Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con i ragazzi austriaci prima della partenza per il loro tour mondiale… ecco il risultato.
Nelle orecchie ho ancora l’eco del sound di “For your safety”. Potreste presentarci con vostre parole il disco?!
RLF: “For your safety” è il disco più importante della nostra band. So che può sembrare retorico ma è cosi. Suoniamo insieme da più di 10 anni e noi 4 abbiamo suonato più di 700 concerti! Dopo tutte queste esperienze volevamo trasferire tutta questa esperienza e passione. Credo personalmente che ci siamo riusciti. Al release party in Graz c’erano più di 900 persone ed è stato veramente incredibile!
Potresti dirci qualcosa sul percorso creativo ed artistico che ha portato a questo piccolo capolavoro?! Sembra che sia stato un percorso travagliato…
RLF: Se suoni da oltre 10 anni è difficile creare qualcosa di nuovo da zero visto che le aspettative sono sempre molte alte verso di te. Volevamo come band raggiungere nuovi traguardi, ancora più ambiziosi dei precedenti. Trovo che questo disco rappresenti veramente la nostra band oggi. Volevamo ridare senso al concetto di arte nella sua forma più completa, strumento che riesce a motivare e spingere movimenti sociali. Siamo veramente una famiglia e tra noi c’è un legame di fratellanza e amicizia unico per cui il processo artistico è stato dinamico ed ha amalgamato la band ancora di più. Non abbiamo voluto seguire nessun trend o regola. Ci siamo detti: “Lasciamo parlare le nostre emozioni!”. Come puoi capire non è facile tradurre le sensazioni e le emozioni in arte, forse per questo senti quel senso di travaglio che deve essere visto solo però come cosa positiva.
Quale è la differenza principale tra il vostro precedente disco “Free” e “For your safety”?!
RLF: Ti direi che “Free” è un disco fatto da quattro punk rockers ventenni. “For your safety” invece è un disco di persone più mature, artisticamente e socialmente e che può piacere a fan degli Anti-Flag cosi come ai fan dei Foo Fighters.
Avete scelto come primo singolo dal disco “Cities burn”, da giorni ormai in heavy rotation sul player di Punkadeka. Puoi dirci come mai avete scelto proprio quella canzone e come è stata l’esperienza del video?!
RLF: Non ti saprei dire il perché. Sentivamo che fosse la canzone giusta. Per molti versi poi ricorda il precedente singolo “Past soul” per cui volevamo rendere meno traumatico il passaggio ai nuovi RLF. E’ una via di mezzo tra il nostro sound di “Free” e di “For your safety”. Il prossimo singolo invece sarà la title track del disco “For your safety”. Il video è stato girato in Graz nello stesso posto dove girammo “Time the lights went out” per “Free”. E’ una vecchia struttura perfetta per i film horror o cose simili credo. Abbiamo invitato i nostri amici e abbiamo iniziato a girare. Werner ha fatto l’art concept e i nostri amici di “Obscura” lo hanno prodotto. Loro hanno anche appena girato il nuovo video degli Anti-Flag in Vienna pochi giorni fa.
Agli inizi il vostro sound era orientate verso il melodic hc mentre oggi siete giunti ad un eclettico potente punk rock. Come è nata questa evoluzione?!
RLF: Abbiamo iniziato a 16 in una cantina, ora invece abbiamo qualche anno in più Abbiamo ottenuto grandi soddisfazioni non lo nascondo. Abbiamo avuto l’onore di condividere il palco con le migliori punk band al mondo. Questo non può che influenzarti, impari moltissimo da questi musicisti. Allo stesso tempo però ti possiamo dire che adoriamo i Muse. Se non ci fossimo evoluti probabilmente avrebbe significato che qualcosa come uomini e artisti non andava bene.
Come siete venuti in contatto con l’italiana No reason Records?! Come mai avete deciso di scommettere su di loro?!
RLF: Johnny, un nostro amico che cura anche i Rentokill li conosceva e dopo che ci siamo parlati abbiamo deciso che fosse la cosa giusta. Loro si occupano della nostra band in Italia e stanno facendo un ottimo lavoro. In Austria è uscito per la nostra etichetta la RLF Records. In America invece siamo ancora sotto AF Records degli Anti-Flag. La musica non è più un’industria, è un servizio per cui se si vuole sopravvivere bisogna entrare nella logica del network. Non esistono più le indie label che da sole possono gestire tutta Europa. Sono passati quei tempi e forse è meglio che sia cosi.
Come ti spieghi questo interesse delle etichette italiane per le band austriache?! I Rentokill, gli Unavoidable e voi avete dischi fuori per etichette italiane.
RLF: L’Austria è sempre stata una nazione viva artisticamente, dall’architettura all’arte moderna e…anche per il Punk rock!
Quali alter punk band austriache suggeriresti a etichette e punk rocker italiani?!
RLF:Astpai, 100 Percent Cotton, No more encore e the Gogets. Dategli un ascolto per spaccano!
Sono cresciuto con la convinzione che il punk debba anche avere un suo lato sociale e che prima di essere musica è soprattutto un attitudine. Pensi che sia ancora cosi nella moderna scena punk?!
RLF: Tutte le forme di arti vere devono avere attitudine e passione. Cosa è però il punk nel 2009?! Sinceramente non te lo saprei dire…
Ma allora pensi che un giorno potreste iniziare anche a parlare di party e ragazze in bikini?! Pensi che esisterebbero i RLF senza la loro coscienza sociale?!
RLF: No, ma solo perchè come persone ci interessiamo alla storia, alla vita, all’economia e alle persone. Ma non ci vedrai mai scadere nel becero populismo, quello lo lasciamo ad altri.
Prima l’Austria era vista come l’isola felice d’Europa. La crisi economica globale invece vi ha letteralmente travolto è siete stati uno dei paesi europei che più ne ha sofferto. Come pensi che ne uscirete?!
RLF:Le banche hanno preso soldi dagli Stati per coprire i loro errori, questo è il sistema neoliberista. Non lo si può cambiare e il problema è che stante cosi le cose non impareranno mai dai loro errori. L’Austria è solo parte del sistema, ne più ne meno. Da solo non potrà cambiare nulla per cui se ci saranno, e ci saranno lo sappiamo benissimo, altre crisi ne soffriremo nuovamente.
Più di 700 concerti nel vostro curriculum artistico. Potresti raccontarmi qualche curiosità o quello che ritieni il miglior concerto?!
RLF: Ogni tour è speciale a modo suo. I tour che ricordiamo con maggior intensità forse è stato il primo con gli Anti-Flag nel 2003 e con i Rise Against nel 2005. Uno dei migliori concerti è stato con gli “As friends Rust” e Strike Anywhere all’Underwolrd di Londra nel 2003. (http://www.imdb.de/title/tt0808156/)
Ultima domanda: lo scorso anno al Novarock in Austria c’era un cast principalmente punk. Come mai voi che siete austriaci non siete stati chiamati?!
RLF: Si chiama business, show business. Noi non facciamo parte di quel giro. Tutti gli agenti combattono per avere le loro band in quei festival perché il ritorno dopo è molto grande. Ti posso dire che senza leccare il culo a nessuno quest’anno ci saremo anche noi. La coerenza a volte paga