Inclassificabili : nel senso che influenze indie ci sono ma per il resto è caos. Quello stesso che avvolge il mondo e i nostri pensieri. Titoli assurdi e a volte impronunciabili ( “superdeathbrutalgrindskifosilimbo” ) incartano un prodotto sperimentale che accoglie diverse sonorità , da risate a finti orgasmi , dove nulla può darsi per scontato; anzi proprio la sorpresa rende il prodotto più gradito .
Lo si può dire punk ( genere ormai sventrato e irriconoscibile) per il suo riuscire a stare fuori dalle righe e a tratti anche infastidire.
Arrivata alla traccia 5 in realtà avevo quasi paura : la domanda “che cosa mi aspetterà dopo?” andava per la maggiore. Ma arrivata alla 7 ho iniziato a sorridere : “a – ah , a- ah – ah” di base (!) è poi sfociata in una delle canzoni migliori dai riff alla Verdena.
E questa incertezza guida la vita di ogni uomo diviso tra scelte e fatali circostanze. Difficile recensire “into the aorta”, primo album autoprodotto dopo il demo del 2004 ”Pomodoro”, perché gente schizzata into the cervello non la si può rinchiudere in un recinto o finirebbe per sembrare meno di quello che è .
Artisticamente parlando li assocerei a un Kandisky. Urla incomprensibili sono coperte da chitarra (anche pesante) , batteria , feedback continui e suoni messi lì per fare numero e confusione.
I Sonic Youth e Blood Brothers dai quali prendono spunti sono stati compressi in 32 minuti di originalità dando vita a un cd che frastorna , questo lo si può dire , che per un rincoglionito di suo tipo me non è un ‘ottima medicina ma per chi si tiene tutto dentro o tenta di dare sempre un senso alle cose è consigliato l’ascolto.