No no, Gigio. Una recensione sul nuovo dei Sud Disorder non riesco proprio a farla. Che poi tra generi, riferimenti, acrobazie e definizioni mi sono sempre perso pure coi Contrasto. Le mal sopporto. Meglio un’istantanea con la cornice a stampo.
Tipo quelle un po’ ingiallite di una vecchia Supercolor. Quelle foto che poi, ogni volta che le riguardi, ti sembra di ritrovarci sempre qualcos’altro. Dettagli. Come in questi pezzi che si rincorrono voraci e non mi bastano mai. Mentre voi, rabbia alla tarantina, anche sto giro ci buttate l’anima a palate. Oltre a una dose di vita in più.
Che il resto, il resto è già arrivato. E non sai quanto.
Penso e ci ripenso, piango combattendo. Scrivo pagine su pagine solo per caparbietà. Restiamo chiusi dentro provando a dare un senso a questi giorni senza età. Tanto tutto poi ritorna. Eeeeh già! Col cuore che ti si spacca in gola (e ti travolge a mani tese).
Tutto brucia, tutto a fuoco. Piegato in quattro. Traccia dopo traccia e dopo traccia, undici volte in loop. Dritto. Feroce. Bastardo. Sincero. Giochi facile così. Mica come un goal nel derby, all’ottantottesimo. Motorcity vs Poison city. Sempre roba seria le due ttì d’acciaio.
Tra i fumi d’altoforno e i vicoli del centro. Sotto cieli rosso fuoco. Così distanti, così fottutamente vivi. Un po’ come sta malinconia di fondo che ti rincorre dentro e poi ti esplode addosso. In piena faccia. Coro dopo coro. Col tempo qualcosa cambierà, in fondo ciò che resta è riprovarci ancora. Tanto prima o poi sta terra brucerà come cenere nel vento. Ritorneremo ancora. Lascio ai poeti dell’arde-core ogni utile sentenza dopo l’autopsia al soggetto.
Qua tutto arraggia, intensamente. Senza tregua. E lascia viva ogni ferita come nient’altro potrebbe in questa notte sospesa. Senza amor non vale nulla. Sarà la leggerezza inattesa di una massiccia overdose accaccì. Sarà che questi odori abbiamo imparato a riconoscerli da tempo. Noi. Un po’ vecchi e un po’ no.
Sai che cos’è sta sensazione che ci fa resistere? Che ci porta via lontano per non mollare mai? Che poi, parafrasando qualcuno. Questo è quello che cerco in un testo o in un disco quando lo ascolto la prima volta. La frase che è stata scritta per me, il riff o gli accordi che mi raccontano qualcosa di me o che me lo spiegano meglio. Qualcosa che possedevo già sotto la pelle ma che non sapevo tradurre. Siam passionali. Saremo sempre contro!
Come il gelato alla liquirizia o un tramonto ad Alicudi. Come gli occhi cerulei di Nullo il partigiano. Questo disco sazia oltre ogni dovuto. Per tutto quello che continua a darci ancora. Per raccontarci ancora. Oltre i confini. A calci nei denti. Questo disco è semplicemente imprescindibile. Sarà che ti respira addosso. Sarà che ci ritrovi tutto. Sarà che batte come mille cuori sbronzi. Sarà che ce n’è un gran bisogno. Sarà che avvicina pelle alla pelle. Avviso ai naviganti. Qua si fa il punk hardcore. Ed è già storia. Sind a me, non sce penzà…aqqua ste picc da parlà.
Entusiasmante. Con le lacrime agli occhi.
MAX (CONTRASTO)