Come spesso accade, i termini citati nelle bio di presentazione sono un terno al lotto.
Se sei fortunato ci azzecchi, altrimenti son dolori. Nel caso dei Rejected direi che voto più per il secondo caso. Ok, il debutto era stato maltrattato dai media come se non ci fosse un domani, ma perché parlare di post-hardcore quando di post-hardcore in “Behind the smile” non c’è nulla?! Vabeh, tralasciando il fattore descrittivo e concentrandoci sulla proposta la prima cosa da ammettere è che finalmente questo gruppo inizia ad avere un’idea chiara su cosa fare da grandi, tagliando di netto le influenze grunge degli esordi e concentrando gli sforzi su un rock moderno, che spesso e volentieri si avvicina ad hard-rock e in alcuni casi anche all’hardcore melodico.
Musicalmente il miglioramento lo definirei evidentissimo, mentre sul fattore cantato andiamo forse un po’ troppo tra alti e bassi, ossia convincente quando c’è da urlare, decisamente lontano da ottimi risultati quando tende a voler melodicizzare la sua proposta, specie sui ritornelli, dove forse sarebbe stata una buona idea avere una seconda voce a sostegno evitando di lasciarlo nel vuoto cosmico. I brani come detto hanno un proprio motivo di vita, cosa che ci spinge a credere che pian piano questa band stia maturando.
Il secondo step è quindi da 6+, poteva essere un 7 se i Rejected avessero speso più tempo e attenzioni sulla produzione dei suoni (a tratti da demotape).