Non ho mai scritto recensioni, non è il mio fare ma non potevo esimermi dal compito affidatomi in quanto le persone e i luoghi di cui dovrei parlare sono intimamente legate alla mia storia personale.
Mi ritrovo davanti ad un lavoro enorme per ciò che concerne il Punk Hardcore italiano e soprattutto di tutto il movimento del Sud Italia e nello specifico proprio della scena tarantina che nel tempo ha dato un connotato ben preciso alle band del luogo, non solo dal punto di vista musicale ma soprattutto nell’ottica di un attitudine di lotta che parte dal territorio, per poter guardare fuori con coscienza e cognizione di causa. Siamo di fronte ad un fulgido esempio di hardcore italiano figlio degli anni ’90 ma proiettato nel futuro delle generazioni a venire grazie ad un suono molto pulito e cristallino che mantiene a fuoco le parti vocali senza però rinunciare all’aggressività e alla tensione tipica della proposta.
Gli anthem sono, a mio parere e gusto, il punto forte ed è forse quì la chiave di lettura di un disco che si candida a diventare pietra miliare per un movimento in divenire. Le melodie fanno da portantino a storie che pesano come l’acciaio negli altiforni e fanno da megafono ad una cronaca lucida e crudele, motore di riflessioni che vanno aldilà di problematihe ” locali ” e che denunciano attraverso una propria connotazione storico/geografica un male che attanaglia il mondo intero. Riecheggiano piacevoli tutti i fantasmi in cameretta senza perdere identità perchè il modus operandi è fresco ma non si perde mai il filo conduttore.
Il mio pezzo è preferito è POISON CITY IRON FRONT, solo un vizio di forma, perchè canta anhce Enrico Malatesta (S.F.C.), amico di mille avventure, tuttavia il disco mantiene la stessa tensione come fosse un concept, raccontando linearmente una storia fatta di rivalsa, di desideri, di sogni…del resto, senza amor non vale nulla…
Gigio C.O.V.