meno diritti, il cemento avanza ovunque mangiandosi verde e spazi comuni…
Questa Milano che continua a macinare profitti sulla vita delle persone, questa Milano troppo sporca per essere pulita, non è la città che vogliamo, non è la nostra storia.
Noi siamo quelli che i territori li abitano e li trasformano dal basso e se ne lasciano trasformare e conquistare.
Siamo quelli che non fanno promesse, ma intrecciano relazioni, idee e progetti.
Siamo quelli del conflitto generatore di prospettive e cambiamento.
Noi siamo quelli che hanno imparato a prendersi ciò che gli spetta, a creare da zero, a ricostruire ciò che quotidianamente viene smantellato con millimetrica precisione da chi ci governa.
Siamo quelli che non rinunciano.
Contro tutti gli sgomberi di spazi sociali e di ogni luogo di autonomia e indipendenza, certi che la questione spazi non possa e non debba essere relegata a problema di ordine pubblico, ma ne debba essere invece affermato e riconosciuto il valore, il senso politico, l’utilità sociale, la legittimità e il diritto ad esistere.
Non possiamo che pensare che sia utile e doverosa l’iniziativa di assegnare spazi comunali a canone “agevolato” tramite bandi rivolti ad associazioni e, almeno sulla carta, a gruppi informali con progettualità creative, artistiche e culturali, ma di certo non è sufficiente. I bandi non possono essere l’unica panacea e soluzione. Questi sono infatti uno strumento di intervento assolutamente inadeguato alle realtà esistenti degli spazi autogestiti, ai loro bisogni e desideri infinitamente più articolati e complessi.
Noi siamo quelli che non si accontentano, che non si vogliono far ingabbiare da pseudo-soluzioni informali, temporanee ed individuali, che non ci stanno al sottinteso ricatto che nella migliore delle ipotesi prospetta un futuro fatto di briciole, ad oggi infatti gli spazi in assegnazione sono nell’ordine della decina e quasi sempre dedicati ad uso commerciale.
In una città dove lo sfitto è a quota 1,4 milioni di metri quadrati, dove lo spazio è considerato sempre e soltanto come un valore di mercato, interi quartieri vengono ridisegnati a suon di progetti da milioni di euro e tonnellate di nuovo cemento.
Ed è proprio in questa città che il valore della restituzione alla collettività di spazi inutilizzati assume un valore politico aggiunto che in questi ultimi anni non solo è stato difeso dalla cittadinanza attiva, ma sta lentamente e costantemente progredendo.
Contro la “logica Expo” che governa i territori metropolitani tra cementificazione e devastazioni ambientali, scendiamo nuovamente in strada in direzione contraria, camminando dalla parte dell’interesse sociale e collettivo. Per consolidare l’avanzata dell’autorganizzazione nell’era dell’austerity, scendiamo ancora una volta in strada per costruirvi un luogo di sperimentazione politica permanente, libero, aperto ed accessibile a tutti coloro che condividono la necessità di produrre alternativa, conflitto e protagonismo.
Per continuare a percorrere la nostra strada, per non fermarci mai, per una metropoli a dimensione umana, libera dalle logiche del profitto e dalle dinamiche della crisi. Noi siamo i banditi.
– Sabato 25 maggio corteo cittadino RECLAIM THE SPACE ore 15.00 Piazza Cavour Milano
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