REVOLUTION ROCK FESTIVAL VII #2 – Anti-Flag + Red City Radio + guest

Live report by Maurizio Duh Motta, foto by Matt Murphys

Eccoci anche per la seconda serata del Revolution Rock Festival Vol. VII!
Domenica sera si parte presto con The Homeless Gospel Choir: un progetto solista acustico di questo ragazzo molto alla mano che si presenta col cappellino degli OFF! e che tratta il pubblico come se fosse la sua famiglia. Mi dispiace dire che chi ha preferito fare altro durante questo set si è perso uno spettacolo raro di questi tempi! Le sue protest songs (“This is a protest song!” era l’intro di ogni pezzo) parlano di solitudine, di religione, di democrazia, dei problemi con la violenza della polizia e di quella pattumiera che è Fox News. I testi molto attuali sulla società d’oggigiorno coinvolgono i ragazzi in platea tanto da indurre il cantautore a scendere dal palco e improvvisare una sorta di riunione di famiglia. Da rivedere assolutamente!

Si passa poi ai Trophy Eyes, e qui si cambia completamente genere. Non mi piace categorizzare troppo ma per farvi avere un’idea azzarderei un hardcore punk veloce. I riff di chitarra sono molto puliti e sono evidenziati dalla precisione della batteria che non sbaglia mai un colpo. La voce è molto aggressiva e molto sporca (fino quasi a sforare nello screamo) e questo forse stona un po’ con il resto della band e con l’atmosfera della serata. I molti ragazzi presenti (numeroso il gruppo under 20) sembrano comunque apprezzare e ricambiano con cori e accenni di mosh pit.

Arriva il momento dei Red City Radio che presentano il loro ultimo album self-titled. Una sola parola: commoventi. Di casino sotto al palco non ce n’è gran che ma loro sono stati assolutamente perfetti. Ci deliziano con Electricity, Two Notes Shy, Joy Comes With The Morning, In The Meantime… e tante altre. I frontmen della band incitano spesso il pubblico e cercano l’approvazione (“Are you with us?”) che viene puntualmente confermata dalla folla. Eseguono anche Pulling Teeth dei Green Day con Chris#2 degli Anti-Flag al mic. Personalmente ero venuto quasi esclusivamente per loro, che mi ero perso nell’ultimo passaggio nel nostro paese… Bè posso dire di essere contento di aver rimediato!

Dopo le 23 attaccano gli Anti-Flag, le vere star della serata. Il Decibel Club è pieno (anche se non credo sia andato sold out) e i circle pits iniziano ad animare l’ambiente. Iniziano con Turncoat, poi la nuovissima Fabled World, 911 For Peace e così via. Anche loro pongono l’accento sugli aspetti sociali più importanti (come da consuetudine), sull’amicizia, sull’inutilità delle guerre e sul sostenersi a vicenda. Dell’ultimo album American Spring ne eseguono 5 in totale, compresa la stupenda Brandenburg Gate. Concludono con il classico trasloco del batterista tra il pubblico, Die For Your Government, Drink Drank Punk e tutti a casa belli contenti!

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