Revolution Rock X, con Sigaro nel cuore (New Ideal Magenta, 22/12/18)

Il Revolution Rock edizione 10 doveva essere la solita rimpatriata allegra e spensierata, una bella serata tra amici parlando di Joe Strummer ed ascoltando ottima musica con band che hanno Joe ed i Clash incisi nell’anima, ma purtroppo la prematura scomparsa di Sigaro ha reso a serata un pochino più triste, ovvio non sono mancati i momenti esilaranti, non ci siamo tirati indietro nel brindare, ma il cuore ci tirava la giacca a tutti quanti ed il coro “Sigaro…Sigaro” durante il live dei Klaxon ha fatto lucidare qualche occhio. Ma vediamo un po cos’è successo.

Dunque, partiamo dal fatto che per vari scazzi miei ho dovuto rimandare il racconto di quasi un mese, quindi i dettagli si sono un po sbiaditi, e chiedo scusa agli organizzatori ed alle band per il ritardo, però qualcosa guardando le foto riemerge e tutto parte già nel pomeriggio del giorno precedente, quando Reb mi chiede se riesco a fare un’intervista a Pablo Cook…a me che sono uscito a pedate in culo dall’I.P.S.I.A. e che so l’inglese come lo sa Biscardi…comunque accetto più che volentieri perché insomma, stiamo parlando di Pablo Cook cazzo! Mi preparo una decina di domande, butto li una specie di forum con al tavolo anche Marino Severini e Gianluca Spirito e pare sia venuto un bel lavoro…gasato a molla con l’ansia che mi abbraccia stretto arrivo davanti al New Ideal con mia moglie ed il buon Reb mi dice che Pablo è un pelo brillo e non ce la fa per l’intervista (LOL), pazienza da un lato la mia timidezza fa i salti di gioia e dall’altro l’ansia mi dice di andare al bancone che c’è una IPA che mi aspetta.

I gruppi ci sono quasi tutti, mancano i Bar Stool Preachers che sono curiosissimo di vedere, si palesano anche quasi tutti gli Atarassia Gröp ed inizia il giro lunghissimo dei saluti, ridendo e scherzando era da maggio che non entravo in sto posto, qualcosa è cambiato ma l’aria famigliare e distesa (nonostante le ultime vicissitudini…) mi colpisce sempre. Alle 19 precise iniziano i Gang in versione acustica con ovviamente Marino e Sandro accompagnati da Gianluca Spirito e Fry Moneti (Modena City Ramblers), quindi serata che parte col botto ed anche se è presto mi pare ci sia già qualcuno più dei soliti 10, purtroppo le cifre non saranno da capogiro stasera, ma ne parleremo dopo. Quindi la voce magnetica di Marino apre le danze per una sessione molto emozionante dove sono passati i soliti grandi pezzi dei nostri Filottrano City Rockers.

Finito l’intenso live inizia un altro giro di saluti, in questi anni i discorsi sono leggermente cambiati e si è passati dal discutere dell’ultima sbronza al parlare della varicella del figlio più grande, ma quell’aria di festa in famiglia si fa più densa e l’ignoranza sana dovuta a qualche pinta in più del solito, dato l’orario di cena, si fa sentire forte e chiara, ma ora tocca ai miei Linea, proprio quel gruppo che sta in cima alle mi preferenze da lustri, non suonano come Linea da una po perché sono in tour con Filippo Andreani ma li vedo che sono grintosi e ansiosi di suonare, ed infatti carichi abbestia sparano tutte le cartucce migliori e la gente inizia a sculettare, grandissimi musicisti come sempre pescano da “frontiera”, “terra libera” e l’ultimo “revoluzionado” senza far mancare il tributo a Joe con Pablo alle percussioni, concludono con “ossigeno”, canzone che mi ha salvato in più occasioni, con RobyGröp al vocione, e solo applausi per i miei Combat Rockers preferiti.

Tocca ai Malavida, sempre da Filottrano City Rockers, gruppo che non conosco benissimo, ma che ho visto già qualche volta, e sempre mi danno la stessa impressione di essere una grande band, un combat rock pulito e viscerale, peccato solo che ci sia pochissima gente per loro, perché mettono anima e sangue un ogni nota e meriterebbero molta più attenzione.

I Bar Stool Preachers non sapevo manco chi fossero finché non sono stati messi in scaletta per questo evento, scopro che il cantante è il figlio di Colin McFaull dei Cock Sparrer, ma già dalle prime note si capisce che questa band non ha nulla a che vedere con la storica OI! band britannica, i suoni passano da un robusto punk rock al levare, voce graffiante e profonda, sul palco si divertono come i pazzi, e come mi ha detto Gianluca Spirito “sti inglesi con la musica so’ come i brasiliani col calcio, hanno una marcia in più!”, ed in effetti sti giovani si fanno apprezzare per la qualità dei pezzi proposti e per il fatto di non nascondersi dietro ad un nome troppo grande per tutti, camminando da soli e facendolo molto bene. Peccato che anche qui la partecipazione non c’è praticamente stata, ma mi auguro davvero di rivedere i ragazzi con un pubblico un po più folto e preso.

Prima dei Klaxon sale sul palco Pablo Cook per un reading in ricordo di Joe, poi loro…i Klaxon non vi devo dire di certo chi sono, 100celle City Rockers, Libero, Spirito Punk Rock, Incubo, pezzi che tutti i presenti conoscono a memoria, finalmente ci si agita un po anche sotto al palco, eccheccazzo se non ci scateniamo con loro ci mettono al museo egizio con le mummie, comunque i ragazzi sono in forma e sotto al palco ci si spinge, ci si abbraccia e si beve, si canta, si urla, finalmente. Verso la fine RobyGröp si prende di nuovo la scena, su Incubo mi pare, ma potrei sbagliarmi clamorosamente, e non appena scendono i romani dal palco succede ciò che il 130% dei presenti voleva fortemente, Bietto si siede dietro le pelli, Segach prende il basso e Fil attacca con la chitarra, e Roby accerchiato da increduli ed emozionati kidz intona “la preghiera dei banditi”, qualche minuto di un’intensità così forte da far scappare diverse lacrime ra cui le mie, gli Atarassia Gröp sono stati, e per me lo sono tutt’ora, una band fondamentale, grazie di cuore ragazzi, non sapete quanto ci avete fatto felici.

Ma non è ancora finita, perché tocca agli Arpioni far sculettare un po il pubblico, li conosco di fama ma non li avevo mai visti, non starò certo qui a lodare la bravura di una band attiva da una vita, ma va detto che sono stati davvero ottimi sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista emotivo, intonando “avanzo di cantiere” che, ne sono certo, il buon Sigaro ha cantato con noi.

Ultimo gruppo della serata, salgono i MalaGang ad accendere gli ultimi fuochi d’artificio, il concerto diventa una festa vera e propria con tutti sul palco a cantare assieme per Joe, per Out Of Control che nonostante le mille difficoltà va avanti a testa bassa contro una provincia che non vuole diventare grande, e per chi ha deciso di rendere omaggio a due poeti del punk, due persone che hanno lasciato un segno indelebile del loro passaggio.

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