Lo split che ha fatto tremare il vaticano e qualche convinzione alla voce attitudine a chi pensava di essere il più figo del reame, se i Sempre Peggio ormai sono un nome conosciuto e rispettato all’interno della scena skin e punk, i Sacro Cuore sono quelli che ci stanno provando, a mio avviso con successo, ad entrare a spallate nelle teste pelate e non, a suon di bordate anthemiche e live al fulmicotone.
I Sempre Peggio alzano notevolmente il loro livello in tutti i reparti, soprattutto quello offensivo, i due pezzi che portano a benedire davanti al demonio rappresentano la sudicia e bellissima periferia, luogo solitamente popolato da gente poco raccomandata ben lontano dal centro risvoltinato, patinato e monopattinizzato, gente che sciarpa al collo lascia andare la valvola a pressione tenuta ben stretta durante la settimana dal principale, gente che è stanca di essere un numero inutile, spazio quindi alla pura rabbia, tutto questo con un sound che si è fatto più corposo, potente e fiero, sempre parlando di livello più alto si nota una sempre maggiore cura nell’arrangiamento, segno che la band ha fatto tesoro di tutta l’esperienza accumulata in questi anni e l’ascoltatore non può fare altro che goderne.
I Sacro Cuore per quanto mi riguarda sono stati da subito molto interessanti tra le nuove proposte, li ho visti dal vivo e ne sono rimasto più che impressionato, e dopo i fortunati dischi d’esordio si ritrovano a condividere i solchi del vinile con uno dei gruppi migliori del momento, ed hanno colto la palla al balzo sfornando una prestazione da MVP tenendo bene il passo, le due song proposte proseguono l’ottimo percorso fatto finora, da un lato troviamo una fantastica ultras love song, argomento mi pare nuovo per la band ma affrontato egregiamente e senza uscire dai binari ai quali siamo abituati e nei quali vogliamo stare, e l’altra è un’altra “love” song dedicata a chi ogni settimana ci ciuccia sangue ed energie per 8 ore ad andar bene, sempre schietti e senza un cazzo di pelo sulla lingua lanciano bordate impossibili da schivare; anche qui trovo una mano più ferma nell’arrangiamento, sempre potente e devastante, ma con più cura del dettaglio, ed una preziosissima armonica ad accompagnare entrambi i pezzi, cosa che ho molto apprezzato e che spero diventi una sorta di marchio di fabbrica, perché aggiunge un romanticismo da marciapiede incredibile.
Per finire direi che abbiamo di fronte un buonissimo split, reso unico e splendido dalla tavola contenute all’interno e dalla bellissima copertina la vera ciliegina sulla torta, un altro ottimo lavoro targato Anfibio Records, un vero faro per l’OI!
Artwork by Roberta Joe Muci
tracklist:
01A. lama
02A. niente coccole solo pallottole
01B. io odio il mio posto di lavoro
02B. gradinate