La compagine austriaca della No Reason Records dopo iRentokill si arricchisce di una nuova ottima band, i Red Lights Flash. Le cifredella band sono di tutto rispetto: oltre 600 concerti alle spalle tra cui vannoannoverati tour con band del calibro di Rise Against, Anti-Flag, A WilhelmScream, Good Riddance e Propagandhi e unultimo disco per AF Records (l’etichetta degli Anti Flag) che li ha portati adessere considerati la miglior punk rock band europea qualche anno fa.
Dopo l’ottimo “Free…” ritornano on the road a 4 anni didistanza con “For your safety” accompagnandosi in cabina di regia da personedel calibro di Bill Stevenson e Jason Livermore. Sin da subito si sente uncambiamento nel suono che si evolve passando da un melodic hc compatto asonorità e arrangiamenti più complessi e articolati che talvolta sembranovenati di post-hc (quello autentico non quella porcata che propinano ora lemajor sia chiaro!).
Il pezzo di apertura “Join this Island” è forse propriol’emblema di quanto suddetto sebbene sin dal secondo pezzo “Tiniest bit of truth” tornino verso le sonorità cheli hanno resi famosi. “The end of history” (forse la più completa della lorocarriera) mi ricorda molto il sound degli Alexisonfire verso il quale la bandsi è spostata dimostrando anche in questo caso però sempre grandissimapersonalità.
Come il titolo lasciava presagire “the end of history” siinterrompe bruscamente per lasciare il posto a “Game we are all in” che vede lacontinua alternanza e sovrapposizione delle voci della band (ben 3 cantantipossano annoverare se le mie orecchie non si sbagliano). A scaldare il miocuore con ritmi più sostenuti ci pensa “Cities burn” (primo singolo del discodi cui potete vedere il video nel player) che da sfogo ad un (new) melodic hcalternato ad un mid-tempo di batteria che termina in una grezza schitarratafinale.
La title track del disco “For your safety” da un momento direspiro all’ascoltatore per poi aprire le porte alla potenza della rabbiosa “Divinityneeds poverty” canzone più potente del disco che inveisce contro le follie nelnome del Signore.
Il disco prosegue con la medesima grinta anche nella secondaparte anche se la band cala di ritmo (non di tono od energia sia chiaro)alternando maggiormente la melodia a parti più aggressive (How did we Vs Actionrewind).
La loro vena politica e sociale la fa da padrone in tutto ildisco in cui non cercano mai l’invettiva diretta ma articola tematichecomplesse attraverso moderne poesie di rivolta, cosa che solo i veri artistiriescono a fare ma soprattutto raggiungere il cuore delle persone con lanecessaria violenza.
Un disco consigliato veramente a tutti coloro che pensanoche il punk rock abbia già detto tutto, la musica vera si sente e anche se gliaccordi saranno sempre quelli ci saranno sempre band capaci di arrivarti alcuore.
Voto: 9 – (Tutto quello che il punk è e dovrebbe essere:rabbia, potenza e poesia).
Tracklist
01. Join thisisland
02. Tiniest bit of truth
03. The end of history
04. Game we are all in
05. Cities burn
06. For your safety
07. Divinity needs poverty
08. Letterbox company
09. Snapshot
10. How did we
11. Action rewind
12. Rebel without a cause
13. Fool of propaganda
14. Is this a place